Alla Ferrari
Marchionne licenzia Montezemolo regalandogli una buonuscita di 27 milioni
Mentre il Berlusconi democristiano Renzi continua la macelleria sociale e chiede a “tutti di fare dei sacrifici per salvare il Paese”, i grandi manager delle aziende pubbliche e private continuano a intascare stipendi, buonuscite, stok options e benefit milionari.
Un atto vergognoso affronto ai milioni di poveri, disoccupati, precari, lavoratori e pensionati che stentano a sopravvivere coi salari da fame che si ritrovano lo ha fatto l'ormai ex presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo che ha lasciato Maranello con una liquidazione di quasi 27 milioni di euro più una serie di sconti sull’acquisto di prodotti Fiat e alcuni servizi di sicurezza.
Una montagna di soldi che vanno ad aggiungersi agli oltre 110 milioni di euro che Montezemolo ha guadagnato negli ultimi 12 anni come presidente del cavallino rampante.
In una nota la Fiat ha precisato che “in linea con quanto previsto dalla Politica sulle Remunerazioni adottata dalla Società, sarà riconosciuto all’Avv. Montezemolo, l’indennità di fine mandato attribuitagli sin dal 2003 e già descritta nella Relazione sulla Remunerazione pubblicata dalla Società”. Cioè cinque volte la componente fissa della remunerazione annua di 2.742.000 euro, per un totale di 13.710.000 euro da pagare nell’arco di vent’anni. Inoltre, “a fronte anche dell’impegno dell’Avv. Montezemolo di non svolgere attività in concorrenza con il Gruppo Fiat sino al marzo 2017, sarà corrisposta la componente fissa e variabile della remunerazione dovuta sino a tale momento, che corrisponde alla originaria scadenza del mandato in Ferrari, complessivamente pari a 13.253.000 euro, da erogare entro il 31 gennaio 2015″. Infine Montezemolo “conserverà in via temporanea il diritto di acquistare prodotti del Gruppo Fiat con alcune facilitazioni nonché di usufruire di taluni servizi attinenti la sicurezza”.
Gli scandalosi guadagni di Montezemolo sono solo gli ultimi di una lunga serie di renumerazioni d'oro di cui hanno beneficiato nel corso degli anni manager come: Gianluigi Gabetti che, dopo il passaggio di testimone con Elkann alla guida della cassaforte Exor, in quanto presidente onorario della holding che controlla Fiat ha potuto contare per anni su un compenso di 1 milione di euro, oltre al rimborso di “tutte le spese di soggiorno al di fuori del comune di residenza” e alla “copertura assicurativa in caso di morte e di invalidità permanente derivanti da infortuni professionali ed extra-professionali e l’utilizzo di un servizio segretariale e di una vettura con autista anche successivamente alla scadenza del mandato”. Per non parlare dei 40,59 miliioni di euro intascati nel 2010 dall'ex numero uno di Unicredit Alessando Profumo, poi presidente di Mps; o dei 37,42 milioni intascati dall'ex ad di Capitalia Matteo Arpe, oppure dei 45 milioni intascati dall'ex ad di Luxottica Andrea Guerra che il 1° settembre ha salutato e ringraziato il gruppo della famiglia Del Vecchio per far diventare consigliere personale di Renzi; fino al record assoluto raggiunto da Cesare Romiti che nel 1998 lasciò la presidenza Fiat con un maxi assegno da 200 miliardi di lire pari circa 101 milioni di euro di oggi.
14 gennaio 2015