Secondo le stime delle associazioni dei consumatori
Nel 2014 le tariffe rincarate di 324 euro
Rifiuti, acqua, trasporti, pedaggi autostradali, mense e rette scolastiche. La lista dei rincari tariffari che nel corso dell'anno appena concluso si è abbattuta sulle masse popolari è lunga e tale da aver inciso sui bilanci familiari per circa 324 euro in più rispetto al 2013.
A fare i conti è il Codacons che denuncia aumenti generalizzati in quasi tutti i settori, nazionali e locali e avverte che nel corso del 2015 la situazione è destinata a peggiorare. Una previsione confermata anche da un'altra associazione di consumatori, la Federconsumatori, che prevede rincari complessivi, tra prezzi e tariffe per ulteriori 677 euro.
In cima alla nuova raffica di aumenti ci sono ancora una volta gli aumenti dei pedaggi autostradali che le società concessionarie hanno già richiesto al ministero dei Trasporti e che dovrebbero scattare entro i primi mesi del 2015.
Si tratta di un vero e proprio salasso specie se si pensa che nel corso del 2014 per le autostrade la spesa è aumentata di 16 euro, con un rincaro cioè del 4,5%.
Per quanto riguarda le altre voci le associazioni dei consumatori calcolano che è stato del 2,9% l' incremento per i trasporti (+89 euro), del 15% per i rifiuti (+44 euro), del 6% per l' acqua (+38 euro), del +5,2% per la sanità (+54 euro).
Anche le mense e le rette scolastiche hanno comportato un maggior esborso per le famiglie (+48 euro su base annua). Mentre nel settore energetico, nonostante il forte calo dei prezzi dei prodotti petroliferi, non si sono registrate adeguate e significative riduzioni delle bollette di luce e gas.
Nel settore bancario invece le spese sono aumentate di 28 euro, ma nella Rc auto, comparto tradizionalmente a rischio, sono calate di 8 euro. Per i professionisti si sono avuti aumenti per 99 euro rispetto al 2013, e per l' istruzione +48 euro. Andamenti al rialzo che si ritrovano anche nei calcoli della Cgia di Mestre, secondo la quale tra il 2010 e il 2014 solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate più di quelle italiane. Se in Spagna l' aumento medio è stato del 23,7%, in Italia l' incremento è stato del 19,1%. Secondo la Cgia, nel nostro Paese i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per l' acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i più contenuti d' Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono invece “del tutto ingiustificabili”. A causa della crisi economica - spiega l'associazione - negli ultimi 7 anni c'è stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente è diminuita anche la quantità di rifiuti prodotta. Con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe sarebbero dovute scendere e, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Nell' ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2% in più, a fronte di un'inflazione che è aumentata solo dello 0,3.
14 gennaio 2015