A una settimana dall'inaugurazione
Crolla un ponte sulla Palermo-Agrigento
E' costato 13 milioni versate a due “Coop rosse” e alla Tecnis del catanese Domenico Costanzo
Le responsabilità di Renzi e Crocetta
Dal nostro corrispondente della Sicilia
Era stato inaugurato il 23 dicembre, quando il 31 dicembre un buon tratto della carreggiata del viadotto Scorciavacche 2, sulla Palermo-Agrigento, è sprofondato. Subito è scattata l'inchiesta della procura di Termini Imerese (Palermo) per crollo colposo. L'Anas Spa, gestore della rete stradale e autostradale italiana di interesse nazionale, ha annunciato di aver aperto un'inchiesta per accertare le responsabilità, ma intanto minimizza: "A dispetto di certi titoli e di certe fotografie male interpretate o scambiate, nessun viadotto è crollato" (sic!).
Considerato che solo per una fortunata coincidenza non vi è stata nessuna vittima e che i lavori sono costati alle masse popolari oltre 13 milioni di euro, il fatto è molto più che scandaloso. Il fatto è che in Sicilia in 2 anni sono crollati 4 viadotti. A questo punto i refrattari ad ammettere che esiste un problema generalizzato di tenuta delle opere pubbliche in Sicilia, giocano chiaramente un gioco alla copertura. Gli stessi Crocetta e Renzi che pretendono di fare gli ingenui e gli scandalizzati e vogliono il colpevole sembrano giocare a questo gioco. Ma loro sono tra i principali responsabili. Crocetta lo è, non fosse altro che per l'assenza di un monitoraggio di tutte le opere pubbliche siciliane che stanno cadendo a pezzi, da ospedali a viadotti, quando sa benissimo che l’uso di materiali scadenti per la costruzione di opere pubbliche è un metodo consolidato nella regione. Anche Renzi, che si indigna su Twitter per il viadotto crollato, e chiede di nomi dei responsabili è colpevole. Sono tutti suoi clientes
gli imprenditori coinvolti e foraggiati dal PD, in taluni casi grazie a sua intercessione diretta. Si tratta dei presidenti del consorzio che comprende CCC (Consorzio Cooperative Costruzioni) di Bologna, e CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna, l'imprenditore Massimo Matteucci, e della catanese Tecnis, l'imprenditore Domenico Costanzo.
Di quest'ultimo è presto detto, presidente di uno degli operatori più importanti a livello nazionale nel settore dei General Contractor delle Grandi Infrastrutture ha fatto il salto di qualità grazie alla carica nel 1993 di assessore allo Sviluppo Economico di Catania, all’interno della giunta di Enzo Bianco, PD. Forse Renzi si è dimenticato di come, a conclusione della costruzione della darsena commerciale di Catania, molto criticata perché richiede una costosa e continua manutenzione, abbia accolto con scambi di complimenti ed estrema rapidità l'appello di Costanzo al repentino pagamento dei lavori.
E Massimo Matteucci? Forse Renzi si è dimenticato di come Massimo Matteucci sia uno degli imprenditori più foraggiati dal PD e dai governi che negli ultimi anni si sono susseguiti, per il Tav, per ponte sullo stretto di Messina (per cui Matteucci richiede il pagamento di una penale). Renzi si è dimenticato di come l'imprenditore ravennate sia chiacchierato per gli scandali Expo2015 e di come la procura di Trani stia indagando la Cmc per il porto di Molfetta. Ha un vuoto di memoria perché non ricorda di come gli abbia fatto omaggio di un appalto da 250 milioni di euro per la costruzione di parte del raccordo autostradale che in Angola, collegherà la capitale Luanda alla città di Soyo.
Ecco, forse, perché al primissimo falso moto di indignazione propagandista del Berlusconi democristiano è seguito il silenzio più assoluto. Non dev'essere alzato neanche un velo per scoprire la verità che sta dietro i progetti delle “grandi opere” e non lo farà certo Renzi, che basa parte del suo potere proprio sul sistema clientelare delle cooperative e delle imprese cementificatrici legate al PD. Ecco perché Anas Spa ha potuto dichiarare: “Crollo? Quale crollo? Qualcuno ha visto un crollo?”.
14 gennaio 2015