Il governo nega il rinnovo della sospensione degli sfratti
50 mila sgomberi in arrivo. I comuni di Milano, Roma e Napoli chiedono il ripristino della proroga

Il governo Renzi si conferma essere il più odioso nemico dei lavoratori e delle masse popolari anche dal lato della politica sociale abitativa: nel testo del decreto “Milleproroghe” varato a fine anno si è rifiutato infatti di inserire il consueto blocco degli sfratti per finita locazione alle famiglie disagiate, ignorando sprezzantemente gli accorati appelli dei sindaci delle grandi città, dei sindacati e delle associazioni degli inquilini. Col risultato che col nuovo anno si annuncia una drammatica valanga di nuovi sfratti che andranno ad aggravare la già insostenibile emergenza abitativa.
L'abolizione da quest'anno del rinnovo della proroga degli sfratti è particolarmente odiosa perché riguarda i contratti in scadenza di famiglie povere, con un reddito complessivo lordo inferiore a 27 mila euro o con la presenza di anziani, minori, portatori di handicap gravi e malati terminali. Famiglie che pagano regolarmente l'affitto ma che una volta sfrattate non potranno permettersi un altro alloggio a prezzi di mercato, che come noto sono dovunque alle stelle. Secondo l'Unione inquilini di Roma e del Lazio, nella sola Roma rischiano lo sfratto circa 3 mila famiglie in queste condizioni. In tutta Italia si calcola che siano tra le 30 e le 50 mila le famiglie a rischio di sgombero forzato. In pratica nel nostro Paese si eseguono in media 140 sfratti al giorno con l'uso della forza pubblica.
Il governo Renzi ha giustificato la carognata natalizia con la scusa che nel decreto sulla casa del ministro delle Infrastrutture Lupi sarebbe già previsto un incremento dei fondi per gli affitti e per la morosità incolpevole per un totale di 446 milioni di euro. Ma bara spudoratamente, perché in realtà questi soldi valgono fino al 2020, mentre per il biennio 2014-15 ci sono solo 270 milioni, tra fondo affitti e fondo morosità incolpevole, che sono largamente insufficienti ad affrontare la crisi abitativa attuale. Per avere un'idea del taglio operato basti pensare che negli anni passati il solo fondo affitti si aggirava sui 350 milioni l'anno.
Non a caso il presidente di Confedilizia, Sforza Fogliani, ha esultato alla notizia dichiarando che finalmente il governo “ha rotto la rituale liturgia”. In realtà con questa irresponsabile decisione il governo Renzi ha innescato una vera e propria bomba sociale, tant'è vero che gli assessori alla Casa di Milano, Roma e Napoli - tre tra le quattro città maggiormente colpite dall'emergenza sfratti, l'altra è Torino – hanno sottoscritto un appello in cui chiedono al governo di sospendere gli sgomberi forzati per le famiglie coi contratti scaduti, per scongiurare “una situazione altrimenti ingestibile”. Ma il ministro Lupi ha risposto picche, invitandoli arrogantemente a “non drammatizzare”, perché a suo dire “il governo nel 2014 non è stato a guardare. Anzi ha finalmente imboccato una strada nuova, cosciente che l'emergenza andava affrontata in modo più radicale e non con lo strumento vecchio e logoro della proroga”. Perfettamente allineato, cioè, con la posizione delle associazioni padronali espressa sopra da Sforza Fogliani.
A riprova della politica classista del governo Renzi, deliberatamente servizievole coi padroni e persecutoria con le masse meno abbienti (basti pensare che contemporaneamente al “Milleproroghe” ha approvato anche un decreto fiscale con un bel condono per chi evade e froda il fisco), c'è anche il decreto sulla dismissione dell'edilizia pubblica, per il momento fermato dalla dura lotta dei movimenti per la casa, che prevede la vendita all'asta delle case popolari a prezzi di mercato senza tutele per gli assegnatari. E c'è l'articolo 5 del decreto Lupi sulla casa che dispone il taglio di acqua, luce e gas a chi occupa gli alloggi vuoti. E chi occupa le case vuote, non importa se in condizioni disperate e per richiamare l'attenzione delle istituzioni pubbliche, sarà cancellato dalle graduatorie per le case popolari.
Le associazioni degli inquilini chiedono che il “Milleproroghe” sia cambiato in parlamento reintroducendo la proroga degli sfratti, ed intanto che il governo dia subito disposizioni ai prefetti per sospendere gli sgomberi forzati per le famiglie che hanno i requisiti per usufruire della proroga stessa. Rivendicazioni giustissime e da appoggiare e sostenere, ma nel quadro di una lotta di massa più generale che affronti l'emergenza sfratti rivendicando, come indica il Nuovo Programma d'Azione del PMLI, il divieto degli sfratti fino a che non sia offerta una adeguata abitazione alternativa, specie per le coppie di anziani soli e le famiglie a basso reddito , e l'obbligo per i comuni, sostenuti da adeguati fondi pubblici, di requisire le case sfitte da oltre un anno, i locali pubblici dismessi o inutilizzati e i palazzi nelle medesime condizioni da destinare, dopo i necessari lavori, alle famiglie sfrattate e senza casa .
 

14 gennaio 2015