L'ammiraglia della flotta francese è scortata da un sottomarino nucleare, un incrociatore e altre unità di superficie
Il guerrafondaio Hollande invia la portaerei de Gaulle nel Golfo
“Uno strumento di forza e di potenza, un simbolo che testimonia la capacità politica e militare della Francia … e potremmo condurre raid in Iraq”
L'imperialismo francese invia nel Golfo Persico la portaerei a propulsione nucleare Charles de Gaulle, l'ammiraglia e il fiore all’occhiello della Marine Nationale, insieme alle unità di scorta per rafforzare gli attacchi attraverso i raid aerei contro lo Stato islamico (Daesh, in arabo). La portaerei che può lanciare raid con i cacciabombardieri Rafale, quelli già impiegati nell'aggressione alla Libia nel 2011, e i Super Etendard, sarà accompagnata da unità di superficie e da un sottomarino d’attacco a propulsione nucleare della classe Barracuda.
Il governo francese aveva preso la decisione già il 6 gennaio, ovvero il giorno precedente l'attacco a Parigi al settimanale islamofobo "Charlie Hebdo", ma il guerrafondaio socialista Hollande ha voluto comunicarlo in pompa magna nel discorso che ogni anno rivolge alle forze armate, tenuto il 14 gennaio proprio dal ponte dell'ammiraglia della marina militare. Con una vera e propria dichiarazione di guerra allo Stato islamico e i suoi alleati.
Calzando l'elmetto e gonfiando il petto Hollande affermava che "la portaerei Charles de Gaulle parte in missione”, si dirigerà “verso l’Oceano indiano per unirsi alle forze della coalizione contro lo Stato islamico in Iraq”. “La missione che comincia è anch’essa una risposta al terrorismo: loro ci fanno la guerra e noi dobbiamo mettere in atto gli strumenti necessari di fronte alle minacce”, spiegava Hollande tentando inutilmente di nascondere che la guerra ai musulmani antimperialisti già vede la Francia impegnata da anni a fianco di Usa, Gran Bretagna, Italia e paesi arabi reazionari.
Tanto per ricordarne una, la Francia partecipa dallo scorso settembre ai raid contro lo Stato islamico in Iraq, con 9 cacciabombardieri Rafale e 6 Mirage basati in Giordania e negli Emirati Arabi Uniti nell'ambito dell'operazione denominata "Chammal".
Dalle parole di Hollande traspariva la volontà di riportare l'imperialismo francese ai vecchi fasti coloniali, un passo avanti persino all'alleato Obama, laddove sottolineava che le navi francesi partono perchè "di fronte al jihadismo, all'estremismo, al terrorismo, la Francia deve agire per se stessa, per il mondo, per assistere quei paesi che fanno appello a noi nel quadro internazione e con mandato dell'Onu".
"La Charles de Gaulle - metteva in chiaro il presidente francese - è uno strumento di forza e di potenza, è un simbolo di indipendenza che manifesta la capacità politica e militare della Francia”. Un bel simbolo di arroganza imperialista, del bellicismo di Hollande e dell'imperialismo francese che pretenderebbe di dettare legge senza colpo ferire. La portaerei, aggiungeva, “lavorerà a stretto contatto con le forze della coalizione e darà tutti i mezzi per agire in caso di tensioni supplementari”, per "condurre operazioni (leggi raid aerei, ndr) in Iraq".
Di fronte alla "situazione eccezionale" che si è verificata, Hollande annunciava anche la decisione di rivedere il piano militare del governo per il quinquennio 2014 - 2019, annullando alcuni tagli tra i quali quello di circa 24mila militari, un terzo dei quali già nel 2015.
21 gennaio 2015