A Genova per scegliere il candidato governatore della Liguria
Brogli elettorali alle primarie del PD
Cofferati schifato esce dal Partito: “Renzi approva le primarie inquinate dai fascisti”. La Pinotti sponsor di Paita votata anche da forzisti e fascisti. La magistratura e l'antimafia indagano sul mercimonio elettorale
L'unica alternativa partitica di classe è il PMLI
“Di fronte a fatti di questo genere io non posso più restare. Ho trovato inaccettabile il silenzio del mio partito, lo considero una vergogna”.
É la schifata reazione con cui il 17 gennaio scorso Sergio Cofferati ha annunciato la sua uscita dal PD a causa dei vergognosi brogli elettorali avvenuti durante le primarie dell'11 gennaio per scegliere il candidato governatore alle prossime elezioni regionali di maggio 2015 in Liguria.
Le urne hanno decretato la vittoria della renziana Raffaella Paita, assessore alle Infrastrutture e alla Protezione civile della Regione, che con circa 4 mila voti di scarto l'ha spuntata sul grande favorito della vigiglia Cofferati. Un risultato ottenuto grazie soprattutto al sostegno del ministro della Difesa Roberta Pinotti e dei boss politici del “centro-destra”, forzisti e fascisti in testa, che in massa hanno votato e mobilitato i loro galoppini a favore della Paita.
Durante la campagna elettorale, e poi ancora subito dopo il voto, Cofferati aveva ripetutamente denunciato “pesanti irregolarità” e “gravi violazioni delle regole” tra l'altro confermate anche dal collegio dei garanti dello stesso PD che pochi giorni dopo lo spoglio è stato costretto ad annullare i voti in 13 seggi: Lavagna, Moconesi, Albisola Superiore, Savona Villa Piana, Badalucco, Perinaldo, Spezia Centro, Santo Stefano al mare, Sarzana, Millesimo, Beverino, Deiva Marina, Savona Lavagnola.
Ciononostante, ha aggiunto ancora l'ex segretario della CGIL, “durante la direzione del PD il premier ha immediatamente proclamato Raffaella Paita candidata. Non ha avuto neanche il garbo di aspettare la conclusione dei lavori della commissione... La sostanza della mia contrarietà è l’inquinamento delle primarie attraverso il voto sollecitato e ottenuto dal centrodestra che si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra. E’ un problema politico e morale. Le primarie, così, praticamente non ci sono più”.
Cofferati ha poi sottolineato il parallelismo con quanto accadde a Napoli nel 2011, “dove le primarie sono state invalidate per problemi in 3 seggi. E c’è un comportamento diverso in Liguria dove sono state annullate in 13 seggi causa la partecipazione anomala di povere persone straniere guidate in gruppo e istruite su come votare. Viene anche indicato l’uso di denaro per stimolarne il voto. Ma la sostanza politica è l’inquinamento attraverso il voto sollecitato e ottenuto del centrodestra”. Cofferati ha fatto anche i nomi di Alessio Saso, consigliere regionale e segretario provinciale a Imperia, del fascista Eugenio Minasso, e dell'ex senatore di Forza Italia Franco Orsi sindaco di Albisola. Esponenti di partiti del “centro-destra” che sono andati alle urne non tanto e non solo per determinare la scelta del candidato governatore del PD; ma, con l'obiettivo dichiarato di ripetere in Liguria l'inciucio nazionale fra Renzi e Berlusconi e determinare così anche la coalizione che vincerà le prossime elezioni regionali. “Un ministro come Pinotti ha teorizzato l’opportunità di fare nascere qui un governo con il centrodestra, secondo lo schema nazionale. E non è stata mai smentita da nessuno – ha aggiunto Cofferati – Che un fascista mai pentito venga a votare alle primarie del mio partito senza che nessuno obietti nulla credo sia inaccettabile... Per me è un momento molto doloroso, sono tra i 45 fondatori del Partito Democratico e ho creduto molto in questo progetto politico. Non lascio però il Parlamento europeo (…) Vedo che Renzi va in televisione a darmi dell'ipocrita, che i vicesegretari bollano come inspiegabile e ingiustificato il mio addio al PD. Solo insulti e offese. Se un partito, invece di chiedersi le ragioni delle dimissioni di uno dei suoi fondatori, reagisce così, siamo alle frutta. Anzi, ormai al digestivo".
Sprezzante la replica del Berlusconi democristinao Renzi che dagli schermi di “Quinta Colonna” ha liquidato la questione affermando fra l'atro: “Non è che se uno perde va via col pallone... Quando si perde fa male, ma non si va via. Se Cofferati aveva problemi sui valori, poteva dirlo sei mesi prima quando sempre io l’ho candidato alle Europee. E se il partito era alla frutta lo era anche quello che ha preso il 40 per cento”.
Attacchi, offese e insulti reciproci che la dicono lunga sulla “democrazia interna” del PD e la guerra per bande in corso dentro il partito fra i vari capibastone che pensano unicamente al prorpio tornaconto politico, economico e personale e non certo ai problemi delle masse popolari che languono nella miseria e nella disoccupazione. Peggio insomma dei vecchi boss democristiani!
Intanto altri brogli, irregolarità e “anomalie” a dir poco inquietanti e in odore di mafia vengono segnalate un po' dovunque. A Genova, nel quartiere popolare di Certosa, al seggio si sono presentati una quarantina di persone, chiedendo se era lì che si veniva pagati. Ignari di che cosa fossero le primarie non sapevano neppure come utilizzare la scheda. Il presidente del seggio, Walter Rapetti, consigliere Municipale in Valpolcevera, ha dovuto spiegare come si procedeva al voto. Rapetti è stato ascoltato dalla polizia giudiziaria alla quale ha fornito l’elenco dei votanti al seggio e ha ricostruito l’episodio. “Erano tutti siciliani, dai 50 ai 70 anni e non avevano la minima idea di cosa fossero le primarie”. A Certosa vive una foltissima comunità di Riesi, paese della Sicilia profonda. L’assistente di Cofferati, Andrea Contini, nei giorni precedenti al voto ha ricevuto alcune cartoline anonime contenenti minacce. E’ stata sporta denuncia, indaga la Digos. Mentre lo “Sco”, il servizio criminalità organizzata della Mobile, ha aperto un fascicolo di indagine con l'acquisizione dell'elenco dei votanti per procedere alle verifiche.
Un altro seggio sospettato di brogli è quello di Albenga, bacino elettorale di Nino Miceli, attuale capogruppo in Regione e tra i massimi sostenitori di Paita, dove si è registrata una forte presenza di votanti stranieri e il cui risultato pesa molto nell’assegnazione della vittoria. Nella cittadina, risulta infatti che, su circa 1500 votanti, 1300 sono stati i voti per Paita e solo 200 per Cofferati. Testimoni parlano di numerosi immigrati e ragazzi di alcune società di calcio portati a votare dai galoppini del centrodestra e pagati cinque euro a testa per il voto di scambio in favore della Paita. Un filmato forse già in mano ai magistrati savonesi, documenterebbe gli episodi.
Vicende a dir poco inquietanti e vergognose che hanno destato non solo grande clamore, ma anche l’attenzione delle procure di Savona e Genova, e della Direzione distrettuale antimafia, che vuole vederci chiaro su quanto accaduto ai seggi PD.
Insomma con la salita al potere di Renzi il PD ha perso ogni legame con quel partito di Berlinguer che si autodefiniva, finché fu all'opposizione, il “partito dalle mani pulite” (in contrapposizione alla DC e al PSI di Craxi) e si è irreversibilmente trasformato in un partito del regime neofascista organizzato e strutturato a immagine e somiglianza della vecchia DC e della berlusconiana Forza Italia, dove a spadroneggiare con metodi mafiosi sono i capobastone delle diverse correnti con il “capo dei capi” Renzi.
L'unica, vera alternativa di classe a questo marcio sistema capitalista corrotto fino al midollo è il PMLI. Quello che occorre è distruggere questo sistema economico, lo Stato e la classe dominante borghesi, abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, le classi, le disuguaglianze sociali e di sesso, le disparità territoriali e tra città e campagna e dare tutto il potere al proletariato. E dare fiducia al PMLI, il partito del socialismo.
21 gennaio 2015