Lenin e la libertà di stampa

Dopo i fatti di Parigi, i governanti imperialisti francesi, italiani e di tutto il mondo, la borghesia e i media a essi asserviti hanno fatto un gran chiasso, per attirare a sé i popoli europei, sostenendo che l'attentato al giornale satirico “Charlie” era stato un attacco alla libertà di stampa. Nulla di più falso. In realtà si è trattato di un attacco all'imperialismo francese che tutela in armi i suoi interessi in diversi Paesi islamici.
Ipocritamente essi si dichiarano paladini della libertà. I fatti però dimostrano che la loro libertà è la libertà dei capitalisti di sfruttare gli operai e i lavoratori, dei ricchi di diventare sempre più ricchi, degli imperialisti di aggredire impunemente i popoli che si oppongono al loro dominio, dei media che raccontano solo quello che serve ai “padroni” e alla borghesia.
In particolare inneggiano alla libertà di stampa. Un puro inganno. Dal momento che solo chi ha dei ricchi mezzi economici può praticare la libertà di stampa. Non certo gli operai, i lavoratori, i pensionati, i disoccupati che non sono assolutamente in grado di disporre di una tipografia, di comprare la carta, di assumere dei giornalisti ecc.
Inoltre di quale libertà di stampa si può parlare quando ai veri oppositori del capitalismo, dell'imperialismo e dei loro governi e istituzioni viene negato il pur minimo spazio nei media? Vedi il caso del PMLI che da sempre è ignorato dai media, e quando rarissimamente viene citato o appare è solo per essere infangato e messo in cattiva luce. Mentre si dà spazio agli innocui partiti falsi comunisti, come quello di Marco Rizzo, per impedire l'esplosione della lotta di classe e l'avvento del socialismo.
Per noi marxisti-leninisti è più che chiaro che la borghesia usa i media per manipolare i fatti, per corrompere la coscenza delle masse, per inculcare la sua cultura e visione del mondo, per cercare di mantenere le masse all'interno del suo sistema economico e istituzionale.
Già Lenin, senza parlare di Marx e Engels, ha smascherato la cosiddetta “libertà di stampa”, da lui definita “una delle parole d'ordine fondamentali della 'democrazia pura'”, ossia astratta, non concreta, al di sopra dlele classi, non esistente nella realtà.
Qui di seguito riportiamo una sua illuminante citazione, tratta dall'opera “Tesi e rapporto sulla democrazia borghese e sulla dittatura del proletariato”, presentate al primo Congresso dell'Internazionale comunista che si tenne a Mosca dal 2 al 6 marzo 1919.
 
La “libertà di stampa” è una delle parole d'ordine fondamentali della “democrazia pura”. Tuttavia, gli operai sanno, e i socialisti di tutti i paesi hanno riconosciuto milioni di volte, che questa libertà è un inganno, fino a quando le migliori tipografie e le immense provviste di carta rimangono nelle mani dei capitalisti, fino a quando permane sulla stampa il potere del capitale, che si manifesta nel mondo intero in forma tanto più evidente, brutale e cinica, quanto più sono sviluppati la democrazia e il sistema repubblicano, come ad esempio in America. Per conquistare l'uguaglianza effettiva e la democrazia reale per i lavoratori, per gli operai e i contadini, bisogna prima togliere al capitale la possibilità di assoldare gli scrittori, di comprare le case editrici e di corrompere i giornali, e, per far questo, bisogna abbattere il giogo del capitale rovesciare gli sfruttatori, schiacciare la loro resistenza. I capitalisti hanno sempre chiamato “libertà” la libertà di arricchirsi per i ricchi e la libertà di morire di fame per gli operai. I capitalisti chiamano libertà di stampa la libertà per i ricchi di corrompere la stampa, la libertà di usare le loro ricchezze per fabbricare e contraffare la cosiddetta opinione pubblica. In realtà i difensori della “democrazia pura” sono i difensori del più immondo e corrotto sistema di dominio dei ricchi sui mezzi d'istruzione delle masse, essi ingannano il popolo, in quanto lo distolgono, con le loro belle frasi seducenti e profondamente ipocrite, dal compito storico concreto di affrancare la stampa dal suo asservimento al capitale. L'effettiva libertà e uguaglianza si avrà nel sistema costruito dai comunisti e in cui non ci si potrà arricchire a spese altrui, in cui non ci sarà la possibilità oggettiva di sottomettere direttamente o indirettamente la stampa al potere del denaro, in cui niente impedirà a ciascun lavoratore (o gruppo di lavoratori di qualsivoglia entità) di godere in linea di principio e nei fatti dell'uguale diritto di usare le tipografie e la carta appartenenti alla società.
(Lenin: “Primo Congresso dell'Internazionale comunista – Tesi e rapporto sulla democrazia borghese e sulla dittatura del proletariato”, Opere complete, Editori Riuniti, vol. 28, pagg. 464-465)

28 gennaio 2015