Contro l'aggressione squadrista di Casapound al centro sociale Dordoni
Grande corteo antifascista a Cremona blindata
La polizia carica per cinque volte i manifestanti
Tutti i covi fascisti vanno chiusi e sciolti i gruppi fascisti e neofascisti
In risposta alla vile aggressione fascista perpetrata a Cremona dagli squadristi in camicia nera aderenti all'organizzazione neofascista Casapound che il 18 gennaio hanno assaltato il centro sociale Dordoni e ridotto in fin di vita a suon di sprangate, calci e pugni il militante antifascista Emilio Visigalli tutt'ora ricoverato in prognosi riservata; il 24 gennaio un grande e combattivo corteo antifascista a cui hanno preso oltre diecimila manifestanti provenienti da tutte le regioni d'Italia e da varie parti d'Europa è sfilato per le vie della città lombarda dietro la parola d'ordine: “chiudere tutti i covi fascisti. Emilio resisti lottiamo con te”.
“La polizia, connivente e complice con i fascisti – denunciano fra l'altro in un comunicato i militanti del CSA Dordoni - ha permesso domenica sera a sessanta assassini di andarsene indisturbati dopo il tentato omicidio premeditato e, successivamente, ha caricato il presidio di solidali accorsi sul posto dopo la diffusione della tragica notizia”. Ciononostante, sottolineano ancora i compagni del Dordoni: “L’attacco premeditato e scientificamente organizzato dai fascisti di Casapound cremonesi, in combutta con altri esponenti di estrema destra provenienti da fuori città, ha trovato una risposta determinata da parte dei compagni presenti nel centro sociale, ma purtroppo Emilio è stato colpito alla testa da diverse sprangate. I fascisti si sono accaniti sopra ad Emilio fino a quando è stato portato in sicurezza all’interno del centro sociale; è stata tuttavia immediatamente chiara la gravità del suo stato di salute”.
Al corteo hanno preso parte moltissimi giovani e studenti, operai, lavoratori, militanti dei centri sociali e intere famiglie antifasciste che con grande coraggio e determinazione hanno sfidato le ripetute intimidazioni delle “forze dell'ordine” del regime neofascista (che fin dalla sera di venerdì hanno praticamente blindato la città) per testimoniare in piazza la propria solidarietà ad Emilio e difendere la memoria di Cremona città medaglia d'argento alla Resistenza.
Alla manifestazione ha preso parte anche una delegazione di simpatizzanti del PMLI che sono sfilati in corteo con le bandiere del Partito.
Una grande manifestazione di massa, caratterizzata sul piano politico dall'antifascismo militante, organizzata in pochi giorni, coronata da pieno successo e a tre mesi dal 70° anniversario della Liberazione, non poteva certo essere tollerata dal nuovo Mussolini Renzi e dal manganellatore di operai Alfano che a metà di Viale Trento e Trieste, all’altezza del Parco del Vecchio Passeggio, hanno fatto scattare una vera e propria aggressione a suon di lacrimogeni urticanti e manganellate contro i manifestanti.
Il corteo è partito verso le 15.30 ed è sfilato per le strade di Cremona, a suon di slogan per il diritto al lavoro, alla casa e all'assistenza sociale. Da via Mantova il corteo ha poi imboccato via Trento e Trieste per raggiungere la sede di Casapound e ribadire l'immediata chiusura.
Al primo accenno di sfondamento del cordone di polizia e carabinieri schierati a difesa del covo fascista, una gragnola di manganelli e lacrimogeni si è abbattuto sui manifestanti. Dalle 17 alle 19 le “forze dell'ordine” del regime neofascista hanno attaccato il corteo con almeno cinque violente cariche. I manifestanti sono riusciti a resistere e hanno accerchiato la caserma della polizia locale (all’indirizzo della quale è stata lanciata una bomba carta), e quella dei carabinieri. Nel frattempo, Anonymous Italia, ha annunciato di aver messo fuori uso, in concomitanza con il corteo, il sito di Casapound Lombardia, e quello di Radio Bandiera Nera, la web radio dei fascisti di Casapound. Durante gli scontri che si sono succeduti fino a sera inoltrata due manifestanti sono stati feriti e diverse vetrine di banche e negozi sono andati in frantumi.
“I fascisti di Casapound che hanno tentato di ammazzare Emilio e la Polizia che ha permesso loro di compiere indisturbati il vile agguato sono i soli e unici responsabili della tensione che si è creata ieri a Cremona – si legge nel comunicato del CSA Dordoni - I danneggiamenti di banche e del comando della Polizia Locale, avvenuti sul finire del corteo, erano ampiamente evitabili...
Dopo l'attacco premeditato e scientificamente organizzato di domenica pomeriggio al centro sociale Dordoni, con Emilio che ancora lotta per la vita in un letto d'ospedale, la rabbia nel corteo era tanta: i responsabili di tutto ciò rimangono gli assassini di Casapound e la Questura di Cremona”. Soprattutto se si pensa che a distanza di una settimana dal tentato omicidio di Emilio nessun fascista di Casa pound è stato arrestato e tra gli 8 indagati a piede libero ci sono anche quattro militanti del CSA.
A dir poco infame è stato in tal senso il commento del sindaco PD Gianluca Galimberti che ha definito i manifestanti "Vigliacchi delinquenti" ma non ha mosso un dito per impedire ai fascisti di Casapound di agire indisturbati e di aprire perfino una sede in centro città. Anzi ha colto la palla al balzo per minacciare l'annullamento del prossimo concerto dei 99 Posse “colpevoli” di aver solidarizzato coi militanti e gli antifascisti del CSA Dordoni esaltando giustamente la violenza di massa contro la violenza dei fascisti e del governo Renzi che li copre e li difende.
Intanto davanti alla sede dei fascisti di Casapound è comparso un cartello “Vendesi” affisso sulla serranda abbassata. Non si sa ancora se la notizia della chiusura e della vendita sia vera, o se sia stata una messa in scena di Casapound per evitare lo scontro con gli antifascisti.
In ogni caso noi chiediamo che tutti i covi fascisti presenti su tutto il territorio nazionale vengano immediatamente chiusi e tutti i gruppi fascisti e neofascisti vengano sciolti.
28 gennaio 2015