Per arrestare il calo degli iscritti
Il PD promette sconti a teatro a chi prende la tessera del partito
Sconti a teatri, cinema e musei a chi prende la tessera del PD, come fanno le Coop, l'Aci, il Touring club e altre associazioni per incrementare le iscrizioni: l'idea è venuta alla responsabile cultura del PD bolognese, Isabella Angiuli, per fronteggiare il crollo del tesseramento, che nel 2014 è stato massiccio in tutta Italia ma che ha punito severamente anche il capoluogo emiliano, così come del resto l'intera regione.
Dopo il flop delle primarie dello scorso settembre, a cui avevano partecipato appena in 58 mila, seguito dal tracollo della partecipazione alle regionali di novembre, dove l'affluenza ai seggi è stata solo del 37% e il PD ha perso quasi 700 mila voti rispetto alle recenti europee, puntualmente è arrivato anche il contraccolpo sulle iscrizioni al partito. Iscrizioni che, ormai prossimi alla conclusione della campagna per il 2014, segnano un netto calo del 20% a livello regionale e del 25% a Bologna. Nel capoluogo, infatti, soltanto 14 mila dei 19 mila iscritti del 2013 hanno rinnovato la tessera, mentre in tutta la regione mancano all'appello circa 16 mila tessere. Lo stesso sindaco Merola ha ammesso che dal 2010 gli iscritti si sono quasi dimezzati in città.
E se questa è la situazione a Bologna e in Emilia Romagna, che sono le roccaforti del PD, c'è da immaginarsi quale possa essere nel resto d'Italia. Immaginarselo in senso letterale, perché il PD nazionale non ha ancora diffuso i dati definitivi della campagna di tesseramento per l'anno appena concluso. Se si va a cercarli sul sito del PD si viene avvisati che la campagna è chiusa, ma da nessuna parte compaiono i risultati. Nessuna risposta neanche se li si va a cercare col motore di ricerca interno, che alle parole chiave “tesseramento”, “tesseramento 2014”, “iscrizioni PD” ecc. risponde invariabilmente con un laconico “nessun risultato trovato”.
Gli ultimi dati conosciuti erano quelli dello scorso settembre, comparsi in un articolo su “La Repubblica” del 3 ottobre, dove si parlava di 100 mila tessere rinnovate su circa 539 mila, appena un quinto cioè di quelle del 2013. Dati smentiti dal vice di Renzi, Guerini, che aveva parlato invece di 239 mila iscrizioni, a suo dire “in linea” con l'anno precedente in quanto 300 mila delle 539 mila tessere del 2013 sarebbero state “gonfiate” da iscrizioni fatte alla vigilia dei congressi che hanno decretato il trionfo di Renzi.
Come se questa fosse un'attenuante, e non semmai un'aggravante che getta ancor più discredito sul PD e sui metodi con cui la cricca del Berlusconi democristiano se ne è impadronita, facendo aumentare in proporzione la delusione e la disaffezione degli iscritti che stanno abbandonando in massa disgustati questo partito. Basti pensare al PD romano immerso fino al collo nello scandalo di “Mafia Capitale”, con i pacchi di tessere in bianco comprati dai capibastone locali, i pacchi di pasta in cambio di voti e le file di Rom presi dai campi nomadi gestiti dalla banda Buzzi-Carminati e portati a votare alle primarie romane. Per non parlare delle recenti primarie della Liguria, vinte dalla renziana Paita coi voti di Forza Italia e quelli comprati di migliaia di immigrati reclutati per l'occasione.
Il crollo delle tessere ha raggiunto un tale livello di allarme che, anche senza considerare i casi di vera e propria compravendita mafiosa di tessere e di voti a cui si sta sempre più assistendo, i circoli e le federazioni cercano di correre ai ripari allentando i controlli sul tesseramento per gonfiare le iscrizioni, col risultato di aumentare lo stesso le infiltrazioni da destra. Clamorosa a questo proposito la beffa de “Il Giornale” berlusconiano, che è riuscito a iscrivere online il tesserato Benito Mussolini al PD di Predappio, con tanto di password “faccettanera”; e senza che nessuno avesse trovato nulla da obiettare, anzi con i complimenti in automatico al neo iscritto Benito Mussolini firmati “il segretario nazionale Renzi”.
Non c'è da stupirsi perciò se adesso siamo arrivati anche alle iniziative promozionali come quella di Bologna, che cerca di attrarre iscritti con sconti sui biglietti di cinema e teatri. Che anche se sono offerti alla luce del sole, non sono poi tanto diversi, da un punto di vista politico e morale, dai pacchi di pasta delle primarie romane. Se non dalle famose scarpe spaiate dell'armatore napoletano Achille Lauro, la sinistra prima del voto e la destra dopo, che stringi stringi sono sempre il modello originale a cui certe squallide iniziative politico-commerciali finiscono per assomigliare.
28 gennaio 2015