Oliverio neogovernatore PD della Regione Calabria presenta una giunta di borghesi, neofascisti e filomafiosi
L'assessore De Gaetano (ex PRC ora PD) votato dalla 'ndrangheta
Parte malissimo il neo governatore della Regione Calabria Mario 'palla palla' Oliverio (PD).
Dopo oltre 2 mesi dalle elezioni regionali del 23 novembre che lo hanno visto raccattare 490mila voti su oltre 1 milione e 800mila aventi diritto, il 60% dei quali si è astenuto, e che quindi lo vedono rappresentare poco più di 2 calabresi su 10, uno in meno del predecessore, il fascista mal-ripulito e condannato Scopelliti, ha finalmente presentato la sua giunta.
Anzi mezza giunta: gli restano ancora da nominare 3 assessori giacché una, la Lanzetta, si è già dimessa. Dei 4 assessori già nominati poi ben 3 sono sotto inchiesta.
Il ritardo nella presentazione della giunta è dovuto alla lotta intestina fra i capibastone locali del “centro-sinistra”, in particolare del PD (Oliverio stesso è espressione della “sinistra” interna e non dei renziani del segretario regionale Magorno) e anche degli alleati di fatto del PD cioè i fratelli Antonio e Pino Gentile dell'NCD, che si sono accordati (anche se non ufficialmente, non ancora almeno) con lui, come ampiamente previsto in campagna elettorale, nonostante che Oliverio conti una maggioranza di 19 deputati regionali su 30.
Alleanza dovuta all'enorme potere che i Gentile hanno nel settore dei lavori pubblici come nella sanità regionale, in particolare nell'Asp cosentina e frutto appunto anche delle divisioni interne alla coalizione “vincente” che rischiavano di rendere i 4 voti di maggioranza troppo “ballerini” specie in una regione dove il trasformismo politico borghese la fa da padrone e che si è concretizzata fin dalla prima seduta del nuovo consiglio regionale con l'elezione a presidente del consiglio di Antonio Scalzo del PD (che “palla-palla” non avrebbe voluto nemmeno ricandidare perché rinviato a giudizio a Catanzaro per illeciti nella gestione dell'Arpacal, agenzia regionale protezione dell'ambiente e che invece con grande faccia di bronzo ha poi imposto sullo scranno più alto di Palazzo Campanella), e l'elezione a vicepresidenti proprio di Pino Gentile (in passato sindaco di Cosenza, assessore uscente ai lavori pubblici delle giunte regionali Scopelliti e Stasi della destra oltreché avversario, perdente, dello stesso Oliverio alle provinciali di Cosenza del 2009) e di Francesco D'Agostino della lista Oliverio Presidente.
Gli assessori nominati sono: Vincenzo Ciconte, cardiologo, vicepresidente della giunta con delega al bilancio, dal 2010 è deputato regionale del PD.
Carlo Guccione, assessore al lavoro e politiche sociali, vecchio rottame portaborse di Adamo ed Oliverio stesso, proviene dal PCI revisionista come loro, fu segretario della FGCI di Cosenza ed è membro della direzione nazionale del partito del Berlusconi democristiano Renzi. Sia Ciconte che Guccione sono indagati dalla Finanza per il caso “Rimborsopoli”, cioè per rimborsi non dovuti percepiti dai consiglieri regionali.
Maria Carmela Lanzetta, farmacista, ex sindaco di Monasterace (Reggio Calabria) ed ex ministro degli affari regionali del governo Renzi, rispedita in Calabria per volere del nuovo Berlusconi anche per liberare la poltrona per altri arnesi rimasti a bocca asciutta, con la delega alle Riforme Istituzionali, Cultura e Pubblica Istruzione.
Antonino “Nino” De Gaetano, reggino, una vita nel PRC, oggi nel PD, in passato assessore comunale a Reggio con Falcomatà senior, poi assessore al lavoro con Agazio Loiero, non ricandidato in consiglio regionale perché ha superato le due consiliature consecutive, ma voluto da Oliverio in giunta come assessore al Lavori Pubblici Infrastrutture eTrasporti.
Proprio la nomina di De Gaetano ha aperto un caso politico nazionale, il neo assessore, indagato anche lui per “rimborsopoli” sembra inoltre organico alla famigerata 'ndrina dei De Stefano-Tegano, temibile 'ndrina del quartiere Archi nel nord di Reggio Calabria, tanto che, in chiave voto di scambio, manifesti e materiale elettorale di De Gaetano furono trovati nel 2010, durante le regionali nelle quali correva con Rifondazione, proprio nel bunker di Giovanni Tegano, lì nascosto da latitante, considerato fra i primi 30 più pericolosi d'Italia, condannato all'ergastolo per omicidio e associazione mafiosa.
“Cumpare Giuvanni' viene arrestato il 26 aprile dello stesso anno dopo essere stato fra i più potenti e sanguinari capimafia di sempre, fautore negli anni '70 della rottura con la vecchia 'ndrangheta agro-pastorale di "Ntoni Macrì e la nuova, da lui e sodali diretta, che entra nei salotti buoni, nella massoneria, gestisce le grandi opere, gli appalti, si insinua nell'alta finanza producendo fra l'altro un fiume di morti ammazzati, la prima e la seconda guerra di 'ndrangheta che trasformarono nei decenni passati l'intera regione e Reggio in particolare appunto in un vero e proprio teatro di guerra.
De Gaetano sembrerebbe essere stato sostenuto anche dalla 'ndrina Strangio di San Luca, alleata dei Tegano.
Non è ufficialmente indagato anche se il procuratore Federico Cafiero De Raho, sostiene che sono in corso accertamenti, però in una missiva della polizia di stato che ne chiedeva l'arresto, negato allora dai magistrati, nell'ambito del processo “Il Padrino” della DDA di Reggio del 2012 che nello scorso dicembre ha portato all'arresto di 25 esponenti della temibile 'ndrina reggina si legge che vi era nelle regionali del 2010 “l’impegno della cosca di Archi dei Tegano nel far propaganda elettorale a favore dell’esponente Nino De Gaetano, attraverso in particolare l’attività di mediazione dei fratelli Pellicanò, Giovanni e Francesco, associati apicali della predetta associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetista”.
De Gaetano si difende e si dice disposto a dimettersi nel caso in cui il tutto dovesse essere provato, ma con la sua nomina la frittata, per Oliverio è ormai fatta:Maria Carmala Lanzetta si dimette da assessore perché dice: “Non ci sono le condizioni di chiarezza sulla posizione dell'assessore De Gaetano”.
Si muove perfino lo stesso governo Renzi tramite il sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Del Rio con un messaggio di disapprovazione della nomina di De Gaetano ad assessore.
Oliverio difende la nomina di De Gaetano sostenendo che siccome non vi sono indagini su di lui, la scelta sarebbe legittima ed il resto solo “disinformazione”.
Insomma vorrebbe far credere che tutto è a posto o che al limite ha effettuato una scelta non ponderata, ma è credibile che un vecchio dinosauro della politica (occupa poltrone ininterrottamente dal 1980) effettui una nomina in odore di 'ndrangheta che comunque è un danno anche per la sua già screditata immagine e per quella della sua giunta, appena insediata (e nemmeno tutta)? Proprio lui poi che ha lavorato per anni per scalare Palazzo Alamanni? Lo vada a raccontare a qualcun altro!
La verità è che “palla-palla” e compari oggi più di ieri sono al servizio della borghesia della quale è parte integrante la 'ndrangheta, e questa nomina dimostra che sono appunto al servizio diretto anche delle 'ndrine e dei loro interessi.
Oliverio sa benissimo chi è De Gaetano e chi sono i Tegano, la verità è che la sua giunta è una giunta borghese, neofascista e filomafiosa a tutti gli effetti, come e peggio di quella di Scopelliti.
Mancano dunque 3 assessori da nominare, che completeranno la giunta dopo la definitiva approvazione del nuovo statuto regionale le cui ipotesi di riforma sono tutti in chiave federalista e presidenzialista, con tanto di ridimensionamento dei poteri del consiglio regionale (i cui membri sono 30 e non più 50 come la scorsa consiliatura) a tutto vantaggio di quelli della giunta e del suo presidente.
Bisogna combattere la giunta del rinnegato Oliverio al servizio della borghesia e della 'ndrangheta, (la quale come dimostrano le vicende di questi giorni continua a crescere anche fuori dalla Calabria, vedi l'Expo, le vicende della ricostruzione post terremoto in Emilia, i fatti di Roma, e così via), e che opera in perfetta sinergia con il governo del Berlusconi democristiano Renzi e con la Ue imperialista.
Lavorando perché il crescente astensionismo venga concepito come un voto dato al PMLI e al socialismo, innescando la lotta di classe fuori dalle marce istituzioni borghesi in camicia nera, per il lavoro, lo sviluppo e l'industralizzazione della Calabria e dell'intero Mezzogiorno.
Lottiamo contro la giunta regionale filomafiosa del rinnegato Oliverio!
Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del Socialismo basate sulla democrazia diretta e a carattere permanente: le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari!
Per la Calabria al servizio del popolo e dal popolo governata!
Per l'Italia Unita, Rossa e Socialista!
Giordano - provincia di Cosenza
4 febbraio 2015