Accolto da un fitto lancio di arance e uova
Salvini contestato a Palermo
Il leader fascista e razzista della Lega circondato da ex Dc e M5S

Dal corrispondente della Cellula “1° Maggio-Portella 1947” di Palermo
Durissima contestazione a Palermo al leader fascista e razzista della Lega accolto con uova e ortaggi, davanti all'hotel delle Palme di Palermo, l'hotel più lussuoso del capoluogo, noto per i summit di mafia ed ora scelto per ospitare il boss della Lega che incontra i suoi simpatizzanti per presentare la nuova formazione “Noi con Salvini” che sarà presente alle prossime consultazioni amministrative in Sicilia.
Ma non gli è andata bene domenica 8 febbraio: in diverse centinaia, tenuti lontani da uno schieramento di “forze dell'ordine” in assetto antisommossa e richiamati dai manifesti affissi sui muri della città “Salvini Palermo non perdona. Giornata dell'orgoglio terrone”, hanno partecipato ad una combattiva contestazione per dare la “giusta accoglienza” al leader della Lega.
Salvini è stato sommerso da un lancio di uova e ortaggi. Tra i cartelli “Lega ladrona, Palermo non perdona”, “Salvini non dimentichiamo gli insulti contro la Sicilia”, “Salvini, Palermo non ti vuole!”, “Salvini Pinnolone” (Salvini cretino), “La crisi siete voi”, “I leghisti aiutiamoli a casa loro”, “Firenze 13/12, Cremona 18/01 Fascio-Leghisti assassini”, “Leghisti siete la casta”, “Valigia di cartone fa rima con terrone”, “Leghisti corrotti”, “Ma quale novità! La Lega governa da 20 anni!”. “Je suis terun” e “Meglio terrone che leghista coglione”, "Salvini sta a Palermo come il dado nella caponata". Sui muri della città campeggiavano diverse scritte: “Salvini topo di fogna”.
Il leader della Lega, tappatosi dentro la sala conferenza, circondato da ex-DC ed esponenti o militanti del M5S che, come dichiara lo stesso Salvini, “stanno bussando alle porte della Lega”, snocciola le solite chiacchiere: "La mafia è il nemico pubblico numero uno" e “Chiunque puzzi di mafia da qui al terzo grado di parentela deve ritenerci nemici. Non mi interessa raccattare un voto in più da gente chiacchierata”. E intanto ripropone la solita immangiabile minestra di politicanti borghesi avariati, come giustamente recitava un cartello tenuto ben alto durante la contestazione “Salvini sei nuovo come Berlusconi”. Non c'è neanche molto da cercare per capire come è fatto il suo nuovo partito. E' significativa la stessa felpa bianca candida con la scritta “Sicilia”, con cui si è presentato a Palermo in un disperato tentativo di risultare simpatico. Costui cerca consensi in quella Sicilia bianca che oggi sta tenendo in piedi il governo Renzi e che ha prima ha supportato Berlusconi, quella che esprime il guerrafondaio presidente Sergio Mattarella, o il ministro dell'interno Angelino Alfano, l'ex democristiano boss di Agrigento. Tra i pezzi da museo del “nuovo” partito di Salvini troviamo Angelo Attaguile, deputato alla Camera, nato nello stesso paese dell'ex-governatore Raffaele Lombardo e con lui cresciuto politicamente. Angelo Attaguile è di quegli esponenti ex-DC siciliani in grado di indossare qualsiasi casacca, pur rimanendo bianchi per patrimonio genetico. E' infatti figlio dello storico senatore democristiano Gioacchino Attaguile, andreottiano due volte sottosegretario alle Finanze nei governi Rumor e Colombo. Angelo Attaguile e Raffaele Lombardo hanno iniziato la loro carriera politica da giovanissimi proprio grazie al senatore padre. Adesso don Raffaele è condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e Angelo invece dal 2013 è segretario della Commissione parlamentare antimafia e dal 25 gennaio 2015 è responsabile della lista "Noi con Salvini" per la Sicilia.
Che dire poi della “tragedia” che ironicamente si è abbattuta su Salvini proprio il giorno del suo contestatissimo arrivo a Palermo, quando il consigliere Giuseppe Faraone, ex-Udc, adesso nel “Megafono” di Crocetta, e recentemente nel movimento “Noi con Salvini”, è finito in manette con l'accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso? Salvini ha minacciato una valanga di querele “nei confronti di chi si ostina a dare spazio a false notizie” relative all'appartenenza di Faraone al suo movimento, ma fatto sta che nell'immagine pubblicata in questa pagina e tratta dal sito del comune di Palermo c’è la sua adesione a “Noi con Salvini” con tanto di simbolo e di funzione. Sembrerebbe il capogruppo. Dunque?
Non è per nulla vero che la Lega può offrire alla Sicilia “alcune risposte che i partiti non hanno saputo offrire”, come ha detto Salvini. Il movimento “Noi con Salvini” è la summa di tutto ciò che nei decenni ha portato la Sicilia alla catastrofe politica, economica e sociale. E poi basta guardare a come ha governato regioni e comuni del Nord Italia, tra corruzione, razzismo e sostegno sfegatato agli interessi delle borghesie locali e non certo a quelli dei lavoratori e delle masse popolari.
 

11 febbraio 2015