Al direttivo Filctem-Cgil di Pisa
Cammilli: “Non dare partita vinta a Renzi, riprendere subito la mobilitazione dei lavoratori”
Approvato un ordine del giorno per nuove azioni contro Jobs Act, la “riforma” Fornero e la legge di stabilità
Interventi molto duri contro il governo che porta avanti la politica di Berlusconi e della Ue
Redazione di Fucecchio
Lunedì 2 febbraio si è svolto il primo direttivo provinciale del 2015 della Filctem-Cgil (chimici, elettrici, tessili e abbigliamento), nei locali della Camera del lavoro di Pisa. Il segretario della categoria Domenico Contino ha aperto la sua relazione commentando il bilancio preventivo 2015 dove si evidenzia la diminuzione delle entrate dal tesseramento pur restando invariato il numero degli iscritti. Dati che confermano la grave crisi economica della provincia di Pisa con tanti lavoratori passati dalla piena occupazione al precariato o alla mobilità, con il conseguente abbassamento delle quote.
Al momento rimane forte la rottura tra il sindacato e questo esecutivo, anche se la denuncia poteva essere fatta in maniera più netta. Ma Contino non è sembrato preoccuparsi tanto dell'atteggiamento attendista della Cgil. Un altro funzionario ha denunciato come i primi decreti attuativi del Jobs Act non spiegano tanto come saranno le nuove assunzioni, ma la maniera in cui si potrà licenziare, poiché è questo lo scopo dei decreti sul lavoro, e non certo quello di favorire l'occupazione.
Gli interventi dei delegati sono stati tutti molto duri contro il governo accusato di portare avanti la stessa politica di Berlusconi e dell'Unione Europea imperialista, e in certi casi con maggiore arroganza e determinazione rispetto al passato. Un operaio ha spiegato che nella sua ditta, una conceria di pellami, il padrone vuole installare delle telecamere con la scusa della sicurezza e quando gli è stato risposto che la RSU non era d'accordo, il titolare gli ha risposto “ma adesso con il Jobs Act io lo posso fare tranquillamente”. Un esempio degli effetti pratici della cancellazione del diritto del lavoro borghese.
Anche il compagno Andrea Cammilli ha fatto sentire la sua voce associandosi alle critiche dei lavoratori sui decreti attuativi, sull'eliminazione dell'articolo 18 e anche sui nuovi ammortizzatori sociali, ovvero sulla nuova- Aspi che pur estendendo la platea degli aventi diritto cancella la mobilità e la cassa integrazione in deroga. Forte denuncia anche dell'inganno del TFR in busta paga, una truffa che specula sul bisogno di denaro dei lavoratori a reddito più basso, che tassa la liquidazione in anticipo e in misura maggiore di quanto avvenga adesso tenendo il TFR in azienda.
In particolare il compagno ha insistito sulla necessità di continuare con la mobilitazione, anche dopo le dimostrazioni di disponibilità alla lotta mostrate dai lavoratori. Non dare partita vinta a Renzi e far ripartire immediatamente le iniziative, compresa quella di un nuovo sciopero generale. Già le prime manifestazioni sono partite in ritardo (ottobre 2014) e il prossimo direttivo nazionale è stato indetto per il 18 febbraio, veramente troppo tardi rispetto ai continui attacchi del governo e ai primi decreti attuativi che stanno disegnando un Jobs Act addirittura peggiore alle previsioni.
Il direttivo si è concluso con l'approvazione di un OdG dove si chiede alla segreteria nazionale uno scatto affinché tutta l'organizzazione sviluppi la lotta contro il Jobs Act e la legge di stabilità, compreso il Tfr in busta paga in esso contenuto, e si ponga son forza l'obiettivo di affossare la controriforma pensionistica della Fornero che sta creando tanti danni ai lavoratori e alla creazione di nuova occupazione.
11 febbraio 2015