Viva il Documento dell’Ufficio politico del PMLI sui fatti di Parigi
La contraddizione principale è tra l’imperialismo ed i popoli oppressi
Il Documento dell’Ufficio politico del PMLI sulle azioni militari di stampo terroristico, da parte degli islamici antimperialisti del 7 gennaio a Parigi, rappresenta un vero e proprio rosso punto di riferimento per ogni sincero democratico che abbia a cuore la sorte dei popoli oppressi dal giogo dell’imperialismo. Nel Documento viene chiarito di chi sono le responsabilità degli attentati e le criminali colpe dei capitalisti occidentali che, con il loro braccio armato rappresentato dagli eserciti imperialisti, sottomettono e sfruttano i paesi islamici del Medio oriente ed i loro popoli. Come chiarito dal Documento dell'Ufficio politico la contraddizione principale della questione è tra l'imperialismo ed i popoli oppressi in lotta per la loro libertà. Tutti i popoli hanno diritto all'autodeterminazione, alla libertà e all'indipendenza e devono risolvere da sé le proprie contraddizioni interne senza ingerenze altrui.
Le responsabilità storiche ed attuali dell’imperialismo nel Medioriente
Come perfettamente esposto dal Documento dell'Ufficio politico le responsabilità dell'attentato ricadono interamente sugli imperialisti occidentali che, esattamente da cento anni, opprimono e sfruttano i popoli del Medio oriente. L'area attualmente interessata dalla rivolta degli islamici antimperialisti che hanno costituito lo Stato islamico (ISIS), corrispondente a parte dei territori di Siria ed Iraq, è stata occupata dagli imperialisti francesi ed inglesi al termine della prima guerra mondiale. Sconfitto l'Impero ottomano, che per secoli aveva oppresso i popoli di questi Paesi, l'imperialismo francese ed inglese si sono ripartiti le sue spoglie in barba ai principi di libertà e democrazia con cui, un secolo fa come oggi, si riempivano la bocca. Come veri e propri sciacalli tanto la borghesia francese quanto quella inglese hanno sfruttato in ogni modo questi Paesi, depredandoli delle materie prime ed utilizzandoli come mercati di sfogo per vendere le proprie merci. L'occupazione militare francese dell'attuale Siria e quella inglese di quanto resta dell'Iraq non hanno davvero avuto nulla da invidiare a quella dei nazisti in Polonia.
Le truppe coloniali francesi ed inglesi, al servizio delle rispettive borghesia nazionali, hanno per decenni represso nel sangue ogni richiesta di autonomia e libertà dei popoli da loro oppressi. Rapine economiche e massacri si sono susseguiti costantemente per tutti i lunghi anni dell'occupazione che terminò solo con la fine della seconda guerra mondiale. Nella seconda metà di maggio del 1945, mentre in Europa si festeggiava l'Armata Rossa di Stalin che aveva dato un contributo decisivo alla sconfitta del nazismo e con esso l'imperialismo tedesco, gli imperialisti francesi, oramai consapevoli di stare per perdere il controllo diretto della Siria, scatenarono il massacro. In risposta alle manifestazioni popolari che chiedevano l'indipendenza del Paese le truppe coloniali francesi bombardarono per 36 ore la città di Damasco causando migliaia e migliaia di morti tra i civili. Anche se, almeno da un punto di vista strettamente formale, il dominio coloniale sul Medio oriente ha avuto termine, come abbiamo detto, con la fine della seconda guerra mondiale, gli imperialisti europei, a cui nel corso degli anni si sono affiancati in modo preponderante quelli statunitensi, hanno continuato a ingerirsi nelle vicende interne delle loro ex-colonie.
Sfruttamento economico per tramite di multinazionali protette dai corrotti sistemi politici locali, appoggio a colpi di stato e dittature militari, sostegno incondizionato allo Stato fascista di Israele come gendarme locale. Insomma, l'imperialismo occidentale non ha mai smesso di opprimere e sfruttare i popoli locali pur di offrire larghi margini di profitto alle rispettive borghesie nazionali. Attualmente l'imperialismo francese è uno dei più aggressivi, non solo nei confronti della Siria, ma di tutta una serie di Paesi a forte maggioranza islamica. Senza soluzione di continuità le presidenze del destro Sarkozy e del socialista Hollande sono state caratterizzate da continue ingerenze ed aggressioni militari aventi il fine di riportare l'imperialismo francese ai vecchi fasti coloniali. In quest'ottica si configurano i bombardamenti sulla Libia, gli interventi in Costa d’Avorio e Mali, la cooperazione con gli imperialisti americani in Nigeria e le pressioni interventiste per bombardare la Siria al fine di distruggere il regime di Assad.
Di fronte all'aggressività dell'imperialismo francese i popoli aggrediti non hanno forse il diritto di difendersi? La resistenza all'imperialismo, oltre ad esercitarsi nei paesi di origine (molti dei quali militarmente occupati) si è inevitabilmente estesa anche all'interno dei Paesi imperialisti stessi. La Francia, la potenza imperialista europea più aggressiva, è stata la prima ad essere colpita. Il governo francese, così come tutti i Paesi imperialisti europei per non mettere a repentaglio la sicurezza dei loro popoli, che del resto sono le prime vittime delle loro politiche aggressive, devono immediatamente ritirare i propri eserciti dai Paesi che occupano e fare cessare ogni ingerenza negli affari degli altri Paesi.
La disinformazione sull'attacco all'imperialismo francese
Come magistralmente espresso dal Documento dell'Ufficio politico è in atto da anni una guerra tra gli islamici antimperialisti e l'imperialismo che saccheggia e domina, o cerca di dominare con le armi, i loro Paesi. L'attacco al settimanale satirico islamofobico “Charlie Hebdo” di Parigi rientra in questo quadro e si configura come una azione di guerra che è stato l'imperialismo a scatenare. Dopo gli attenti terroristici di Parigi ad opera degli antimperialisti islamici la campagna di disinformazione borghese ha immediatamente cercato di nascondere la vera matrice che sta dietro agli attentati: il desiderio di libertà dei popoli oppressi dall'imperialismo. Tanto la destra quanto la “sinistra” borghese, salvo rarissime voci contrarie, hanno cercato di dimostrare che i Paesi imperialisti occidentali sono i “buoni”, quelli dalla parte della ragione, colpiti dalla “immotivata furia terrorista” di matrice islamica. I fascisti, che stanno risollevando la testa forti del loro pieno accreditamento da parte dei media e delle corrotte Istituzioni borghesi, hanno fatto a gara per accreditare l'equazione Islam uguale terrorismo e dare sostanza a una campagna islamofoba che continua con i ricattatori inviti a tutti gli islamici perché si dissocino dal terrorismo.
I media borghesi, sfruttando i comprensibili sentimenti di sconcerto e di paura dei popoli europei, per confondere le idee delle masse hanno sollevato mille questioni secondarie assolutamente false e marginali: pericolo islamico, invasione dei migranti, libertà di stampa e democrazia occidentale minacciate, violenza dell'Islam... e chi più ne ha più ne metta! Se è vero che la situazione internazionale è assolutamente complessa e ingarbugliata è altrettanto vero che si può fare chiarezza, forti dell'invincibile marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Rifacciamoci proprio a quanto affermato da Mao: "(…) in ogni processo, se in esso esistono numerose contraddizioni, ve ne è necessariamente una principale, che ha una funzione determinante, decisiva, mentre le altre hanno una posizione secondaria e subordinata. È quindi necessario, nello studio di ogni processo, che sia complesso e contenga più di due contraddizioni, fare ogni sforzo per trovare la contraddizione principale. Una volta trovata questa contraddizione principale, è facile risolvere tutti i problemi.”
Qual è dunque la contraddizione principale che sta alla base della vicenda degli attentati di Parigi? Non devono esserci dubbi a riguardo: quella che intercorre tra l'imperialismo ed i popoli oppressi, sue vittime. Questo è il bando della matassa che rende chiara la situazione e permette di affrontarla correttamente.
I Paesi ed i popoli oppressi dall'imperialismo sono le vittime ed essi vanno appoggiati nella loro lotta di liberazione per l'indipendenza nazionale. Nella loro sacrosanta lotta i popoli oppressi vanno appoggiati indipendentemente dalla loro religione, dal loro ordine di valori e dalla politica delle formazioni che li guidano e che godono della loro fiducia. Indipendentemente dalle concezioni politico-religiose espresse dai loro leader e dai loro combattenti (ah, quant'è attuale la splendida, e da noi richiamata più volte, citazione di Stalin sull'emiro afghano!). Tale appoggio non deve ovviamente essere incondizionato ma gestito in modo tattico, applicando correttamente la linea del Fronte unito, in questo caso quello a carattere antimperialista, del Partito. I popoli oppressi devono liberarsi dall'imperialismo che li opprime ed i loro Paesi devono conquistare la piena sovranità politica, economica e giuridica. Ottenuta l'indipendenza saranno i popoli interessati a risolvere le loro contraddizioni interne ed a fare i conti con le proprie classi sfruttatrici.
Unità antimperialista
L'imperialismo ed il capitalismo sono nemici di tutti i popoli, sia quelli dei Pesi che subiscono occupazioni ed aggressioni militare sia quelli dei Paesi imperialisti stessi. Il proletariato e le masse popolari francesi sono le prime vittime delle politiche dei suoi governanti, si tratti del destro Sarkozy o del socialista Hollande. La classe dominante borghese, per mezzo dei suoi politici burattini, opprime le masse del proprio Paese e, quando ne ha i mezzi, non esita ad aggredire e sfruttare anche i popoli di altri Paesi. Il capitalismo ha un solo obiettivo: il massimo profitto. Tutti i popoli sono sue vittime indipendentemente dalla religione e dalla nazionalità. Non è certo un caso che la borghesia cerchi di convincere il popolo che il nemico ora è il terrorismo islamico. I governanti imperialisti invitano all'unità nazionale per difendere la libertà e i “valori” dell'Europa e dell'Occidente. In realtà invitano a difendere il capitalismo, la dittatura della borghesia, le loro istituzioni antipopolari e la loro politica imperialista e interventista. Non devono esserci dubbi sul fatto che le masse devono respingere questa fandonia così da non essere coinvolti nelle guerre imperialiste e nei crimini che commettono gli imperialisti in nome della falsa democrazia e della falsa umanità. Gli antimperialisti islamici sono dei soldati che combattono per l'indipendenza e la libertà dei propri Paesi, perciò vanno appoggiati. Questo non significa condividere l'intera loro strategia. Soprattutto non condividiamo gli atti terroristici contro incolpevoli e innocenti civili. Al loro posto agiremmo diversamente, ma non possiamo non prenderne atto. E' legittima difesa, un tentativo di far capire agli aggressori imperialisti che devono abbandonare i loro Paesi per essere lasciati in pace. Spetta a noi marxisti-leninisti far capire queste cose al popolo italiano, che è ingannato e manipolato dalla propaganda degli imperialisti.
L'imperialismo è nemico di tutti i popoli e quindi deve essere combattuto da tutti gli antimperialisti del mondo, non solo dai popoli direttamente interessati. Il contributo più grande che può dare il popolo italiano è quello di combattere il proprio imperialismo.
Come dice il Documento dell'Ufficio politico, “bisogna lottare contro l'imperialismo, segnatamente contro l'Unione europea imperialista e contro il governo del Berlusconi democristiano Renzi, che è in prima linea sul fronte dell'interventismo militare imperialista. L'Italia deve uscire dall'Unione europea e dalla Nato, chiudere tutte le basi Usa e Nato che sono nel nostro Paese, ritirare i suoi soldati da tutti i Paesi in cui sono attualmente presenti, coerentemente all'articolo 11 della Costituzione, rinunciare a ogni intervento armato all'estero, anche se con l'elmetto dell'Onu e aprire le frontiere ai migranti”. Solo così possiamo essere sicuri che gli islamici antimperialisti non tocchino il nostro Paese e il nostro popolo. La lotta al governo del Berlusconi democristiano Renzi, governo che deve essere abbattuto il prima possibile, rientra in quest'ottica.
11 febbraio 2015