In visita al golpista al-Sisi al Cairo
Per Putin sono “insufficienti” le misure internazionali contro lo Stato islamico
Pur nei momenti cruciali della trattativa sulla crisi ucraina il president russo Vladimir Putin non ha rimandato il previsto viaggio al Cairo del 9 febbraio per una visita al golpista Abdel Fattah al-Sisi di cui era stato sponsor nella campagna presidenziale che lo ha portato a prendere il posto dell'ex dittatore Mubarak dopo la parentesi del governo islamico. E gli ha portato un regalo significativo, un kalashnikov AK-47. Non poteva mancare alla visita anche per cogliere l'occasione di rafforzare i legami tra con l'Egitto in un momento in cui i legami del Cairo con il concorrente imperialismo americano non sono ancora del tutto distesi. Non a caso con Sisi ha parlato anche della possibilità che il dollaro venga escluso negli scambi bilaterali Cairo-Mosca.
In un’intervista al quotidiano egiziano al-Ahram, Putin tra l'altro si è soffermato sulla situazione mediorientale e in particolare ha definito insufficienti le misure internazionali contro lo Stato islamico (Is). L'imperialismo russo difende il regime di Assad ma non può fare altro in Siria e in Iraq, terreno riservato all'imerialismo occidentale; non gli resta che “fare il tifo” contro l'Is che si è conquistato simpatie nelle popolazioni islamiche della periferia asiatica dell'impero russo.
18 febbraio 2015