200 milioni di soldi pubblici ai gestori privati
Aeroporti toscani, il “cerchio magico” di Renzi regista della fusione tra Pisa e Firenze
Il fedelissimo del premier Carrai alla guida della nuova società. Il Comune di Pisa si piega a governo e regione
Contrarietà dei comitati della piana e dell'universita' di firenze
Dal nostro corrispondente della Toscana
Pochi giorni fa, il 10 di febbraio, al primo piano dell'aeroporto di Pisa si è realizzata la fusione tra gli aeroporti di Pisa (Sat) e Firenze (Adf) ed è nata la società unica Toscana Aeroporti. C'era già il via libera dell’assemblea dei soci di Adf, società del “Vespucci” di Peretola, che in assemblea ha approvato l'operazione in poco più di mezz'ora senza alcun problema. A Pisa invece la proposta di fusione del “Galilei” avanzata da Corporation America
, prima azionista dei due gruppi, è passata con il 99,96% del capitale rappresentato nell’assemblea dei soci Sat.
Contrari il comitato dei piccoli azionisti e le associazioni cittadine.
Si parla di fusione per incorporazione di Adf in Sat, con attribuzione al consiglio di amministrazione della società pisana di una delega per aumentare il capitale sociale che renda effettiva la fusione stessa. Per questo saranno emesse nuove azioni da offrire in cambio agli azionisti di Adf. Il rapporto di cambio è stato fissato nella misura di 0,9687 azioni ordinarie Sat per ogni azione ordinaria Adf. Tale rapporto implica un valore economico di Sat superiore di circa il 13% rispetto al valore di Adf. La società unica Toscana Aeroporti Spa, quotata in borsa e con sede a Firenze, dovrà raggiungere l’obiettivo dei 12 milioni di passeggeri complessivi al 2029, traguardo che porterebbe il polo Galilei-Vespucci al terzo posto in Italia dietro Roma e Milano.
Chi gestisce Adf e Sat
E' interessante capire quali sono le società interessate e chi c'è al loro comando.
Iniziamo dalla promotrice dell'operazione, la società argentina Corporation America
, che è divenuta socia di maggioranza degli scali di Firenze e Pisa e che fa capo alla famiglia di Eduardo Eurnekian. La società è una holding
attiva in settori chiave delle infrastrutture e dell'energia, fra i quali gli aeroporti. Eurnekian a metà degli anni Duemila in Italia è balzato agli onori delle cronache per il crac della compagnia aerea Volare di cui era socio di riferimento. Successivamente ha lasciato perdere gli aerei dedicandosi alle infrastrutture aeroportuali e divenendo azionista di maggioranza di ben 56 scali nel mondo in particolare nel Sud America. Al momento ha in mano il 53% di Sat e il 48,9% di Adf e dopo la fusione, sta per diventare prima socia del nuovo gruppo di gestione associata, Toscana Aeroporti Spa. Con il via libera all'integrazione, tutti gli altri soci di Eunerkian relativamente allo scalo fiorentino hanno salutato con gioia questo passaggio: si comincia dalla Cassa di risparmio di Firenze, socio di Adf al 13%, passando per la famiglia Panerai col suo 11,7%, la Regione Toscana di Enrico Rossi col 5%, il Comune di Firenze col 2,18% che fino a poco più di un anno era guidato da Renzi e adesso amministrato da uno dei sodali storici del premier, Dario Nardella.
Sotto la torre pendente invece, il primo effetto politico della fusione tra i due scali è il restringimento della maggioranza di “centro-sinistra” al Comune di Pisa. SEL abbandona la coalizione seguendo la strada intrapresa dall’ormai ex assessore alla cultura, Dario Danti, dimessosi dalla giunta dopo il voto. Fino a dicembre l'operazione è stata apertamente contestata anche da molti esponenti del PD ma poi, in Consiglio comunale l'11 dicembre scorso, anche Danti come gli altri, ha approvato il percorso di verifiche e garanzie sul progetto di fusione SAT-AdF, presentato dall’azionista di controllo delle due società che il sindaco Filippeschi ha gestito fino all’ultima seduta del Consiglio comunale del 5 febbraio.
I finanziamenti pubblici
Per tutta l'operazione, una valanga di soldi pubblici. Filippeschi (PD) ha affermato che i soldi arriveranno ricorrendo ai fondi dello “Sblocca Italia” per l'importo promesso da Renzi di almeno una cinquantina di milioni di euro a patto che il nuovo Vespucci sia pronto nel 2017 per l’annunciato G8. Ma per i faraonici lavori del nuovo Vespucci ne occorrono molti di più. La Corporation America
alla vigilia del voto di delibera, segnalò che la fusione fra le due società sarebbe stata la soluzione migliore a condizione però che il governo avesse garantito non 50, ma 150 milioni sui 336 previsti per i lavori, e così è stato. A Pisa quindi, per far passare l'ordine del giorno di fronte al quale è dovuto puntualmente arrivare il soccorso di Forza Italia, Filippeschi e la sua giunta composta da PD, SEL, PSI ed ex montiani ha fatto filtrare la notizia che i 100 milioni che mancano arriveranno da altri provvedimenti governativi ad hoc. A conferma della questione, attraverso un comunicato stampa emesso l'8 febbraio, Adf ha annunciato di aver ricevuto dal ministero dei Trasporti guidato da Maurizio Lupi, una lettera in cui si impegna a “porre in essere ogni azione utile per sostenere l'attuazione degli interventi infrastrutturali programmati da Aeroporto di Firenze fino a un massimo di 150 milioni di euro" nonché a firmare e inviare immediatamente "al ministero dell'Economia il decreto per l'intervento pubblico di 50 milioni promesso dal premier per l'adeguamento infrastrutturale dell'aeroporto di Peretola per la realizzazione, oltre che del nuovo terminal passeggeri, anche di una nuova pista di volo di 2.400 metri". Valanga di soldi pubblici ad un soggetto privato e conseguente svendita di un servizio strategico a costi irrisori.
Renzi ha lavorato per i suoi amici privati
Ancora una volta la lunga mano del governo del nuovo Berlusconi Renzi ha lavorato a favore dei privati e della speculazione, utilizzando soldi pubblici, garantendo poltrone chiave a suoi amici e finanziatori. Vedi Marco Carrai, suo fidato consigliere e probabile futuro presidente Adf o l'altro renziano doc, Roberto Naldi che ha lavorato per concretizzare l'Opa sugli aeroporti di Pisa e Peretola favorendo Eurnekian e presidente per l'Italia di Corporation America
nonché promotore delle ricche cene di finanziamento a beneficio del PD e di Renzi. Naldi opportunisticamente si compiace di aver trovato l'accordo anche col sindaco Filippeschi affermando che è stato “approvato un progetto di eccellenza. Grazie al presidente Rossi ed a tutti i soci. Con il sindaco di Pisa ci sono state legittime differenze di vedute, ma negli ultimi mesi ci ha stimolato ad aggiustare il tiro. Pisa avrà un grandissimo sviluppo, vedrete passaggi concreti negli investimenti programmati, anche al di là delle previsioni”.
Anche il governatore toscano, Enrico Rossi del PD, può brindare ad un progetto di cui è stato incalzante protagonista. Viste le vicende col gruppo SEL di Pisa, non si fa sfuggire l'occasione per sottolineare la vicinanza di quel partito alle mire del PD: “Oggi è un gran giorno per la Toscana - commenta - e naturalmente non mancano le polemiche. Faccio presente che gli interventi pubblici ci sono dovunque sugli aeroporti. Se penso agli aeroporti della Puglia, non posso che ammirare l’azione del presidente Vendola, che riesce a trasferire ogni anno 15 milioni ai vettori. Per non dire che l’aeroporto di Bari è stato finanziato con i fondi europei e altri interventi con i fondi Fas”. Peccato però che Rossi si dimentichi di precisare che il consiglio della Regione Toscana aveva già disposto che le opere fossero a carico del privato e non provenienti dalle casse pubbliche.
Ci troviamo di fronte ad una regia ben orchestrata a tutti i livelli istituzionali, che mostra una volta di più la spregiudicatezza di Renzi nel collocare i propri uomini ovunque, come faceva Berlusconi di cui il capo del governo sta ricalcando le orme in tutto e per tutto, circondandosi di un vero e proprio clan che si dedica con disinvoltura allo sperpero di denaro pubblico e all'accentramento di potere e controllo.
Le reazioni, la posizione del PMLI
La quasi totalità dei lavori a seguito della fusione, come detto, riguarderanno lo scalo fiorentino. "E’ una brutta storia questa dell’aeroporto Vespucci, che va dalla svendita di un bene pubblico a un soggetto privato a prezzo vile; alla devastazione di un territorio che perde le ultime vestigia dell’ambiente naturale circostanti; alla realizzazione di un’opera in cui non si sa nulla delle conseguenze di ciò che si va a realizzare; e al conseguente tradimento da parte degli enti pubblici dei propri compiti e soprattutto della tutela dell’interesse pubblico preminente perché costituzionalmente protetto, ossia la salute dei cittadini".
Il Partito marxista-leninista italiano non può che condividere a pieno la posizione espressa dai Comitati della Piana fiorentina poiché è intollerabile che si utilizzino centinaia di milioni di fondi pubblici in un progetto che andrà a esclusivo beneficio dei privati che gestiranno gli scali. L'opera sarà sostanzialmente inutile e costosissima per la collettività anche perché al momento è già lo scalo di Pisa, a poche decine di chilometri da Firenze, che gestisce quel tipo di aerei e di rotte impossibili su Peretola. Qual è dunque la logica, se non quella speculativa, di voler espandere un aeroporto che per evidenti vincoli territoriali non potrà assumere le caratteristiche né le funzioni di un “grande aeroporto” e che quindi non potrà mai costituire uno scalo esaustivo per certe necessità di Firenze ma che, al contrario, distoglierà enormi fondi e risorse che potrebbero essere impiegate affinché si realizzi un collegamento rapido e funzionale fra l'area fiorentina e gli aeroporti esistenti e capaci di erogare certi servizi internazionali. I lavori di ammodernamento dei collegamenti avrebbero un costo infinitamente inferiore di quelli previsti oggi per Peretola.
Inoltre, non possiamo che ritenere questa un'opera dannosa dal punto di vista ambientale per la piana fiorentina già satura di infrastrutture e sotto minaccia di un nuovo impianto di incenerimento rifiuti nonché di un nuovo e anch'esso sostanzialmente inutile stadio. A questo proposito la sezione provinciale di Isde Italia i cui medici per l’ambiente, facendo riferimento a studi nazionali ed internazionali, "esprimono grande preoccupazione" sulle conseguenze del potenziamento di Peretola mettendo in guardia dai possibili effetti negativi causati dall'inquinamento da trasporto aereo e denunciando rischi di "malattie cardiovascolari, respiratorie, tumorali, disturbi neuro-comportamentali, disturbi dell'apprendimento e dell'attenzione nei bambini e un conseguente peggioramento della qualità della vita per compromissione della qualità del sonno a causa delle operazioni aeroportuali svolte nelle ore notturne". E aggiungono: “l'attuazione di questo progetto aeroportuale provocherebbe anche un rischio idrogeologico, per la deviazione del Fosso Reale (un corso d'acqua di circa 6 km, che attraversa i comuni di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio e raccoglie le acque di numerosi canali della Piana), danneggiando inoltre l'oasi Wwf di Focognano e vanificando il parco della Piana fiorentina". In conclusione “l’ampliamento dell’aeroporto Vespucci di Firenze non è coerente con il nuovo Piano nazionale e regionale della prevenzione 2014-2018, che si prefigge l'obbiettivo di ridurre il carico di malattia e le esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute”.
Oltre ai Comitati e a quattro ricorsi ai giudici amministrativi ancora in essere e che possono stravolgere i piani di regione e governo, si oppongono anche gli studenti del Polo Scientifico di Sesto Fiorentino e lo stesso ateneo della città del Giglio che si dicono preoccupati per l'impatto ambientale e per il pericolo che correranno gli studenti, collocati in strutture a soli 200 metri dalle piste dell'aeroporto e i gravi rischi che correranno chi vive, studia e lavora nella Piana. Pesanti conseguenze dunque, che si aggiungono al fatto che l'ampliamento dello scalo di Peretola limiterà lo spazio fisico di sviluppo della “Cittadella dei numeri primi”.
4 marzo 2015