Manifestazione sindacale nazionale USB
10mila a Milano contro Jobs Act, precarietà, razzismo e Expo
Nel combattivo corteo presenti lavoratori, tra cui molti precari, disoccupati, migranti, movimenti sociali, senza casa. Una sindacalista dell'USB elogia il compagno ottantunenne Lorenzo Santoro che teneva alta la bandiera del Partito
Molti manifestanti approvano i cartelli del PMLI
Redazione di Milano
Sabato 28 febbraio, alla vigilia dell’entrata in vigore dei decreti attuativi del famigerato Jobs Act, oltre 10mila manifestanti provenienti da tutt’Italia sono scesi in piazza a Milano sotto le bandiere dell’Unione Sindacale di Base (USB) per esprimere un deciso e combattivo NO alla libertà di licenziare, al precariato ed alla cancellazione dell'art. 18, portati alle estreme conseguenze dal governo del Berlusconi democristiano Renzi per il quale si rivendica, come scritto su uno striscione, il “licenziamento per giusta causa”. La manifestazione nazionale dell’USB di Milano ha anche voluto unirsi idealmente con quella antifascista ed antirazzista in contemporaneo svolgimento a Roma contro l’invasione della Capitale, con una becera adunata xenofoba e razzista, delle camicie verdi fascioleghiste di Salvini e delle camicie nere degli squadristi nazifascisti di Casapound.
Aperto da uno striscione con su scritto “Contro i ladri dei diritti”, il combattivo corteo si è snodato da largo Cairoli, percorrendo le vie del centro storico, fino ad arrivare in piazza San Babila, dove si sono svolti i comizi finali.
Tanti i lavoratori sia del pubblico impiego che del privato, dei movimenti sociali, dei coordinamenti cittadini e regionali fianco a fianco con i precari, i disoccupati, i migranti e i senza casa.
Non è mancata la protesta di molti giovani precari e disoccupati del movimento NO EXPO contro il “modello occupazionale” neofascista di EXPO 2015 (partorito nel 2013 dal trio di regime Letta-Maroni-Pisapia con l’avallo compiacente dei vertici collaborazionisti di CGIL, CISL e UIL) che tra l’altro prevede lo scandaloso utilizzo di migliaia di giovani sfruttati a gratis in cambio di benefici illusori (come “fare curriculum”, “acquisire esperienza”, “conoscere persone utili a sistemarvi”, e tante altre simili inconsistenti promesse).
Rumorosamente combattiva la nutrita delegazione dei migranti africani (molti dei quali rifugiati e i richiedenti asilo) che hanno rivendicato “lavoro per tutti” ed uguali diritti con gli italiani, oltre che l’abolizione della legge schiavista, xenofoba e neofascista Bossi-Fini e l’apertura delle frontiere per permettere di cercare una vita migliore ai migranti che fuggono dalle disperate condizioni di fame e di guerra generate da quello stesso imperialismo che chiude le frontiere dell’Europa e che genera così le immani stragi nel Mediterraneo tragicamente note.
I marxisti-leninisti sono sfilati con le rosse bandiere del PMLI e un cartello con su affissi i nostri manifesti che invitano a spazzare via il governo del Berlusconi democristiano Renzi, e quello per lo sciopero generale di 8 ore con le nostre rivendicazioni inerenti il diritto al lavoro, e nei corpetti mostravano la riproduzione del manifesto “Contro il Jobs Act e la legge di stabilità e per la difesa dell’Art. 18. Per vincere spazziamo via il governo del Berlusconi democristiano Renzi” che come le altre insegne, fotografatissime, ha attirato l’attenzione e suscitato la manifesta approvazione di molti manifestanti.
Una lavoratrice affiancandosi ai nostri compagni ha detto: “mi sento a casa sotto le vostre bandiere con la falce-martello”, un’altra lavoratrice sindacalista dell’USB rivolgendosi al nostro giovane compagno ottantunenne Lorenzo Santoro della provincia di Bergamo si è complimentata per la sua determinazione: “tieni alta questa bandiera, compagno, ti fa onore!”.
A centinaia i volantini diffusi riportanti l’articolo “Viva la lotta di classe” e la citazione del compagno Scuderi dal titolo “Il potere politico spetta di diritto al proletariato”. Diffuse anche copie de “Il Bolscevico” n.46 e del numero speciale sulla commemorazione di Mao svoltasi lo scorso settembre a Firenze riportante il testo integrale del discorso pronunciato dal compagno Loris Sottoscritti, a nome del CC del PMLI, dal titolo “Mao e la missione del proletariato”.
A contribuire a consolidare ulteriormente il legame dei manifestanti con la delegazione del PMLI hanno indubbiamente contribuito il lancio degli slogan per il sostegno della lotta di classe e dell’obbiettivo strategico del potere politico alla classe operaia e quindi per la conquista del socialismo contro il capitalismo, per l’abbattimento del regime neofascista e il suo governo Renzi e contro le sue politiche occupazionali di precarizzazione contrattuale e salariale, per rivendicare che il lavoro sia né flessibile né precario, bensì stabile e a pari salario, per l’affossamento del Jobs Act e per il ristabilimento e l’estensione dello Statuto dei Lavoratori ed il ripristino originario del suo Articolo 18.
4 marzo 2015