Centomila in piazza a Mosca contro l'assassinio dell'oppositore di Putin
Cartelli: “Non abbiamo paura”, e contro la guerra in Ucraina. 50 arrestati
Si sono svolti il 3 marzo a Mosca i funerali di Boris Nemstov, il leader liberale dell'opposizione a Vladimir Putin, ucciso a colpi di pistola la notte del 27 febbraio sul ponte che porta alla Piazza Rossa, in uno dei luoghi più sorvegliati del paese. Migliaia di persone hanno reso omaggio alla salma esposta nella camera ardente allestita nel centro Sakharov; assenti sia il presidente Putin che il premier Dimitri Medvedev.
Erano almeno centomila i manifestanti che l'1 marzo erano sfilati per le strade della capitale e fin sotto le mura del Cremlino alla marcia funebre in ricordo di Nemtsov, l'ennesimo oppositore ucciso come la giornalista Anna Politkovskaya che aveva denunciato tra l'altro l'intevento militare del Cremlino contro gli indipendentisti ceceni, sotto lo slogan "io non ho paura". Molti manifestanti portavano un cartello nero appeso alla schiena con quattro fori di proiettili disegnati, a ricordo di come l'oppositore era stato ucciso. L'amministrazione cittadina aveva autorizzato la marcia, controllata a vista da uno schieramento di polizia che comunue arrestava oltre 50 dimostranti con l'accusa di disturbo dell'ordine pubblico.
Vicepremier ai tempi della presidenza Eltsin, Boris Nemtsov da tempo era un politico di seconda fila ma restava comunque un riferimento per l'opposizione del Cremlino, con libri e documenti denunciava gli scandali del vertice russo e stava raccogliendo materiale sulla presenza militare russa in Ucraina per denunciare le responsabilità di Mosca nel conflitto, non ultimo l’invio di mercenari, volontari e soldati in aiuto al Donbass separatista. Conosceva bene la situazione ucraina, aveva partecipato alla cosiddetta "rivoluzione arancione" a Kiev nel 2004 ed è stato definito dal reazionario premier ucraino Yatseniuk un "grande amico".
Negli scorsi anni era stato fra gli organizzatori delle proteste di piazza contro il ritorno di Putin al Cremlino tra il 2011 e il 2012 ed era tra gli organizzatori della marcia di protesta antigovernativa già indetta per l'1 marzo contro le ingerenze del Cremlino in Ucraina. L'opposizione a Putin aveva chiamato "Primavera" la marcia che voleva dare il via a una nuova ondata di proteste contro il governo centrale sia per la situazione di crisi che pesa sulle masse popolari che in merito alla questione ucraina, facendo leva sul malcontento popolare che cresce nel paese per i disagi economici provocati dal calo del prezzo del petrolio e dalle sanzioni imposte alla Russia dalla comunità internazionale. E alla marcia hanno chiaramente denunciato che quello di Nemtsov è un "omicidio politico".
4 marzo 2015