Tsipras alla corte del nuovo zar Putin
All'imperialismo russo fa gola la Grecia

 
"L'obiettivo della mia visita è cercare insieme di dare un nuovo via, un nuovo inizio ai nostri rapporti per il bene di entrambi i popoli", dichiarava il primo ministro greco Alexis Tsipras nella conferenza stampa congiunta al termine dei suoi colloqui al Cremlino dell'8 aprile col presidente russo Vladimir Putin. Tsipras sottolineava in particolare che lo sviluppo dei rapporti bilaterali favorirà la stabilità e la sicurezza nella regione, un modo per evidenziare quale sarà l'aiuto politico offerto da Atene per la crisi ucraina che ha visto l'Unione europea imperialista tentare di mettere con le spalle al muro l'imperialismo russo attraverso le sanzioni.
Il premier greco non si è presentanto alla corte dello zar Putin col cappello in mano, "non siamo mendicanti" ha tenuto a precisare, ma certamente ha potuto mettere sul tavolo un appoggio politico, che in questo momento fa tanto comodo a Mosca e che Mosca potrà ricompensare in vari modi. La visita a Mosca è significativemente il primo viaggio di Tsipras fuori dai confini della Ue, era programmata per maggio ma probabilmente proprio l'approssimarsi di scandenze di pagamenti lo hanno spinto a anticipare di qualche settimana per portare a casa qualche risultato che allenti il nodo scorsoio del debito che ancora rischia di soffocare la Grecia.
Putin rispondeva partendo anzitutto dal sottolineare che i popoli dei due paesi hanno profondi legami e "radici spirituali comuni", la fede ortodossa, e precisava che "la Grecia non ha chiesto alla Russia aiuti finanziari, ma i prestiti nel quadro della cooperazione sono possibili". Aiuti che nell'immediato potrebbero essere l'acquisto dei titoli di Stato greci, un aiuto finanziario di cui Atene ha estremo bisogno non avendo ancora del tutto risolto il contenzioso con l'Eurogruppo sul rimborso del suo debito, e a lunga scadenza tramite uno sviluppo della cooperazione economica tra i due paesi.
Nella conferenza stampa Putin ha negato di voler usare la Grecia come "cavallo di Troia" per condizionare i rapporti con l'Unione europea: "voglio assicurare che noi non intendiamo usare nulla dentro la Ue per risolvere in modo frammentario il problema del miglioramento dei rapporti con tutta l'Unione Europea". Ma è invece evidente che vuole approfittare proprio delle contraddizioni interimperialiste tra i paesi della Ue per fare il proporio gioco imperialista.
Non a caso fra le varie dichiarazioni di Tsipras spiccava proprio quella relativa alla crisi in Ucraina che dopo gli accordi di Minsk per mettere fine alla guerra doveva anche "lasciarsi alle spalle il circolo vizioso delle sanzioni". Alla vigilia del viaggio a Mosca aveva avuto degli avvertimenti dalle istituzioni europee, compreso quello del presidente della commissione per gli affari europei del parlamento tedesco che lo aveva ammonito "chi vuole un aiuto europeo deve orientarsi a Bruxelles e non a Mosca", tantopiù dopo che Berlino si è presa con Parigi il "diritto" di trattare con Putin e in particolare sulla crisi ucraina. "Vorrei chiarire che la Grecia è un paese sovrano, con un diritto irrinunciabile ad esercitare una politica estera multilaterale e a svolgere il proprio ruolo geopolitico come paese balcanico, mediterraneo, europeo e della regione del mar Nero", puntualizzava da Mosca il premier greco difendendo la sua iniziativa.
In una recente intervista all’agenzia russa Itar Tass, Tsipras prospettava un "meraviglioso futuro" nei rapporti tra i due paesi e accennava a una più stretta cooperazione in vari campi, dall’energia all’agricoltura. Atene compra il 60% del gas che consuma da Mosca, il percorso inverso è compiuto da frutta e verdura che contribuiscono a far salire a circa 400 milioni di euro il valore dell'export nel 2013. Consistente il contributo russo anche nel settore turistico con presenze di oltre 1 milione sulle coste dell'Egeo sempre nel 2013. Il rispetto delle sanzioni decise dall'Ue verso la Russia costerà alla Grecia fino al 4% del pil e si può capire quanto pesino anche su Atene.
Perciò Tsipras ha avuto buon gioco nello spiegare perché respingeva le pressioni di chi "si era abitutato male con i governi precedenti" e nel sostenere il diritto della Grecia a promuovere una politica estera "multilaterale", in piena autonomia e in particolare con i paesi, come la Russia, con cui i greci hanno "profonde relazioni culturali, religiose e spirituali". In altre parole la Grecia di Tsipras si propone come un ponte nei rapporti tra l’Europa e la Russia, per coprire quel solco creato dalle pressioni dell'imperialismo americano sull'Ucraina.
All'imperialismo russo fa gola la Grecia e Putin gettava l'amo regalando a Atene una dichiarazione in favore dell'unificazione di Cipro "senza interferenze esterne", leggi Turchia, ma soprattutto accoglieva l’invito di Tsipras per una maggiore cooperazione economica inserendo la Grecia nei collegamenti previsti dal progetto del Turkish Stream, il condotto che porterà il gas russo dalle frontiere turche verso la Repubblica ex jugoslava di Macedonia, la Serbia e l’Ungheria scavalcando l'Ucraina. In cambio Mosca potrebbe ottenere una via preferenziale per partecipare agli affari legati alla privatizzazione di alcune infrastrutture, in particolare nel porto di Salonicco o nella rete ferroviaria greca, magari in associazione con la Cina.
Da ricordare che il socialimperialismo cinese ha già messo un piede stabile nel porto del Pireo con la compagnia di stato Cosco che è entrata in seguito alla firma di una concessione ultra trentennale firmata dal governo greco nel 2011. Tramite una sua sussidiaria, la Piraeus Container Terminal, Cosco ha eseguito lavori di allargamento dei due moli principali, portando a una crescita esponenziale dei traffici container del porto ed è anche in corsa nel processo di privatizzazione di altre parti dello scalo commerciale. Il Pireo nei progetti di Pechino è una delle porte in Europa della nuova via della Seta, una nuova via della seta marittima che prevede la realizzazione di nuovi corridoi infrastrutturali in grado di velocizzare e rendere stabili i collegamenti lungo le rotte marittime delle navi portacontainer e cargo che attraverso l’Oceano indiano e il canale di Suez collegano la Cina all’Europa. Un progetto che, nella parte che riguarda la Grecia, Tsipras si è ben guardato dal contestare; al nuovo zar Putin può comunque riservare l'altro porto, quello di Salonicco.

15 aprile 2015