Il cofondatore del M5S equipara partigiani e repubblichini: “Errori e buona fede da entrambe le parti”
Casaleggio vuole la pacificazione tra fascisti e antifascisti
Rispondendo a un questionario della rivista Micromega
a 70 anni dalla Liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo, il fondatore, insieme a Grillo, del M5S ha voluto sprezzantemente attaccare chi ancora continua a “strumentalizzare le categorie come fascismo e antifascimo
” mentre si rifiuta di riconoscere “che da entrambe le parti ci siano stati errori, ma anche scelte fatte in buona fede
”. Casaleggio ha insomma voluto riaffermare e rilanciare le stesse tesi che dal secondo dopoguerra hanno sostenuto i fascisti storici e tutti coloro che del regime mussoliniano furono responsabili e lo avevano sostenuto. Fornendo l'ennesima testimonianza di quella vocazione reazionaria e anticomunista che i due padri padroni del M5S vogliono imporre al loro Movimento strumentalizzando demagogicamente ed elettoralmente la frattura e la montante ostilità delle masse verso la politica e i partiti del regime neofascista.
Per dare più credibilità a queste affermazioni, Casaleggio vanta di avere avuto un nonno partigiano delle Brigate Garibaldi ma poi lo rinnega platealmente quando sostiene che egli non avrebbe “aderito ad alcuna ideologia che io sappia... Credo che più che le ideologie sia stato quello che chiamiamo 'amor di patria
'” ad animare i partigiani comunisti. Non è stata a suo dire l'ideologia comunista e la potente influenza esercitata dalla patria del socialismo rappresentata dall'Urss di Stalin ad animare la stragrande maggioranza dei partigiani che militavano nelle Brigate Garibaldi, no la molla che li avrebbe spinti alla Resistenza sarebbe stato nientemeno che il patriottismo, uno di quei tre cardini sintetizzato dal famigerato motto “Dio, Patria, Famiglia” su cui faceva leva Mussolini per cementare all'interno la sua dittatura terroristica aperta e per alimentare l'espansionismo imperialista italiano mandando al macello il nostro popolo nelle imprese belliche di rapina coloniale e nella seconda guerra mondiale al fianco delle truppe hitleriane.
Ecco dove vuole arrivare: far finta di provenire dalle file dell'antifascimo e degli eredi della Resistenza per poi vigliaccamente rinnegarla, insofferente com'è verso chi in questi anni ha avuto un “atteggiamento prevaricatorio che ha impedito una vera riflessione sulla Resistenza e in parte anche sul fascismo
”. Una riflessione che ha tutto il sapore del revisionismo storico, che ridistribuisca meriti e colpe, ragioni e torti, e di fatto si traduca in una sostanziale rivalutazione del fascismo storico e dei repubblichini che in questi anni sarebbero stati a suo dire ingiustamente demonizzati.
Proprio oggi che occorrerebbe far rivivere lo spirito della Resistenza per contrapporsi al regime neofascista e al governo Renzi che sta realizzando il piano fascista della P2, il “guru” del M5S a parole dice di combatterli ma nella sostanza li copre e li favorisce cancellando ogni discriminante antifascista ed evitando di far chiarezza sulla continuità politica tra il vecchio e il nuovo fascismo. Che aspettano gli aderenti e gli elettori del M5S ad aprire gli occhi e a non dar più alcun credito al duo Grillo-Casaleggio?
22 aprile 2015