Accusato di turbativa d'asta per una gara aggiudicata da una cooperativa vicina a Buzzi, è stato costretto alle dimissioni
Nella rete di “Mafia Capitale” il capo della segreteria del PD Zingaretti
Maurizio Venafro, capo di Gabinetto della Regione Lazio presieduta dal PD Nicola Zingaretti, si è dovuto dimettere dopo avere appreso di essere finito nel registro degli indagati della procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale, e precisamente in relazione ad una gara d’appalto della Regione vinta da una cooperativa vicina a Salvatore Buzi, uno dei principali componenti dell'associazione a delinquere.
Per la precisione Venafro è indagato con l’accusa di tentativo di turbativa d’asta relativa alla gara d’appalto dell'importo di 60 milioni di euro per l’acquisto del servizio Cup (ovvero il Centro Unico Prenotazione) da parte delle Asl laziali, gara che lo stesso Zingaretti lo scorso dicembre aveva revocato che la procura di Roma l'aveva chiaramente indicata come uno dei tanti obiettivi della mafia romana capitanata dal dirigente delle cooperative rosse Buzzi, dall'ex terrorista nero Carminati e dall'ex comandante della polizia provinciale di Roma Odevaine.
Quello che colpisce è che Zingaretti, non si sia accorto che intorno agli appalti regionali si aggirava una potente associazione criminale prima che intervenisse la magistratura, e soprattutto non si sia accorto di avere collaboratori quanto meno discutibili come Venafro, che fu scelto personalmente da Zingaretti, in quanto, lo si ricordi, la nomina a Capo di Gabinetto è di carattere fiduciario.
E' chiaro che lo scandalo che ha travolto il suo più stretto uomo di fiducia colpisce in pieno anche Zingaretti il quale deve pertanto dimettersi.
A insospettire gli inquirenti sul ruolo ricoperto da Venafro fu l'ex comandante della polizia provinciale Odevaine, braccio destro di Buzzi e di Carminati: il pubblico ufficiale in un'intercettazione definiva lui e il suo protettore politico Goffredo Bettini (da sempre il fondamentale punto di riferimento del PD capitolino che è stato braccio destro prima di Rutelli e poi di Veltroni) “le chiavi” per accaparrarsi un gigantesco appalto del valore di un miliardo nella sanità. Il resto delle indagini ha potuto poi fare scoprire il pieno coinvolgimento del Capo di Gabinetto con l'associazione a delinquere romana.
22 aprile 2015