Leggi fasciste in Francia e Spagna per combattere il “terrorismo”
Con l'avvio a metà aprile della discussione all'assemblea nazionale di Parigi del disegno di legge del governo sui servizi segreti e l'approvazione da parte del parlamento di Madrid di alcune leggi su sicurezza cittadina e riforma del codice penale, il governo socialista francese del primo ministro Manuel Valls e quello di destra spagnolo di Mariano Rajoy stanno viaggiando in coppia nell'emanare leggi fasciste con la motivazione di combattere il "terrorismo", quella parolina magica usata dalla destra come dalla "sinistra" borghese per limitare i diritti democratici delle masse popolari e tentare di proteggere i governi borghesi dalle loro proteste e rivendicazioni.
Il parlamento di Parigi ha iniziato la discussione con procedura d’urgenza, che prevede un solo passaggio per Camera, il disegno di legge del governo sui servizi segreti, ben visto anche dalle destre. La legge darà un appiglio legale a pratiche clandestine già da tempo messe in opera dai servizi per una sorveglianza di massa che non sarà più sotto il controllo della magistratura ma dell'esecutivo, e solo in parte. Gli agenti potranno agire liberamente con la sola giustificazione di generici “sospetti” e le loro operazioni di sorveglianza saranno autorizzate dal primo ministro, sentito il parere della Commissione nazionale del controllo tecnico dei servizi di informazione, una nuova struttura costituita ad hoc e composta di nove membri, tra cui dei magistrati. Ma in caso di “urgenza” o per una “minaccia imminente” i servizi potranno spiare e raccogliere ogni tipo di informazione senza alcun controllo.
Gli spioni dei servizi avranno il libero accesso a dati personali di computer e telefonia mobile o potranno raccoglierli con strumenti di intercettazione a distanza.
Alla faccia del cosiddetto Stato di diritto borghese, saranno legali i dati raccolti in questo modo se riguarderanno casi sospetti di minacce all’indipendenza nazionale, all’integrità del territorio, alla difesa, agli interessi della politica estera, all’economia, oltre riguardo al terrorismo e alla criminalità organizzata. Una raccolta cui potranno attingere senza alcun controllo vari ministeri e che servirà a prevenire “violenze collettive che possono ledere la sicurezza nazionale”; in una prima formulazione poi modificata, il testo del governo riportava la frase "ledere la pace pubblica”, che poteva colpire direttamente anche le manifestazioni sindacali e la dice tutta sul segno fascista della legge.
Secondo il primo ministro Manuel Valls "non si tratta in nessun caso di mettere in atto mezzi da stato di emergenza o una sorveglianza generalizzata dei cittadini” ma proprio di questo si tratta. Il disegno di legge era contestato dalle organizzazioni di difesa dei diritti umani, dai sindacati della magistratura, dai presidenti di commissioni di controllo sulle libertà (Cnil e Cncis), dagli avvocati, dai giornalisti, dai provider e dalle società che ospitano dati informatici mentre il presidente onorario della Lega dei diritti dell’uomo, l’avvocato Henri Leclerc, denunciava che “il testo di legge organizza una sorveglianza di massa attraverso misure tecniche che ledono chiaramente il rispetto della vita privata" e che ", praticamente non è stata presa nessuna precauzione per proteggere il segreto professionale di giudici, avvocati o giornalisti”.
Per non essere da meno dei socialisti francesi il governo di destra spagnolo di Rajoy ha portato a termine il percorso di approvazione parlamentare della Ley de seguridad ciudadana, chiamata la Ley Mordaza, la legge bavaglio, che entrerà in vigore il prossimo 1 luglio e darà un drastico giro di vite alle libertà personali e al diritto di manifestazione.
Come abbiamo già denunciato in precedenti articoli la nuova legge di Rajoy ricalca la Legge d’ordine pubblico del 1959 emanata dalla dittatura franchista, da cui riprende soprattutto il carattere repressivo che ne sta alla base e ne copia aspetti quali il potere concesso al governo, e in particolare al ministero degli Interni, di punire i manifestanti direttamente per via amministrativa, senza una sentenza del tribunale, con pesanti sanzioni.
Sono considerate un gravissimo attentato alla sicurezza cittadina le riunioni e le manifestazioni di fronte alle sedi del Congresso dei deputati e del Senato o degli organi governativi regionali, se non debitamente autorizzate e sono punibili gli organizzatori, i promotori della protesta sulle reti sociali e i partecipanti, come le riunioni o manifestazioni non comunicate, o non autorizzate, non solo in edifici pubblici ma anche nei pressi di installazioni pubbliche. Tutti casi considerati una trasgressione molto grave perché metterebbero a rischio la sicurezza pubblica mentre diventano infrazioni gravi alla sicurezza cittadina l'interrompere o disturbare qualsiasi atto pubblico, spettacolo sportivo o culturale, un evento religioso.
Tra le altre la legge prevede il carcere permanente revocabile, che di fatto reintroduce l’ergastolo, multe di decine di migliaia di euro per "condotta irrispettosa nei confronti delle forze dell’ordine", sanzioni fino a 30 mila euro per la convocazione di manifestazioni non autorizzate e infine la legalizzazione delle espulsioni immediate degli immigrati. Una pratica illegale già messa in atto dalla polizia dei possedimenti coloniali di Ceuta e Melilla contro i migranti che attraversano il confine arrivando dal Marocco.
Anzi la norma che garantisce legittimità giuridica alle espulsioni a caldo è già entrata in vigore dal primo di aprile, in anticipo sul resto della legge, ma resta una norma vietata dagli accordi internazionali in materia di migrazione. Come spiegava Monica García, direttrice dell’associazione per i diritti dei migranti Red Acoge, "il punto è che le espulsioni senza identificazione e senza la presenza di un avvocato, impediscono di verificare se la persona che entra in territorio spagnolo può chiedere asilo, o se, addirittura, la sua vita corre pericolo nel paese di provenienza, nel qual caso avrebbe diritto a protezione internazionale".
Col pretesto della lotta al “terrorismo” i paesi aderenti alla UE imperialista, adottano sempre di più politiche xenofobe, razziste e antimigranti e approvano leggi fasciste che cancellano qualsiasi parvenza delle cosiddette libertà democratico-borghesi.
6 maggio 2015