Chiesto il rinvio a giudizio per peculato aggravato della sottosegretaria PD Barracciu
Si aggrava ulteriormente la posizione della sottosegretaria alla Cultura Francesca Barracciu, ex consigliera regionale della Sardegna dal 2004 al 2013, indagata da novembre del 2013 con l'accusa di peculato in relazione al suo mandato consiliare per una somma che, dai 30.000 euro dell'inizio dell'inchiesta, è ora arrivata a ben 78.000.
In relazione a tale grave accusa Marco Cocco, PM presso la Procura della Repubblica di Cagliari e titolare dell’inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale, ha chiesto il suo rinvio a giudizio.
L’udienza è stata fissata per il prossimo 24 giugno davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, Lucia Perra, la quale dovrà decidere se rinviare la Barracciu a giudizio.
Nel corso delle indagini la posizione si era aggravata, almeno per quanto riguarda il totale delle spese che la procura ritiene di carattere personale, e cioè non consentite.
All'inizio di dicembre 2013, quando era parlamentare europea e dopo avere vinto le primarie del “centro-sinistra” per la guida della Regione, era stata raggiunta da un avviso di garanzia ed era costretta a presentarsi negli uffici della Procura di Cagliari dove i magistrati le contestavano spese che nulla avevano a che vedere con l'attività politica, un fenomeno questo che ha interessato praticamente tutti i Consigli regionali italiani senza eccezioni.
In modo particolare le venivano originariamente contestate vertiginose spese di carburante per l'importo di oltre 30.000 euro, fatto che determinava alla fine di dicembre la rinuncia alla candidatura alla presidenza della Regione Sardegna, sostituita da Francesco Pigliaru.
Successivamente poi, con la nascita del governo Renzi, la Barracciu fu chiamata dal nuovo duce a ricoprire, il 28 febbraio 2014, il ruolo di sottosegretaria del ministero retto da Dario Franceschini, dimettendosi nel frattempo anche da parlamentare europea.
Ma la carica di governo non fermava l'inchiesta in corso, perchè il 14 marzo 2014 la Procura di Cagliari le comunicava la contestazione di ulteriori 45.000 euro di spese indebite e contemporaneamente i magistrati, incrociando i dati dei pagamenti della sua carta di credito relativi ai viaggi indicati nelle sue memorie difensive, scoprivano che la Barracciu in molte occasioni si trovava molto lontano dai luoghi da lei indicati per svolgere attività politica, in alcuni casi addirittura fuori dalla Sardegna e addirittura all'estero.
Messa così sotto scacco dai magistrati, veniva anche abbandonata dai suoi due legali di fiducia.
Tra le spese contestate c’è anche un assegno di 3.600 euro per il pagamento di spese d’affitto della società Evolvere srl della quale fino al 2004 lei stessa era stata socia e che aveva lasciato poi in amministrazione al suo convivente.
13 maggio 2015