Bocciato il metodo di valutazione meritocratico
Successo del boicottaggio del quiz Invalsi
Il maggior successo nel Sud. A Palermo il 92% degli studenti non ha partecipato alle prove. Sciopero indetto dai Cobas scuola
Un'altra dura batosta all'arroganza del governo e del nuovo duce Renzi è arrivata dalle masse studentesche in lotta!
Il 5 maggio, si sarebbe dovuta tenere la prima trance dei famigerati test Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione), per valutare gli studenti delle scuole elementari e nei giorni a seguire quelli delle classi seconde delle scuole superiori.
Ma il 5 maggio era anche la giornata della grande mobilitazione nel mondo della scuola con lo sciopero proclamato dai Cobas contro la “riforma” neofascista di Renzi e Giannini denominata “la buona scuola”, che ha visto scendere in piazza decine di migliaia di studentesse e studenti, insegnanti, personale Ata, ecc.
Davanti al rischio di veder saltare le prove invalsi a causa dello sciopero, e per non rinunciare a questo odiosissimo, nonché costosissimo ( circa 14 milioni di euro l'anno) sistema di schedatura discriminatorio, antistudentesco, antipopolare, xenofobo, antidisabili, meritocratico e selettivo di stampo classista e punitivo verso gli studenti non allineati, attraverso le dichiarazioni di Anna Maria Ajello presidente dell'istituto con la complicità della ministra Giannini e del suo dicastero (che controlla l'istituto Invalsi) si annunciava la decisione di spostare le date fissate per giorno 5 e 6 maggio delle elementari rispettivamente al 6 e 7 maggio, confermando invece la data del 12 maggio per gli studenti del secondo anno delle scuole superiori.
Con questa mossa, il ministero dell'istruzione e il governo speravano di aver scampato un possibile boicottaggio di massa degli Invalsi almeno a livello di istituti elementari, ma le masse studentesche hanno risposto pan per focaccia alla Giannini promuovendo attraverso l'Unione degli studenti (UDS), ed il sindacato Cobas, una grande giornata mobilitazione generale e di sciopero del comparto scolastico il 12 maggio per boicottare i testi Invalsi, preceduta nei giorni precedenti dal boicottaggio delle prove degli alunni delle elementari che supportati da insegnanti e tantissimi genitori coscienti della natura antipopolare di questi test, in larga parte non hanno mandato i loro figli a scuola nei giorni in cui il governo aveva fatto slittare le prove.
Un boicottaggio, quello del 12 maggio pienamente riuscito da Nord a Sud del paese. I dati parlano chiaro, il 23% degli studenti non ha effettuato i test, e se a questa percentuale si aggiungono i migliaia di test lasciati in bianco e le prove invalidate questa percentuale sale e di molto.
Le masse studentesche e giovanili del Sud sono state l'avanguardia in questa giornata di lotta registrando punte altissime di boicottaggio che in alcuni casi sfiorano il 100%
A Palermo
dopo la protesta dei genitori delle scuole elementari, che il 6 e 7 maggio hanno fatto saltare le prove in circa un terzo delle classi seconde e quinte della primaria palermitana, arriva la mazzata della scuola secondaria superiore. Secondo dai dati che trapelano dai licei della città, le classi che hanno potuto svolgere il consueto test annuale che sonda le competenze in Lettura e Matematica degli studenti delle seconde classi della scuola superiore sono state pochissime arrivando alla cifra record del 92% di studenti che hanno di fatto boicottato il test.
In una decina di licei si è verificato addirittura il 100% dei boicottaggi: con tutte le seconde assenti e i docenti somministratori con i test sulla cattedra senza sapere cosa fare.
A Catania l
a lotta contro i test ha portato a un pressoché totale svuotamento delle classi, per quanto riguarda gli studenti fuori dalle aule, si sono radunati in presidi con striscioni davanti a tutte le scuole della città.
A Cosenza
durante la mattinata ci sono stati i boicottaggi negli istituti, nel pomeriggio si sono svolte una serie di assemblee pubbliche contro Invalsi e “Buona scuola”, con interventi da parte di professori.
A Lamezia Terme
un corteo studentesco si è dipanato per la città, mentre nelle classi hanno boicottato i test.
A Cittanova
, in provincia di Reggio Calabria, hanno scioperato la stragrande maggioranza degli studenti del Liceo scientifico statale “Michele Guerrisi”.
A Bari
gli studenti hanno lasciato le classi totalmente vuote e al liceo classico si sono riuniti in assemblea autoconvocata.
A Brindisi
, boicottaggio che ha sfiorato il 100% al Carnaro, al Pertini, al Fermi, al Monticelli, al Palumbo, al Giorgi, al Ferraris, al Majorana di Brindisi.
A Napoli
quasi tutte le aule erano deserte, gli studenti si sono trovati davanti scuola e tranne in pochi casi hanno tutti deciso di rimanere fuori mostrando la propria contrarietà ai test. I pochi entrati hanno anch'essi boicottato i test. Si sono radunati poi in mattinata in Piazza Dante, per un assemblea pubblica.
Due i cortei che hanno sfilato per le strade della città con cori contro il DDL “Buona scuola”. I cortei si sono diretti verso Piazza Municipio dove uno schieramento di polizia ha impedito ai manifestati di dirigersi a via Santa Lucia, alla sede della regione Campania.
A Caserta
la maggior parte degli studenti non è andata a scuola, chi ha sostenuto le prove invece, le ha consegnate in bianco.
A Benevento
durante la mattinata molti studenti hanno partecipato al presidio in Piazza Risorgimento, nelle classi si sono presentati pochissimi studenti.
A Roma
attraverso tantissimi boicottaggi e iniziative la lotta contro le Invalsi ha preso forza. C’è stato anche un corteo che si è diretto sotto la sede nazionale dell’Istituto Invalsi.
A Bologna
tantissimi i boicottaggi dentro le scuole, che hanno visto in tutta la città gli istituti semideserti, e la pubblicazione sui social di un’enorme quantità di foto di test invalidati dagli studenti.
A Ravenna
quasi la totalità degli studenti hanno boicottato i test, rilevante la classe campione scelta nel liceo artistico, che si è trovata senza alcun alunno in classe per svolgerli.
A Cremona
gli studenti si sono riuniti in presidio discutendo animatamente sulla pericolosità degli invalsi, anche con operatori scolastici. Dopo il presidio, che ha visto anche la provocazione della polizia che intimava ai manifestanti il divieto di usare gli amplificatori, gli studenti hanno raggiungo il centro sociale Csa Dordoni e lì fatto un aperitivo di socialità e aggregazione.
A Mantova
2 studenti su 3 hanno boicottato le prove.
A Brescia
corteo del Kollettivo Studenti in Lotta partito da Piazza Garibaldi contro il ddl “Buona scuola”, le prove invalsi, ma anche contro la settimana corta che la provincia di Brescia ha deciso di imporre a tutti gli isitituti bresciani. Una decisione ancora una volta calata dall’alto e che porterà tra l’altro un risparmio irrisorio rispetto al disagio che provocherà alle stesse scuole e agli studenti. La manifestazione si è conclusa in tarda mattinata al parco Campo Marte.
A Torino
gli studenti che hanno boicottato i test, si sono trovati subito dopo l’entrata scolastica per una colazione NoInvalsi.
Ad Alessandria
gli studenti davanti alle scuole già da prima del suono della campanella, hanno appeso striscioni e distribuendo volantini invitando al boicottaggio gli altri. Negli istituti le poche persone presenti hanno strappato i codici, vi hanno attaccato sopra l’adesivo “NoInvalsi” e scritto frasi contro i test.
Ma queste sono solo una serie di città, il boicottaggio è stato generale in ogni città, tra Aosta, Chieti, Catanzaro, Lucca, Vasto, Modena, Val di Susa
...e moltissime altre, non si contano le notizie delle prove invalidate e le esperienze di tantissimi studenti che si sono opposti al modello di questi test.
Questa grande giornata di mobilitazione delle masse studentesche e dell'intero mondo della scuola contro gli Invalsi è stata anche una ennesima grande mobilitazione, da come si può ben capire dagli slogan lanciati nelle piazze, contro la “Buona scuola” del nuovo duce Renzi e della sua gerarca Giannini.
Le masse popolari e studentesche hanno infatti capito come gli Invalsi che mirano a creare discriminazione sociale favorendo gli studenti di estrazione borghese, rendendo al contempo difficile l'accesso all'istruzione per quelli di estrazione operaia e popolare, siano un'appendice della controriforma neofascista della scuola che punta, attraverso l'autonomia e la meritocrazia, alla creazione di scuole di serie A e di serie B, dove saranno proprio gli Invalsi a delineare quali scuole saranno “meritevoli” (e non è difficile immaginare che saranno le scuole frequentate dai figli della borghesia) di incentivi economici da parte del governo e quali invece verranno lasciate a bocca asciutta dovendo ricorrere ai sostegni dei finanziatori privati.
Davanti a questo progetto di fascistizzazione della scuola pubblica voluta dalla classe dominante borghese in camicia nera, e realizzata dal suo pupillo Renzi, la coraggiosa lotta per la cancellazione degli invalsi e del DDL “buona scuola” non basta, bisogna che le masse studentesche e tutto il mondo della scuola rivendichino con forza, continuando a battersi nelle scuole, nelle università e nelle piazze, la cacciata del governo Renzi.
20 maggio 2015