Elezioni comunali in Trentino-Alto Adige e in Val d'Aosta
Urne sempre più vuote
A Ortisei solo il 40,2% è andato al seggio. In 5 piccoli comuni nessun eletto. Crolla Forza Italia. Calano gli elettori del PD a Trento
Il 10 maggio alle elezioni per il rinnovo dei consigli comunali e dei sindaci di 68 comuni della Val d'Aosta e 250 del Trentino-Alto Adige l'astensionismo ha ottenuto una vittoria schiacciante.
Nei comuni della provincia autonoma di Bolzano l'affluenza alle urne è crollata dal 74,6 per cento dei votanti di cinque anni fa al 66,9 per cento. Un elettore su tre ha disertato le urne mentre altre decine di migliaia hanno annullato la scheda o l'hanno lasciata in bianco delegittimando così le istituzioni borghesi e le cosche parlamentari che le rappresentano e ne reggono le sorti.
Nella provincia di Trento nel suo complesso il 36,2% degli elettori non si è recato a votare segnando un incremento secco di 6 punti percentuali rispetto al 30,2% di non votanti registrato alla precedenti elezioni.
Percentuali astensioniste da record anche a Bolzano città dove il 42,2% degli elettori non si è nemmeno presentato al seggio segnando un incremento di 8 punti percentuali rispetto a 5 anni fa quando i non votanti si erano attestati al 34,2%.
Una vittoria astensionista resa ancora più significativa sul piano politico dal fatto che questa volta a turlupinare gli elettori c'erano i record di ben 19 liste e nove candidati sindaci. Il sindaco uscente, Luigi Spagnolli, imposto senza primarie da Renzi, non è andato oltre il 41,6% sui voti validi e dovrà vedersela al ballottaggio con Alessandro Urzì (Fi, Unitalia e Alto Adige nel cuore) che riparte dal 12,7%. Spagnolli, lo ricordiamo, è ex democristiano passato alla Margherita e quindi al PD, ed è a capo di Lista civica per Spagnolli appoggiata dal PD, dal Partito socialista, da Projekt Bozen-Noi Bolzano e dalla Svp. Peraltro è anche indagato per abuso in atti di ufficio, ed è accusato dalla Procura di Bolzano di aver firmato il rilascio di una concessione per l’ampliamento di un centro commerciale nonostante il parere contrario della commissione urbanistica in presunta violazione delle norme .
Affluenza alle urne in netto calo anche negli altri tre comuni trentini oltre i 15 mila abitanti: a Bressanone il crollo è stato dal 72,7% di 5 anni fa al 66,0%; a Laives dal 72,7% al 64,8% e a Merano dal 63,6% al 56,4%.
A Ortisei, in Valgardena, addirittura non è stato raggiunto il quorum dei votanti e così arriverà il commissario che gestirà la normale amministrazione e preparerà nuove elezioni. Il sindaco uscente Ewald Moroder, pur essendo l'unico candidato in lizza nella lista della Svp con 17 aspiranti consiglieri per 18 poltrone, non ce l'ha fatta e la percentuale di affluenza è stata del 40,2%, quasi la metà del 76,5% raggiunta cinque anni.
Nessun sindaco eletto anche in altri 5 comuni con meno di 3.000 abitanti. Serviva almeno il 50% dei votanti, calcolato senza gli elettori all’estero, per insediare sindaci e consiglieri spesso senza alcuna concorrenza. Non si è addirittura votato a Castelfondo (640 abitanti) per mancanza di candidati. A Mezzano, clamorosamente è sfuggito un solo voto: 723 schede su 1.446 elettori. Salvo errori di calcolo, arriva il commissario come a Roncegno Terme, Samone e Brez.
Anche in Val d'Aosta, nonostante la presenza di ben 1.189 candidati distribuiti in 122 liste, l'astensionismo ha compiuto un grande balzo in avanti di ben 5 punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni.
Ad Aosta, dove è concentrato un terzo degli aventi diritto ed è anche l'unico dei comuni ad avere più di 15mila abitanti, dei 28.651 elettori si sono recati alle urne solo in 17.553 pari al 61,26% del totale. Le schede bianche sono state 242, pari allì1,3% e le nulle ben 820 pari al 4,67%, quindi l'astensionismo complessivo nelle sue tre componenti è arrivato al 42,4% sul corpo elettorale. Alle comunali del 2010 aveva votato il 66,02%, mentre alle elezioni regionali del 2013 il dato relativo all'affluenza era stato pari al 69,63%.
Si tratta di una vittoria molto significativa soprattutto perché ottenuta in dei territori tradizionalmente caratterizzati da un'alta partecipazione al voto e dove la spinta autonomista e il regime di governo a statuto speciale hanno da sempre incatenato gli elettori più arretrati al carro delle istituzioni parlamentari borghesi.
Tra i partiti a farne le spese è soprattutto Forza Italia che in tutto il trentino Alto-Adige perde una valanga di voti ed è ridotta ai minimi termini. Non arriva al 4% dei voti validi né a Trento né a Bolzano. Nel capoluogo altoatesino i forzisti si fermano ad un misero 3,64%: un vero tracollo se confrontato con il 21,6% raggiunto nel 2010.
Il PD canta vittoria per l'elezione al primo turno del suo candidato Fulvio Centoz. Ma si tratta di una vittoria di Pirro perché ad Aosta il PD prende una sonora batosta e lascia sul terreno circa 30 punti percentuali rispetto alle Europee dell'anno scorso quando aveva ottenuto il 46,8%. Rabbioso il commento del vicesegretario PD, Lorenzo Guerini, che con piglio mussoliniano ha risposto: "A chi in queste ore esulta per qualche punto percentuale in più di voti, ricordiamo sommessamente che non siamo più nella prima Repubblica. In questo tipo di elezioni conta solo chi arriva primo. Si rassegnino: anche stavolta il PD ha vinto, loro hanno perso". Sulla stessa linea il giudizio di Ernesto Carbone, della segreteria del PD: "Anche la Lega e il M5S sono soddisfatti del risultato raggiunto, peccato che hanno perso.
D'altra parte chi si contenta gode".
Lo stesso discorso vale per Matteo Renzi che si è complimentato per la conferma a sindaco di Trento di Alessandro Andreatta passato al primo turno. Ma non una parola ha detto sul fatto che dei 97 seggi a disposizione ha ottenuto solo il 53,7% sui voti validi rispetto al 64,4% del 2009. E i numeri ora dicono che il PD in un lustro ha perso un migliaio di consensi e con il 29,6% sui voti validi si ritrova a distanza siderale dallo “storico” 49%, pari a quasi 25 mila voti, ottenuti alle Europee dell'anno scorso.
20 maggio 2015