Cresce la Protesta contro la “Buona scuola”
CGIL, CISL, UIL, GiLDA e SNALS indicono lo sciopero degli scrutini. Da Nord a Sud assemblee, sit-in, occupazioni, cortei e mozioni. Repressione fascista di alcuni presidi contro gli studenti antiInvalsi
Pontassieve, citta' del neoduce, capeggia la protesta in Toscana
In risposta all'aggressione del nuovo duce Renzi alla scuola pubblica, sostenuta il 20 maggio dal parlamento nero e persino dalla codarda astensione e fuga della “sinistra” del PD, tra cui quella di Gianni Cuperlo, solo la piazza, i sindacati dei lavoratori, le studentesse e gli studenti, le famiglie, hanno dimostrato di essere in grado di difendere il diritto all'istruzione.
Monta la protesta all'indomani del passaggio alla Camera dei deputati, che ha confermato l'impianto fascista della “Buona scuola”, scardinando, con l'introduzione della chiamata diretta, il contratto di lavoro nazionale, già bloccato da sei anni, sottoponendo i lavoratori e la loro progressione economica alla valutazione arbitraria e intimidatoria di commissioni composte da collaboratori del dirigente e condannando alla disoccupazione decine di migliaia di precari.
Dopo i Cobas, con gli stessi obbiettivi individuati nella piattaforma dello sciopero generale del 5 maggio, anche Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno proclamato per i primi due giorni consecutivi alla chiusura dell'anno scolastico, lo sciopero degli scrutini, che riguarderà tutto il personale docente, educativo ed Ata delle scuole di ogni ordine e grado.
Da Nord a Sud, scatenate anche dalle sortite piduiste del nuovo duce sulla necessità del “sindacato unico” di mussoliniana memoria, è un moltiplicarsi di proteste, sit-in, cortei, occupazioni, questa vola indette dal personale della scuola.
In Valle d'Aosta, gli insegnanti hanno deciso di occupare, dalle 17 del 25 maggio alle 8 del 26, la scuola dell'infanzia di Gignod, istituzione scolastica Comunità montana “Grand Combin”, posta all'estremo nord della regione.
Si moltiplicano intanto le mozioni contro il DDL, approvate dai Collegi degli Istituti italiani. Di particolare importanza quello scaturito dalla combattiva assemblea sindacale di scuole di Pontassieve e della Val di Sieve (Firenze), tenutasi il 20 maggio, proprio all'istituto Balducci, dove “lavora” la crumira più nota d'Italia.
La mozione, approvata a larghissima maggioranza con 2 soli voti contrari e 4 astenuti su 130 lavoratrici e lavoratori presenti, è una dura critica al governo, proprio nella città d'origine di Renzi, a dimostrare come il nuovo duce non abbia alcun seguito tra le masse lavoratrici e popolari.
“Questo Ddl – afferma la mozione - è segnato da un approccio generale in cui emerge una scuola in cui le relazioni tra chi ci vive e lavora saranno all’insegna della competizione, della divisione, dell’individualismo e di un crescente servilismo verso il Dirigente Scolastico...ciò mentre si prevedono ingenti finanziamenti alla scuola privata...Il Ddl 2994 va ritirato, non è modificabile”!
La protesta ha letteralmente assediato la scuola della crumira moglie del premier. Nell’istituto di Pontassieve, sui 20 test previsti ne sono saltati 7, grazie ad una protesta congiunta tra insegnanti e studenti. Nella classe della crumira è saltata la prova di matematica, grazie allo sciopero del docente in servizio. Sono stati gli studenti a far saltare il test di italiano, decidendo coraggiosamente di annullare la prova. A nulla sono valse le illegittime minacce di ritorsioni da parte del dirigente, Giulio Mannuccii. All'intimidazione poltica di stampo fascista del dirigente ha risposto la dura protesta degli studenti, che hanno circondato con una catena umana la scuola per difenderla dall'aggressione del governo (si veda l'articolo a parte).
Anche a Pisa, 25 studenti dell'istituto Santoni, hanno ricevuto un preavviso di sospensione, per aver contestato le prove di valutazione, cancellando i codici identificativi.
La furia repressiva di stampo fascista di questi dirigenti dimostra in primo luogo come la protesta sia ormai incontrollabile. Dimostra inoltre come ormai i dirigenti si muovano e decidano nella totale arbitrarietà, coperti e protetti dal governo. Sulla base di quali presupposti vengono sospesi questi studenti? Fino a prova contraria ancora i test Invalsi non sono obbligatori, se non purtroppo nell'esame di Terza media, e gli studenti hanno il diritto di rifiutarsi di svolgerli, senza che questo possa influire sulla valutazione disciplinare.
Ridicola la motivazione di “danneggiamento di proprietà” pubblica, in quanto gli Invalsi sono un istituto privato. Gli studenti hanno tutto il diritto legittimo di cancellare il codice identificativo. La cancellazione del codice della prova, peraltro, non comporta alcun danno economico o fisico allo Stato e porta solo al non riconoscimento dello studente che no l’ha eseguita. Si potrebbe peraltro dire che Invalsi non ha chiesto né alle famiglie, né agli studenti il permesso alla schedatura, né all'utilizzazione dei dati rilevati. Svolgere il test è solo un favore che gli studenti dovrebbero fare ad Invalsi. Intanto gli studenti colpiti da provvedimenti disciplinari stanno sempre più ricorrendo alle vie legali contro i dirigenti che li hanno sanzionati ingiustamente.
Il PMLI esprime solidarietà alle studentesse e agli studenti colpiti da questi provvedimenti.
I dirigenti più vicini al governo del nuovo duce vogliono spezzare le reni al movimento studentesco che è parte integrante della lotta per affossare la “Buona scuola”. Bisogna allora che il movimento alzi il tiro politico, così come lo ha già fatto il governo Renzi che lo vorrebbe zittire, e ponga all'ordine del giorno la questione della natura e del governo della scuola. In contrapposizione al modello dei dirigenti piccoli dittatoti fascisti nelle scuole, le studentesse e gli studenti devono fare propria la parola d'ordine del PMLI per una scuola “pubblica e gratuita governata dalle studentesse e dagli studenti”.
Intanto, venerdì 5 giugno, dalle 21, saranno organizzate fiaccolate di protesta contro la “riforma” della scuola dal titolo dell’iniziativa: “La cultura in piazza”.
Il movimento di massa per battere la controriforma renziana della scuola ha tutte le carte in regola per vincere. Non bisogna intanto lasciarsi sfuggire l'opportunità di dare un sonoro ceffone al nuovo duce Renzi con un'astensione di massa alle prossime consultazioni elettorali che punisca il PD fascista.
Il nostro auspicio è che la lotta contro la “Buona Scuola”, si leghi sempre più alle altre lotte in corso, in primo luogo quelle operaie per il lavoro e contro la chiusura delle fabbriche, per dare uno stop alle controriforme di stampo fascista, piduista, liberista e interventista che il nuovo duce sta imponendo all'Italia, per far montare sempre più l'opposizione a questo governo fino a spazzarlo via.
27 maggio 2015