La multinazionale americana aumenta a 2.060 i cosiddetti “esuberi” includendo 700 amministrativi
Sciopero generale a Caserta contro i licenziamenti Whirlpool
La “fantastica operazione” del nuovo duce Renzi che nel luglio 2014 osannò proprio con queste parole l’acquisto del gruppo Indesit (controllato dalla famiglia Merloni) da parte della multinazionale statunitense Whirlpool, nel giro di nemmeno 12 mesi è diventato un boomerang che rischia di gettare sul lastrico migliaia di lavoratori e cancellare di fatto l'intero comparto industriale in provincia di Caserta con pesanti ripercussioni anche nelle sedi di Torino, Varese, Milano e Fabriano (Ancona).
Al piano industriale di lacrime e sangue presentato dagli americani il 16 aprile (1.350 licenziamenti e chiusura degli stabilimenti di Carinaro a Caserta e di None a Torino) il 20 maggio la Whirlpool ha infatti aggiunto il licenziamento di altri 480 lavoratori tra gli impiegati e amministrativi: 200 nel quartier generale di Comerio (Varese), altrettanti in quello Indesit di Fabriano (Ancona) e 80 a Milano, dove ha sede il settore marketing di Indesit che così rischia la chiusura insieme agli uffici di Varese provocando altri 200 esuberi.
Una vera e propria mazzata che alza il conto totale dei licenziamenti a 2.060 unità così suddivisi: 1.430 nelle fabbriche, 150 nella Ricerca&Sviluppo e 480 nell'amministrazione; pari a circa il 30 per cento del totale dei lavoratori impiegati in Italia che attualmente ammonta 6.700 dipendenti.
Immediata la reazione dei lavoratori che da oltre un mese non mollano la piazza per difendere il posto di lavoro. Il 22 maggio oltre cinquemila lavoratori hanno di nuovo incrociato le braccia a Caserta aderendo in massa allo sciopero generale di 8 ore di tutto il comparto industriale proclamato da Cgil, Cisl e Uil.
Alla testa del corteo si sono schierati i lavoratori di Carinaro, con quelli dell'indotto e delle aziende metalmeccaniche casertane (oltre tremila, secondo Cgil, Cisl e Uil) e tutti uniti hanno invaso le strade di Caserta. Presenti alla manifestazione in segno di solidarietà coi lavoratori casertani anche folte delegazioni di operai provenienti dalle aziende di altre province come la Fca e l'Avio di Pomigliano, l'Alenia di Capodichino, di altre aziende casertane in crisi come la Jabil, la Firema e gli ex addetti di aziende ormai chiuse come la Morteo di Sessa Aurunca, l'Ixfin e la Finmek.
Durante il corteo i lavoratori hanno urlato tutta la loro rabbia scandendo slogan contro Confindustria, Whirlpool e il PD; molti operai sono sfilati con delle croci in mano con incise le date di assunzione e quella del 16 aprile, giorno in cui è cominciata la vertenza contro i licenziamenti in massa decisi dall'azienda. Dal palco i rappresentanti dei lavoratori hanno denunciato le gravi responsabilità che il governo del nuovo duce Renzi nella vicenda sottolineando fra l'altro che: "Chi non sta con i lavoratori sta con i camorristi; Renzi scelga da che parte stare", ha detto il segretario nazionale della Fim-Cisl Marco Bentivogli, mentre Anna Rea, segretario della Uil Campania, ha affermato che "Renzi i problemi li deve risolvere e non può affermare che Carinaro era già spacciata, perché altrimenti dovremmo pensare che sapeva già tutto quando la Whirlpool acquisì gli stabilimenti Indesit". Per Gianni Venturi, della segreteria nazionale della Fiom-Cgil, "è necessario imprimere una svolta alla vertenza ma in ogni caso il piano della Whirlpool deve garantire stabilità occupazionale a tutti i lavoratori del gruppo senza prevedere chiusure a Nord e Sud".
Il governo del nuovo duce Renzi con le sue false rassicurazioni sparse a piene mani al momento dell’acquisizione di Indesit e tese ad escludere qualsiasi licenziamento unilaterale almeno fino al 2018, è responsabile di questa autentica Caporetto industriale. Non a caso al termine del corteo una delegazione di Rsu di Carinaro ha raggiunto Renzi a Salerno, impegnato a promuovere la candidatura a governatore di Vincenzo De Luca rinfacciandogli di non essere “riuscito ad assumere un impegno forte sul futuro della Whirlpool.” A luglio Renzi aveva definito l’acquisizione “un’operazione fantastica”, il mese scorso a Pompei aveva rassicurato tutti: “Telefonerò agli americani”. Adesso in una intervista rilasciata al “Mattino” subito dopo l'incontro coi lavoratori se ne lava le mani e confessa: “Vorrei essere chiaro: Carinaro era spacciato anche prima dell’arrivo degli americani. Adesso noi abbiamo tre anni al massimo per mantenere aperto lo stabilimento e, allo stesso tempo, per difendere una destinazione industriale in quell’area del casertano”.
A ciò si aggiungono le parole e i commenti dei ministri dello Sviluppo economico Federica Guidi, del Lavoro Giuliano Poletti e del suo sottosegretario Teresa Bellanova che solo ora pare si siano accorti delle reali intenzioni dei vertici Whirlpool e per salvarsi la faccia li accusano di “Comportamento inqualificabile” e di “puntare allo sfascio”.
Bene dunque ha fatto la Fiom, l’unica a non aver firmato l’accordo del 2013 con i Merloni, a rilanciare la lotta e a indire per il prossimo 12 giugno uno sciopero generale di tutto il gruppo con manifestazione nazionale a Varese perché: “La nostra lotta deve continuare... Non siamo disponibili ad accettare licenziamenti e chiusure di stabilimenti, per di più con l’aggravante di cacciare al Sud e assumere al Nord” perciò “proponiamo alle altre organizzazioni sindacali di categoria una grande mobilitazione di tutto il gruppo e di andare negli stabilimenti a discutere con i lavoratori”.
L'invito a continuare la lotta e la mobilitazione, che nelle Marche è già ripartita il 25 maggio con tre ore di sciopero e presidio davanti agli uffici centrali di Fabriano, è stato subito sottoscritto dalla Uilm Campania che avverte: “La Whirlpool continua a presentarci soluzioni catastrofiche. La mobilitazione proseguirà fin quando il piano non cambierà con il ritiro della chiusura di Carinaro e la riduzione degli esuberi”. Favorevole anche la Fim Cisl secondo cui “Il comportamento dell’azienda è inaccettabile, con 2.060 esuberi praticamente un terzo dei lavoratori sono fuori dal futuro dell’azienda. Per questo chiediamo d’ora in poi la presenza al tavolo di rappresentanti del board della multinazionale statunitense. Si sta giocando col fuoco, non staremo a guardare”. In questo momento “È necessario - dicono i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm - mettere in campo la mobilitazione generale di tutto il Gruppo Whirlpool per impedire licenziamenti e chiusure di stabilimenti ed affermare un piano industriale e di investimenti che qualifichi progettazione e produzione di elettrodomestici nel nostro paese». «Per queste ragioni - sottolineano - proclamiamo per il 12 giugno otto ore di sciopero e una manifestazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo a Varese. Nei prossimi giorni, al riguardo, sarà convocato il coordinamento sindacale unitario».
27 maggio 2015