Grande vittoria dell'astensionismo alle elezioni comunali parziali in Calabria
Si è votato in 61 comuni (su 409 totali) nelle 5 province, chiamati alle urne 350mila elettori calabresi. Con i dati ufficiali riferiti alla sola diserzione dalle urne rispetto alle comunali del 2010 l'astensione cresce di 6 punti percentuali passando dal 30,4% al 36,2%, una media leggermente superiore a quella delle comunali del resto d'Italia, dunque ennesimo record nazionale.
L'astensionismo si conferma di gran lunga primo “partito” e coinvolge circa 4 elettori su 10, quasi uno in più della tornata amministrativa precedente, leggermente superiore al dato delle scorse politiche ma inferiore alle regionali scorse quando si recò alle urne solo il 43% dei calabresi, la massiccia presenza di candidati e liste civiche nei comuni hanno quindi riportato alle urne circa il 20% dell'elettorato. Alle comunali l'affluenza generalmente è sempre maggiore rispetto alle regionali ed alle europee ma inferiore alle politiche.
L'aumento costante dell'astensionismo è dovuto anche in Calabria al fatto che l'elettorato percepisce le amministrazioni locali come uno strumento al servizio della politica economica stangatrice e antipopolare del governo centrale e dell'UE imperialista. L'astensione delegittima pesantemente tutti i sindaci eletti e i consigli comunali e colpisce tutte le fazioni borghesi di “sinistra” di centro e di destra e le liste civiche locali.
Eletti 55 sindaci, 3 comuni al ballottaggio, a San Luca (Reggio Calabria) e Spilinga (Vibo Valentia) non è stato raggiunto il quorum e le elezioni sono state invalidate. A Platì (Reggio Calabria) non è stata presentata nessuna lista.
Il comune nel quale si è votato di più con il 73,8% di affluenza è Santo Stefano d'Aspromonte (Reggio Calabria), si è votato di meno a Bruzzano Zeffirio (Reggio Calabria) con solo il 34% di affluenza.
A livello provinciale l'astensionismo è più forte in provincia di Cosenza con il 39% di diserzione dalle urne, seguono Reggio Calabria, Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone.
Principale sconfitto è il “centro-sinistra” del governatore PD Mario Oliverio e del segretario regionale renziano del PD Ernesto Magorno, che perde voti verso l'astensionismo e in direzione di diverse liste civiche presenti nei vari comuni. La coalizione di Oliverio restringe i suoi consensi rispetto alle precedenti amministrative e viene sconfitta clamorosamente in molti comuni più e meno popolati: Vibo Valentia, Lamezia Terme (dopo 10 anni di governo di Gianni Speranza di Sel, alleato di Oliverio alla regione) dove si andrà al ballottaggio ma è in vantaggio la destra, Gioia Tauro, Melito di Porto Salvo, Cetraro, Soverato.
Addirittura PD e affini arrivano ultimi a Polistena e Cinquefrondi, dietro la “vittoria” di candidati sedicenti “comunisti” del PCd'I e dopo la destra, con percentuali da prefisso telefonico.
Il PD poi è ridimensionato dal voto alle liste civiche presenti nella stessa coalizione, le quali invece di portare “valore aggiunto” non solo non impediscono l'arretramento della coalizione ma danneggiano anche il partito del nuovo duce Renzi. Alla faccia della “vocazione maggioritaria” del PD e della “luna di miele” fra i calabresi e Oliverio (che non è mai esistita né mai esisterà visto anche che è stato eletto lo scorso novembre da poco più di 2 calabresi su 10 e che la sua coalizione e il PD si assottigliano sempre più).
Il calo del “centro-sinistra” è dovuto alle terribili condizioni di vita, lavoro e studio della masse calabresi, alla politica nazionale del governo Renzi, alla lotta intestina fra i capi bastone locali del PD, all'immobilismo del governatore a capo di una mini-giunta borghese, neofascista e filomafiosa, ancora da completare dal 23 novembre scorso. Sulla regione pende fra l'altro il rischio di annullamento delle elezioni, dovuto all'illegittimità dell'approvazione della nuova (e fascistissima) legge elettorale in regime di “prorogatio”, approvata cioè da un Consiglio regionale con poteri attenuati dopo le dimissioni di Scopelliti e quindi in scadenza, probabilmente dunque da annullare da parte della Corte costituzionale in base all'art 123 della Costituzione. Male anche le forze minori della coalizione da Sel ai socialisti alle forze più a destra.
D'altra parte il “centro-destra” ha poco da festeggiare, visto che in termini di voti assoluti indietreggia nelle varie realtà locali rispetto al 2010, strappa poltrone alla “sinistra” borghese solo per effetto del ridimensionamento di quest'ultima dovuto all'astensionismo e alle liste civiche locali, ed è lontanissmo dai “fasti” dell'epoca di Scopelliti quando conquistò la regione nel 2010 con il voto di un calabrese su tre.
Male i 5 Stelle, che non eleggono nessun sindaco e non guadagnano nessun ballottaggio, sono buoni ultimi. Segno che non riescono a drenare l'astensionismo verso le istituzioni borghesi, cosa particolarmente clamorosa se si pensa che qui essi non hanno avuto neanche la concorrenza della Lega di Salvini. Rispetto alle politiche del 2013 poi in alcuni comuni arrivano a perdere fino al 90% dell'elettorato, come già accaduto alle comunali di Reggio Calabria di ottobre.
Le liste civiche nei singoli comuni fuori dalle coalizioni principali vincono in molti casi e impongono i loro candidati ma non riescono ad impedire l'avanzata dell'astensionismo rispetto alle comunali del 2010.
I risultati dei comuni sopra i 15mila abitanti
Vibo Valentia (unico capoluogo di provincia al voto), diserzione dalle urne in crescita dal 23% al 29%. Con 10.327 voti su 29.089 aventi diritto vince l'ex magistrato ed ex sindaco Elio Costa che riconferma il “centro-destra” alla guida del comune. Antonio Lo Schiavo del PD è secondo con 7.574 voti, terzo Cesare Pasqua (Territori e libertà), quarto Antonio D'Agostino (Cambiamo Vibo), ultimo l'ex senatore di AN Francesco Bevilacqua con FdI-AN. La coalizione del “centro-destra” al netto degli astenuti è poco sopra il 30% del corpo elettorale, male il PD e Sel rispettivamente al 15% e al 2,9% dei voti espressi.
San Giovanni in Fiore (Cosenza), la diserzione sale dal 38% al 45%. Giuseppe Belcastro del “centro-sinistra” con 9.431 voti stravince su Antonio Lopez di FdI-AN che ne raccoglie 1.137, ma rappresenta una minoranza dei 17.655 elettori (circa il 45%). Il PD qui avanza dai 2.037 voti delle comunali del 2011 ai 3.128 di oggi, sul corpo elettorale è circa il 18%.
A Siderno (Reggio Calabria), diserzione in crescita dal 33% al 38%. Il vecchio arnese ex senatore, assessore regionale e presidente della provincia di Reggio, con un passato a destra, Pietro Fuda, oggi nel “centro-sinistra”, esponente del Centro democratico di Tabacci, con 7.949 voti su 16.172 elettori “vince” col 49% dell'elettorato. Secondo classificato con soli 964 voti Pietro Sgarlato della destra (che perde il comune e ben 4.440 voti) e Giuseppe Caruso della lista Volo io voto libero fermo a 776.
A Lamezia Terme (Catanzaro) la diserzione sale dal 27% del 2010 al 34%. Sarà ballottaggio fra Antonio Mascaro, 16.475 voti su 62.201 aventi diritto, della destra che sopravanza di 17 punti il candidato del “centro-sinistra” Tommaso Sonni fermo a 10.201 voti. Seguono Pasqualino Ruberto con uno spezzone del “centro-destra” e FdI-AN. Squallido personaggio sotto inchiesta per abuso d'ufficio commesso da presidente della fondazione Calabria Etica all'interno della quale avrebbe infilato parenti e amici, in passato vicino a Scopelliti che raccoglie 7.088 voti, circa 9 elettori su 100. Gennaro Gianturco (Sovranità) con 2.560 voti, Giuseppe D'Ippolito (M5S) solo quarto con 1.792 voti e Nicola Mazzocca (Idee in movimento) con 1.496 voti è ultimo. Palese la sconfitta del “centro-sinistra”, il sindaco uscente, in carica dal 2005, è infatti Gianni Speranza di Sel, che nel 2010 raccolse 18.752 voti al primo turno e 23.053 al secondo; in termini di coalizione perde oltre il 40% dei consensi rispetto al primo turno 2010 e rappresenta poco più di un elettore su 10. Il “centro-destra” passa dai 14.390 voti del primo turno del 2010 con Ida d'Ippolito appunto ai 16475 di oggi, rappresentando quindi molto meno di 3 elettori su 10.
Castrovillari (Cosenza), la diserzione dalle urne passa dal 32% del 2012 al 39%. Ballottaggio tra il sindaco uscente Mimmo Lo Polito del “centro-sinistra”, fermo a 5.219 voti (meno 600 rispetto al primo turno del 2012) su 20.347 aventi diritto e Giuseppe Santagada (liste civiche di “centro-destra”), fermo a 4.440. Francesco Battaglia (FdI-AN) 1.113 voti, Eugenio Salerno (Udc) 619 voti, anche qui ultimi i 5 stelle con Marilina Capano ferma a 595 voti. La coalizione di “centro-sinistra” si ridimensiona, anche per la fuoriuscita dell'Udc. In controtendenza qui il PD guadagna 168 voti passando da 2.016 a 2.184 voti ed è il primo partito.
Gioia Tauro (Reggio Calabria), cresce di 2 punti la diserzione dalle urne sulle comunali precedenti e raggiunge il 30%. Ballottaggio tra Giuseppe Pedà della destra e Aldo Alessio del PD, fermi rispettivamente a 3.915 e 2.514 voti su 15.982 elettori. Seguono Rosario Schiavone (Civiche) con 1.634 voti, il sindaco uscente Renato Bellofiore (lista Bellofiore) con 1.535 voti e Giuseppe Zappalà (Civiche e Nuovo Cdu) con 1.386 voti. Male il PD con 1.264 voti (il 12% sui voti validi) a soli 61 voti di distanza da Forza Italia che ne prende 1.194 quasi la metà dei 2.287 voti del Pdl alle precedenti elezioni. Qui NCD e Udc come Centro democratico di Tabacci sono nel “centro-destra”, i loro 1.000 voti complessivi sommati al “centro-sinistra” non colmerebbero la distanza fra Pedà e Alessio che resterebbe tale sia pur ridotta a circa 400 voti.
Viva la vittoria dell'astensionismo alle elezioni amministrative parziali del 31 maggio in Calabria!
Lavoriamo perché l'astensionismo venga concepito come un voto al PMLI e al socialismo!
Creaiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta, le Assemblee popolari e i Comitati popolari!
Per la Calabria e i comuni calabresi governati dal popolo e al servizio del popolo!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!
10 giugno 2015