A Roma combattivo corteo partito dal Colosseo e “Notte bianca della scuola”
100 città in piazza contro la “Buona scuola” di Renzi e Giannini
Grande successo dello sciopero degli scrutini
A un mese esatto dallo sciopero generale unitario del 5 maggio, studenti, docenti, personale Ata e genitori sono scesi di nuovo in piazza il 5 giugno in oltre 100 città per ribadire la propria contrarietà alla “Buona scuola” di Renzi e Giannini e chiedere l'immediato ritiro del disegno di legge in discussione al Senato.
Da Roma a Milano, da Firenze ad Agrigento, da Venezia a Torino, Napoli, Catania, Bari, Foggia, a partire dal primo pomeriggio, decine di cortei, manifestazioni, presìdi, fiaccolate e assemblee pubbliche organizzate dai sindacati e dalle Rsu hanno scandito la grande giornata di mobilitazione intitolata “la cultura in piazza” che in molte città è poi proseguita con la “Notte bianca” della scuola.
Nella Capitale migliaia di manifestanti hanno preso parte al combattivo corteo con partenza dal Colosseo e conclusione a Piazza Farnese dove si è svolta la “Notte bianca della scuola” con dibattiti, interventi, spettacoli, teatro, balli e musica di strada. I manifestanti sono sfilati con le bandiere dei sindacati Flc Cgil, Uil, Cisl Scuola, Gilda, Snals e Cobas e centinaia di cartelli e striscioni contro il DDL fra cui: “Contratto-stabilizzazione precari. Democrazia nella scuola”; “la cultura fa paura” firmato docenti e famiglie contro il DDL scuola; “la vittoria è dei perseveranti. No al DDL scuola” è scritto sullo striscione del coordinamento scuole del X municipio; “Stop DDL” del Coordinamento scuole Ostia; “La buona scuola siamo noi” dell'ITC Levi Montalcini; “il DDL distrugge la scuola” ITC Pablo Neruda.
Al fianco dei docenti sono sfilati in segno di solidarietà anche gli assistenti specialistici e alla counicazione con un grande striscione con su scritto “Siamo con voi” e denunciando i “contratti temporanei e pagamenti indefiniti” di cui sono vittime.
E poi ancora: “Ritiro del DDL senza se e senza ma”, “Giù le mani dalla scuola”, mentre buona parte dei manifestanti canta “Renzi stai sereno, non ci fermeremo”.
In piazza a sostegno della protesta anche i senatori PD Walter Tocci e Corradino Mineo e i capigruppo dei senatori e dei deputati di Sinistra Ecologia Libertà, Loredana De Petris e Arturo Scotto: "Siamo al fianco dei lavoratori del mondo della scuola, delle loro organizzazioni sindacali, per riconfermare che l'impegno nelle piazze e nel parlamento continuerà per fermare una legge sbagliata, per un decreto subito per l'assunzione dei precari, per rilanciare la scuola pubblica nel nostro Paese".
A Milano la protesta si è concentrata sotto l’arco della Pace da dove ha preso il via una fiaccolata. Gli organizzatori hanno chiesto un collegamento in diretta alla Rai: “Illuminiamo la cattiva scuola presente nella riforma di Renzi e Giannini; racconteremo la vera buona scuola con lezioni all’aperto, letture, canti e musica”. A Catania c’è stata una fiaccolata in piazza del teatro Massimo. A Firenze un concerto in Piazza Santissima Annunziata e uno speaker’s corner. In Puglia fiaccolate a Bari, Foggia, Lecce, Taranto. Corteo di alcune centinaia di insegnanti da piazza Matteotti a Napoli. “Il DDL è inemendabile, ma non crediamo che Renzi lo ritirerà. Vogliamo lo stralcio delle assunzioni di 100mila precari già annunciato” hanno ribadito in piazza i manifestanti.
Nel commentare la grande giornata di lotta i sindacati confederali di categoria, Cobas, Gilda e Snals sottolineano che: “Se questo folle disegno di legge non verrà fermato al Senato, a settembre assisteremo a una paralisi dell’amministrazione scolastica. Noi continueremo a lottare: ieri abbiamo 'acceso' le piazze, la prossima settimana sciopereremo con il blocco degli scrutini. La partita al Senato è aperta, le proporzioni sono diverse dalla Camera: moltissimi senatori non condividono il DDL e quindi un loro voto contrario farebbe saltare tutto... La mobilitazione si riconferma con lo sciopero degli scrutini e anche gli schiaffoni elettorali che ha preso Renzi. Questo dovrebbe spingere il governo a ritirare il decreto e vararne uno di stabilizzazione dei precari. Nei prossimi giorni bloccheremo il 90% degli scrutini”. Mentre il Coordinamento Autoconvocato delle Scuole di Roma contro il DDL Renzi Giannini ha già lanciato l'idea di una grande manifestazione nazionale a Roma prima della votazione definitiva al Senato.
Una mobilitazione generalizzata che dunque non si ferma e sta proseguendo con lo sciopero degli scrutini in tutte le scuole di ogni ordine e grado come non si vedeva dai tempi del 1987-1988. Il blocco è a scacchiera a partire da lunedì 8 giugno, giorno in cui la commissione Istruzione al Senato dovrebbe terminare la discussione generale sul provvedimento. Lo sciopero sarà di un’ora e a rotazione per gli aderenti ai sindacati maggiori, o per l’intera giornata per i Cobas e andrà avanti fino al 18 giugno. In molte scuole le Rsu e i docenti si sono organizzati in comitati di sciopero e hanno già preparato una tabella di lotta dove segnalano, ora per ora, classe per classe, le adesioni allo sciopero in modo da bloccare quanti più scrutini possibile. Basta un solo insegnante che si dichiari in sciopero per far rinviare lo scrutinio di cinque giorni. E contro quei presidi che si comportano come se il DDL fosse già legge minacciando di convocare gli scrutini di domenica, l’Anief avverte che: “È un atto illegittimo”.
I primi dati sull'adesione allo sciopero degli scrutini confermano che si tratta di un grande successo. In Emilia Romagna, prima regione chiamata a valutare i ragazzi in quanto l'anno scolastico è finito una settimana prima rispetto al resto d'Italia, le adesioni hanno superato di gran lunga quelle dello sciopero del 5 maggio. In tutti gli istituti, dai professionali ai licei, a livello regionale ha scioperato oltre il 65% dei docenti con punte del 100% a Modena e provincia. Dal 10 giugno scenderanno in campo anche la Lonbardia, il Lazio e a seguire tutte le altre regioni per quello che si preannuncia come il più grande blocco degli scrutini dal 1998. Mentre a Bologna prosegue lo sciopero della fame a staffetta che andrà avanti almeno fino al 13 giugno.
Viva la grande mobilitazione degli studenti, dei docenti, personale Ata e genitori contro la “buona scuola” di Renzi e Giannini. Avanti tutta col blocco degli scrutini. Bocciamo il DDL del governo che istituisce la scuola del regime neofascista, classista, meritocratica, gerarchizzata e completamente asservita alle borghesie locali, che affida tutto il potere ai presidi-manager e ai padroni capitalisti secondo il piano della P2 e trasforma in particolare gli istituti tecnici e professionali in veri e propri reparti di addestramento e avviamento al lavoro di mussoliniana memoria.
10 giugno 2015