La fondazione allora presieduta dal sottosegretario del governo Renzi con delega ai Servizi segreti ricevette 40 mila euro dalla cooperativa Cpl Concordia
Finanziata dai Servizi la fondazione di Minniti
Per un convegno sulla guerra allo Stato islamico
La fondazione Icsa, che si occupa di sicurezza e intelligence, creata nel 2009 da Marco Minniti, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega proprio ai servizi nel governo Renzi si è trasformata in pochi anni in un vero e proprio collettore di finanziamenti sia privati che pubblici.
A rimpinguare le casse di Icsa, attualmente presieduta dal generale dell’Aeronautica Leonardo Tricarico, non ci sono solo i 40 mila euro di finanziamenti privati elargiti dalla cooperativa Cpl Concordia, ma anche i 12.500 euro più Iva di finanziamento pubblico elargiti dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, “l’insieme degli organi e delle autorità che, nel nostro Paese, si occupano di salvaguardare la Repubblica dai rischi sia interni che esterni” capeggiata dallo stesso Minniti.
Il finanziamento è servito per organizzare il 18 febbraio a Roma un convegno sulla guerra allo Stato islamico dal titolo: “Stato islamico e minaccia jihadista: quale risposta?” al quale ha partecipato lo stesso Minniti.
Una vicenda a dir poco vergognosa di soldi pubblici dati a fondazioni di diritto privato che tra l'altro come tutte le fondazioni politiche, visto che la legge non lo impone e c’è la privacy, non ha alcun obbligo e non ha mai pubblicato la lista dei suoi finanziatori.
La fondazione di Minniti tra l'altro è già finita nelle carte dell’inchiesta della Procura di Napoli che nei giorni scorsi ha portato in carcere il sindaco PD di Ischia e i vertici della Cpl Concordia.
Dall'inchiesta per corruzione emerge che la Cpl ha finanziato nel 2013 e anche nel 2014 anche la fondazione Icsa per un totale di 40 mila euro. Gli inquirenti ora sono al lavoro per capire se questi stanziamenti erano finalizzati ad ottenere in cambio favori per l’aggiudicazione di appalti.
E pensare che proprio contro la mancanza di trasparenza nelle fondazioni politiche ha più volte puntato il dito anche il presidente dell’Agenzia nazionale anti corruzione guidata da Raffaele Cantone che a parole ha più volte ripetuto che: “Bisogna lavorare sulla trasparenza, tutti i contributi in entrata e in uscita devono essere trasparenti” ma nei fatti, senza nuove norme per le fondazioni che Renzi continua a rimandare alle calende greche, tutti continuano a incassare fiumi di denaro pubblico e privato.
10 giugno 2015