Toscana
Ai ballottaggi delle comunali trionfa l'astensionismo
Crollo verticale del PD anche nella roccaforte renziana di Arezzo

Dal nostro corrispondente della Toscana
Tre sono le città toscane andate al ballottaggio per l'elezione del sindaco, dopo la prima tornata del 31 maggio: Arezzo, Pietrasanta e Viareggio entrambe nella provincia di Lucca.
In tutte e tre si registra, come è successo per le elezioni regionali, un crollo verticale del PD, soprattutto a Viareggio ed in particolare come preferenza al candidato sindaco del “centro-sinistra”. Inoltre c’è stato un aumento esponenziale dell'astensionismo, e soprattutto nella diserzione delle urne. Il partito del nuovo duce Renzi ha perso consensi anche nella sua roccaforte Arezzo.

Arezzo
Ad Arezzo dopo otto anni di amministrazione di “centro-sinistra”, è stato eletto sindaco Alessandro Ghinelli (FI, Lega e Fratelli d'Italia), ingegnere di 63 anni, ex assessore della giunta di “centro-destra” Lucherini che ha governato la città per due mandati e orgoglioso figlio di Oreste Ghinelli, storico federale del Movimento sociale ad Arezzo. Le elezioni comunali avrebbero dovuto svolgersi nel 2016, ma lo scorso settembre Renzi ha promosso il suo accolito sindaco Giuseppe Fanfani, nipote del leader democristiano Amintore Fanfani, al Consiglio Superiore della Magistratura come membro laico.
Ghinelli ha battutto Matteo Bracciali (PD, Liste civiche, Sinistra per Arezzo), super sponsorizzato da Renzi il quale non solo lo aveva affidato alla sua personale società di comunicazione DotMedia per la pubblicità in campagna elettorale, ma lo aveva fatto sponsorizzare dal braccio destro e sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti e dall'”amicone” neopodestà fiorentino Dario Nardella. Ma soprattutto Bracciali, ex Margherita, organizzatore delle varie Leopolde renziane, coordinatore nazionale dei giovani delle Acli, è stato supportato personalmente dalla fidata renziana, anticomunista e antioperaia ministro delle Riforme costituzionali, Maria Elena Boschi, che ad Arezzo chiamano “la Madonna”. In città la famiglia Boschi è ben radicata e ultimamente è salita alla ribalta delle cronache anche nazionali per il democristiano padre della ministra, Pier Luigi Boschi, indagato come consigliere della banca popolare dell’Etruria, attualmente commissariata e nella quale lavora anche il fratello.
La Boschi per ben tre volte è stata ad Arezzo per sostenere Bracciali, anche insieme al governatore Rossi, con tanto di dibattiti e cene.
Tutto questo non è bastato al PD per incassare la “vittoria” sul “centro-destra”. Anzi è stato sonoramente battuto soprattutto dal palese aumento dell’astensionismo rispetto elezioni comunali del 2011 e soprattutto nella diserzione che aumenta del 14,67 al primo turnoe del 23,68% secondo turno. A queste elezioni su un corpo elettorale di 77.794 aventi diritto, 35.018 si sono astenuti (I turno), 41.099 (II turno), punendo di fatto il tanto decantato e destinato alla vittoria feudo “renziano-boschiano”.

Pietrasanta
Vince la poltrona di neopodestà Massimo Mallegni ex socialista (sostenuto da Liste civiche di “centro-destra”), rispetto a Rossano Forassiepi (PD, PSI, Lista civica e Sinistra per Pietrasanta). Mallegni dieci anni fa era già stato sindaco di Pietrasanta e nel 2012 è stato condannato a un anno e tre mesi per mobbing sui vigili urbani, condanna andata in prescrizione.
Anche in questo caso l’astensionismo avanza, su 21.213 elettori si sono astenuti in 8.176 (I turno) e 8.823 (II turno). La diserzione tra i due turni aumenta del 3,7% mentre rispetto alle elezioni comunali del 2010 avanza del 10,36 (I turno) e dell'8,16 (II turno).

Viareggio
A Viareggio c’è stata una vera emorragia di affluenza alle urne, su 52.185 elettori solo il 55,09% (28.751) hanno votato al primo turno, addirittura solo il 31,03% (16.195) al secondo turno. L’astensionismo totale (diserzione + schede nulle e bianche) ha contato 24.238 elettori al primo turno e ben 37.193 al secondo turno.
Viareggio guidata fino allo scorso autunno da Leonardo Bettini (PD) e commissariata per ben due volte nel giro di due anni per dissesto finanziario e per mancanza di maggioranza in Consiglio comunale, vede la vittoria di Giorgio Del Ghingaro, già sindaco di Capannori e iscritto a PD ma sostenuto da liste civiche e in concorrenza con l’avversario Luca Poletti (PD).
Un astensionismo che punisce il PD, le politiche di Renzi, e quelle locali dei suoi rappresentanti istituzionali e dei suoi candidati super sponsorizzati.
Per il rieletto governatore toscano Enrico Rossi, per battere l’astensionismo e riconquistare i voti persi dal PD occorre intercettare i voti al centro con un “partito comunità di impronta olivettiana che sia un corpo intermedio tra individuo e Stato”.
Per noi marxisti-leninisti l’astensionismo, invece, va sostenuto e incrementato. Perché oggettivamente è un voto anticapitalista, antigovernativo e antistituzionale, ma ancora non lo è soggettivamente. Dobbiamo allora continuare a lavorare per farlo maturare in tal senso, affinché l'elettorato di sinistra concepisca l'astensionismo come un voto dato al PMLI e al socialismo.
 

24 giugno 2015