Per associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta
Chiesto l'arresto di Azzollini (Ncd) presidente della commissione Bilancio del senato
Il presidente della commissione Bilancio del senato, Antonio Azzollini di NCD, ex sindaco di Molfetta e in tale veste già indagato per una gigantesca truffa relativa alla bonifica e ristrutturazione del porto di Molfetta (si veda Il Bolscevico n. 14/2015), è destinatario, insieme ad altre nove persone, di un provvedimento di custodia cautelare agli arresti domiciliari spiccato dalla procura della Repubblica di Trani per la bancarotta fraudolenta della casa di cura Divina Provvidenza, oggi in regime di amministrazione straordinaria.
Gli indagati in questa inchiesta sono in tutto 25, a 12 di loro la procura contesta l'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più reati, e tra questi c'è proprio Azzollini, ritenuto uno dei capi dell'associazione criminale ed accusato anche di corruzione per induzione, oltre che di concorso in bancarotta fraudolenta. L'istituto religioso, retto dalle suore della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza, gestisce tre centri di cura per malattie psichiche a Bisceglie, Foggia e Potenza, è stato per anni contraddistinto, secondo l'accusa dei magistrati di Trani, da una gestione contraddistinta da sistematico spreco di denaro pubblico, assunzioni clientelari, elargizione di stipendi e consulenze d'oro, tanto che l'ente ecclesiastico, nel tentativo di nascondere la voragine finanziaria di un debito che oggi ammonta a 500 milioni di euro (di cui 350 verso lo Stato), ha falsificato gli ultimi bilanci a partire dal 2011.
Sono finiti in carcere l'ex direttore generale della Divina Provvidenza Dario Rizzi, l'ex direttore generale e amministratore di fatto dal 2010 Antonio Battiante e l'ex amministratore di fatto Rocco Di Terlizzi, mentre ai domiciliari sono finite anche due religiose, la rappresentante legale dell'ente ecclesiastico suor Marcella (al secolo Rita Cesa, 74 anni) e l'economa della Congregazione suor Consolata (al secolo Assunta Puzzello), insieme all'amministratore della casa di cura Angelo Belsito, al consulente fiscale Antonio Damascelli e a due dipendenti della struttura ospedaliera, Adriana Vasiljevic e Augusto Toscani.
E' indagato per concorso in bancarotta fraudolenta anche un altro parlamentare, il deputato foggiano Raffaele Di Gioia (Psi-Gruppo Misto) insieme a sua figlia Silvia.
Sono stati inoltre sequestrati in vari conti correnti 32 milioni di euro, fittiziamente intestati ad altri enti ecclesiastici gestiti dalle suore allo scopo di sottrarli ai creditori, e un immobile a Guidonia, in provincia di Roma, ufficialmente dichiarato clinica privata ma di fatto inutilizzato.
L'ente ecclesiastico, hanno accertato i magistrati pugliesi, era divenuto negli ultimi quindici anni una facile e ghiotta preda di poteri forti e di politici senza scrupoli, e tale involuzione verso il malaffare da parte della Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza è andata di pari passo con l'ascesa politica di Antonio Azzollini, senatore dal 1994 ad oggi e sindaco di Molfetta in carica dal 2006 al 2012, che dalla fine degli anni Novanta, sostengono i magistrati, aveva stretto un vero e proprio sodalizio criminale con le suore amministratrici dell'ente ecclesiastico, con lo scopo di mettere le mani sui cospicui finanziamenti pubblici destinati allo stesso e ricambiando l'istituto religioso con la garanzia della sua protezione, dal momento che, non lo si dimentichi, egli è tuttora presidente della commissione Bilancio del Senato e, salva una breve parentesi tra il 2006 e il 2008, lo è ininterrottamente dal 2001 ad oggi.
Ora dovrà essere il Senato a decidere l'autorizzazione all'arresto del senatore pugliese. Ma costui gode del sostegno dei suoi compari senatori che già nel dicembre scorso gli assicurarono l'impunità negando l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni grazie al voto di PD, FI, NCD e Lega. Inoltre si fa scudo della presidenza dell'importante commissione come quella del Bilancio e dello stesso Renzi che non vuole compromettere i rapporti con l'alleato Ncd di Alfano, partito nel quale milita Azzollini e che ha lanciato dei chiari segnali, perché nel giorno successivo all'arrivo in Senato della richiesta di autorizzazione all'arresto, proprio in questo ramo del parlamento l’esecutivo è andato sotto perché tre senatori del NCD si sarebbero, secondo la versione ufficiale, confusi e non avrebbero votato, ma tale astensione sembra più un messaggio ricattatorio nei confronti del governo per indurre il PD a votare contro la richiesta di arresto.
Politicamente, Azzollini è un rinnegato e un voltagabbana patentato dal momento che ha letteralmente fatto il giro di tutto l'arco parlamentare, dalla “sinistra” alla destra borghese, partendo nei primi anni Settanta dal Pdup (Partito di Unità Proletaria), passato poi ai Verdi, al PCI di Occhetto, nel quale militò fino alla sua trasformazione in PDS, quindi al Partito Popolare Italiano, poi dal 1994 al 2013 milita nei partiti berlusconiani (dal 1994 al 2009 a FI, dal 2009 al 2013 al PDL) e dal 2013 segue Alfano in NCD dove tuttora milita.
24 giugno 2015