Astensione record al ballottaggio: 70,2%
L'impresentabile De Luca fa eleggere il sindaco inquisito di Giugliano sconfessato dal PD
L'ex PRC Poziello (Liste Civiche, NCD, PSI) era stato rinviato a giudizio per associazione a delinquere
“Questa città non può spegnersi, noi la riaccenderemo anche grazie a De Luca”. Con queste parole il neo eletto Antonio Poziello ha accolto il neogovernatore sospeso Vincenzo De Luca che scavalcando letteralmente i vertici del PD provinciale di Napoli che avevano sconfessato l’ex PRC perché inquisito in un processo, è intervenuto in un sostegno compatto al nuovo sindaco di Giugliano, sia prima che dopo l’elezione avvenuta all’indomani del ballottaggio del 14 giugno. Non si tratta, chiaramente, di un sostegno dato all’aria infusa, ma di un calcolo ben preciso dell’ex neopodestà di Salerno, atteso che Giugliano conta 120 mila abitanti ed è uno dei comuni più popolosi della Campania e d’Italia, nonché crocevia della particolare questione ambientale (le famose ecoballe che aspettano di essere definitivamente smaltite).
“Per me si tratta innanzitutto di un gesto di affetto verso chi mi ha sostenuto", ha risposto De Luca. Una liason
consolidata che non è venuta a caso: Poziello è e resta legato a Mario Casillo, grande elettore di De Luca e primatista di voti nel Pd. Una tela che si estende fino a Caserta con l’eurodeputato Nicola Caputo che proprio ieri è intervenuto a favore di Poziello, al pari del dalemiano Massimo Paolucci. Un patto che doveva far salire Poziello – legittimo vincitore delle primarie PD, ma estromesso dalla corsa perché rinviato a giudizio in un processo di associazione per delinquere nell’ambito di un’inchiesta sulla gestione dei corsi di formazione in Campania risalente a quando era dirigente regionale – alla poltrona di sindaco e smentire l’ex notabile DC Guardascione che non è riuscito ad arrivare al ballottaggio dove, invece, l’ex PRC batteva la coalizione di centro-destra guidata da Luigi Guarino. Una “vittoria di Pirro”, verrebbe da dire, perché segnata dal forte astensionismo che ha raggiunto nel comune di Giugliano la vetta storica del 70,2% (su 90.741 votanti ben 63.736 hanno disertato le urne, lasciato in bianco o annullato la scheda): Poziello è stato eletto solo dal 16,2% dell’elettorato attivo pari a 14.735 voti, più di 2mila in meno rispetto al primo turno (dove aveva raggiunto quota 16.980). La sua coalizione, inoltre, raccoglieva destra e “sinistra” del regime neofascista con l’Ncd di Alfano e il PSI aggiunto ad una serie di liste civiche dove si confondevano transfughi del PRC e del PCdI. Inoltre, ad urne chiuse e per ricompattare il PD – forse su suggerimento proprio di De Luca – Poziello proponeva due assessorati ai neoliberali locali che però rifiutavano.
L'aumento dell'astensionismo fra il primo e il secondo turno non è, dunque, un dato semplicemente fisiologico né da sottovalutare affatto: in passato lo scarto non era stato così netto. Non esistono più "zoccoli duri", cieca fiducia, cambiali in bianco, atteso che le masse popolari sempre più rifiutano la logica del "meno peggio" e di "turarsi il naso", scegliendo consapevolmente di astenersi per punire questo o quel candidato, questo o quel partito parlamentare. Come hanno fatto a Giugliano delegittimando il nuovo eletto Poziello e la sua futura giunta.
1 luglio 2015