Tangenti per assegnare i lavori in appalto
Indagati 44 funzionari tv e della presidenza del Consiglio
Lo scorso 17 giugno una vera e propria raffica di 60 perquisizioni ordinate dalla procura della Repubblica di Roma - compiute soprattutto a Roma, Milano e Napoli nelle sedi di società del gruppo Mediaset, nelle sedi de La7 e di Infront, società quest'ultima che gestisce tra l'altro i diritti televisivi della Serie A di calcio, oltre che presso la presidenza del Consiglio dei ministri - ha investito il mondo radiotelevisivo italiano.
L'inchiesta è nata a seguito del riscontro, da parte della procura, di gravi irregolarità relative all'affidamento di lavori e servizi a favore degli enti radiotelevisivi in cambio di utilità, soldi e assunzioni, e tra le 40 persone iscritte nel registro degli indagati risultano anche nomi importanti, come alcuni funzionari della presidenza del Consiglio nel periodo governato da Silvio Berlusconi, tra i quali Roberto Gasparotti, già stretto collaboratore dello stesso Berlusconi al gruppo Mediaset, e Giovanni Mastropietro.
Secondo i magistrati romani l’imprenditore David Biancifiori, già arrestato dalla procura di Velletri per un'altra vicenda corruttiva che travolse alcuni mesi fa anche il sindaco di Marino e per tale vicenda è ancora ai domiciliari, è indagato nell'inchiesta romana per concorso in corruzione e appropriazione indebita, false fatturazioni e turbativa d’asta, in quanto, secondo l'accusa, riuscì a far sì che alcune sue società specializzate nella fornitura di servizi televisivi come scenografie, gruppi elettrogeni e attrezzature per spettacoli ed eventi, ottenessero, tramite sovrafatturazioni, svariati affidamenti di lavori e servizi versando ai committenti denaro o altri benefici, ovvero vacanze pagate, biglietti aerei e assunzioni di amici e parenti.
Per i funzionari e i dirigenti della Rai, in quanto pubblici ufficiali poiché l'azienda radiotelevisiva è concessionaria di un pubblico servizio, l'ipotesi di reato è di concorso in corruzione, mentre per quelli delle società Mediaset, La7 e Infront è di appropriazione indebita.
Le indagini hanno poi accertato il coinvolgimento nella vicenda di funzionari della presidenza del Consiglio, precisamente del Dipartimento risorse strumentali, che avevano avuto rapporti di lavoro con Biancifiori sin dal 2008, quando la sua società si assicurò una commessa del valore di 8 milioni di euro per l’allestimento di alcuni eventi: i referenti di Biancifiori a Palazzo Chigi erano, secondo i magistrati, Gasparotti che all'epoca era curatore dell'immagine del presidente del Consiglio Berlusconi, e Giovanni Mastropietro, allora direttore della fotografia di Palazzo Chigi, entrambi indagati per corruzione.
Come si è detto, il denaro non era l'unica moneta di scambio, perché tre nipoti di Mastropietro, Matteo, Alessandra e Daniela Rossi, suo fratello Marco, sua figlia Aurora e un altro nipote, Alfredo Sallusti, furono assunti da alcune società di Biancifiori, mentre è accertato che Gasparotti ricevette un intero container di beni per sé e un ciclomotore per la figlia.
Altri nomi importanti finiti nell'inchiesta sono quelli di Danilo Biancifiori, fratello di David e come lui accusato di aver corrotto Gasparotti e Mastropietro, i quali, secondo l'accusa, continuarono a ricevere denaro dal 2009 al 2013 anche da Giuliano Palci, Pamela Oliva e Lucia Mariotti, manager di altre società di servizi televisivi, la Di and Di Lighting and truck srl e la Di.Bi. Technology srl, favorite illegalmente a danno di altre società.
Altro nome poi è quello del funzionario di Palazzo Chigi Massimo Schettini, responsabile unico del procedimento per l'espletamento della gara per la fornitura di un servizio di assistenza e manutenzione hardware e poi responsabile dell'Ufficio eventi della presidenza del Consiglio, accusato di aver ricevuto denaro contante insieme ad altre utilità come un pianoforte del valore di 6mila euro, buoni benzina, un Ipad e telefoni cellulari, il tutto per certificare falsamente che l'esecuzione dei lavori si era svolta secondo il capitolato. Anche il generale dei carabinieri Antonio Ragusa, che era con Berlusconi il capo Dipartimento per le risorse strumentali di Palazzo Chigi, è finito nel registro degli indagati con l'accusa di corruzione per avere contribuito a pilotare la gara che portò il 14 aprile 2009 alla stipula del contratto per la fornitura di servizi audiovisivi a favore di Di and Di Lighting and truck srl.
1 luglio 2015