Inchiesta della procura di Pescara sui crediti della Soget Spa
834 politicanti borghesi non pagavano le tasse in cambio di favori
L'inchiesta del PM Gennaro Varone della procura della Repubblica di Pescara sta mettendo in luce una storia squallida di privilegi e di intrallazzi tra burocrati della pubblica amministrazione e i politicanti borghesi: 834 politici non hanno pagato sistematicamente i tributi locali e devono alle casse pubbliche complessivamente un milione di euro, e la loro morosità veniva agevolata, anzi garantita, dalla dirigenza della Soget Spa, società che gestisce il servizio di riscossione delle tasse locali in diverse zone di Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Piemonte, Lombardia, Marche, Molise e Lazio.
I magistrati hanno infatti, nel corso di una perquisizione, trovato dati informatici con i nomi degli 834 amministratori pubblici tra cui (soltanto per fare i nomi dei debitori la cui morosità era maggiore) il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che ha un debito di 33.000 euro, l'assessore alla protezione civile della Regione Abruzzo Bernardo Mazzocca con una morosità di 20.000 euro di tributi locali, e un forte debitore è anche il consigliere regionale abruzzese di Forza Italia Lorenzo Sospiri, moroso per 14.000 euro ma con i debiti in gran parte dichiarati inesigibili in quanto la Soget lo aveva dichiarato 'irreperibile', nonostante l'inchiesta abbia appurato che egli era in costante contatto con il direttore generale dell'azienda Gaetano Monaco. E poi ci sono il sindaco di Taranto Ippazio Stefano che è debitore di 9.000 euro, il senatore dell'Ncd Filippo Piccone che ne deve 8.000, il vice sindaco di San Ferdinando - in provincia di Reggio Calabria - Santo Cieli che ha maturato 5.000 euro ed è attualmente indagato in un'inchiesta che ha travolto il piccolo comune per i legami con la ‘ndrangheta, così come oltre 1.000 euro deve alle casse comunali il deputato socialista Lello Di Gioia.
Questi sono solo i casi più eclatanti, ma altre centinaia di sindaci, vice-sindaci, assessori e consiglieri regionali, provinciali e comunali, oltre che parlamentari nazionali, che, proprio in combutta con il direttore generale dell'azienda Monaco, la facevano franca, alla faccia delle masse popolari che devono costantemente subire solleciti di pagamento, cartelle esattoriali e pignoramenti se non pagano i tributi locali.
Infatti la stessa Soget che tartassa senza pietà chi, a causa della crisi, non può pagare, quella stessa società di riscossione ha di fatto cancellato illegalmente i debiti degli 834 politici amici del direttore o amici degli amici di qualche altro funzionario della stessa società.
Venivano di fatto dichiarate inesigibili dalla Soget, spesso dopo solleciti puramente di facciata, multe stradali, tasse sugli immobili, canoni per l'acqua o imposte sui rifiuti dovute da questi politici alle rispettive pubbliche amministrazioni.
La guardia di finanza, durante la sua perquisizione alla Soget, ha trovato file informatici conservati al di fuori della contabilità ordinaria, contenenti i codici fiscali degli 834 politici, i loro debiti con gli enti, le cariche pubbliche ricoperte e perfino eventuali candidature in corso.
Il direttore generale della Soget Gaetano Monaco per il momento risulta l'unico indagato nell'inchiesta, accusato di truffa, ma le indagini vanno avanti allo scopo di comprendere quali favori il direttore generale, e eventualmente altri funzionari della società di riscossione, richiedevano ai politici stessi per azzerare i loro debiti.
E, nel prosieguo delle indagini, il magistrato inquirente ha il forte dubbio che vi siano state anche pressioni da parte della criminalità organizzata, nello specifico della camorra, perché (sarà un caso, ma forse no) è proprio ad Ercolano, una città dove la camorra la fa da padrone, che tutti i vertici, nessuno escluso, di un partito politico si sono visti azzerare dalla Soget i debiti, anche cospicui: infatti tra gli insolventi spuntano i vertici del PD del comune di Ercolano, il segretario cittadino Antonio Liberti, il consigliere comunale Raffaele Simeone, l'assessore Salvatore Solaro e il presidente del consiglio comunale Mario Rhemi Oliviero.
1 luglio 2015