A Genova vietato manifestare contro le privatizzazioni delle aziende comunali: imposto il voto a porte chiuse
L’arancione Doria apre la sua giunta al “centro-destra”
ecco il nuovo modo di governare sponsorizzato da sel del trotzkista vendola
La giunta arancione di Marco Doria si sta sbriciolando irrimediabilmente e rischia di terminare in anticipo il mandato e provocare elezioni comunali anticipate. Doria è alla disperata ricerca di una nuova maggioranza che lo blindi cercando di recuperare consiglieri dell’IDV, Sel e anche UDC, che ha risposto un ‘ni’ garantendo appoggio esterno “su necessità precise della città”. Un consiglio comunale, quello del 29 giugno, svolto in una Genova blindata dalle “forze dell’ordine” del gerarca Alfano in assetto antisommossa, con una tensione palpabile nell’aria per la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori delle società partecipate comunali appoggiati da una manifestazione cittadina chiamata da Cgil, Cisl e Uil chiedendo di partecipare alla seduta. Doria, però, decide con piglio ducesco di non far entrare in consiglio comunale i lavoratori ad ascoltare il dibattito e la votazione della delibera che li riguarda; con conseguente presidio permanente fuori al palazzo Tursi dei manifestanti nella mattinata.
Mentre Sel del trotzkista narcisista Vendola e gli altri gruppi di appoggio alla giunta arancione non protestavano contro la seduta a porte chiuse dell’assemblea, i lavoratori decidevano di riunirsi, successivamente, in presidio davanti alla Prefettura, alle 14. L’ordine del giorno sulla protesta dei lavoratori ha tenuto banco fino a tarda serata quando la giunta è entrata in crisi con defezioni come il capogruppo Pd in Comune, Simone Farello o il consigliere Gianni Vassallo (“avevo un altro impegno”). Fino all’inevitabile decisione di Doria di passare oltre, spostare a destra l’asse della giunta e aprire all’Udc cedendo sulla “collaborazione esterna” e allargando di fatto al “centro-destra”.
Dopo lo scontro con il governatore della Liguria, delfino del neoduce Berlusconi, Toti, sulla questione dei 120 lavoratori che verranno licenziati dai Centri dell’impiego, dopo il problema privatizzazioni esploso in giunta e in consiglio comunale, fino ai lavoratori e alle lavoratrici che protestano la sua giunta antipopolare al punto che svolge il consiglio comunale a porte chiuse, Marco Doria e il suo esecutivo dimostrano di non avere niente che li distingue rispetto alle altre giunte di “centro-sinistra” e persino di “centro-destra”, dalle quali ha copiato non solo il programma di privatizzazioni dei servizi pubblici ma anche il metodo di governo trasformista, consociativo e insofferente verso qualsiasi manifestazione di protesta popolare.
8 luglio 2015