In violazione dell’ art. 4 dello Statuto dei Lavoratori
Imposto il controllo a distanza sugli oltre 500 precari sfruttati nei padiglioni di Expo 2015
Tramite applicazioni per smartphone con geolocalizzazione
Redazione di Milano
E’ ormai chiaro che EXPO Milano 2015, oltre ad aver smentito nei fatti il suo falso obiettivo di fungere da volano per il rilancio dell’occupazione, si rivela essere l’esposizione internazionale del diritto neofascista della borghesia italiana allo sfruttamento selvaggio della forza-lavoro e all’oppressione politica e personale dei lavoratori.
Il previsto, e non ancora varato, decreto del Jobs Act del nuovo duce Renzi, che stravolge l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori (che sancisce il divieto dell’uso di impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori) è già in sperimentazione attuativa nei padiglioni dell’area EXPO. Si tratta di applicazioni per smartphone con geolocalizzazione e ingressi nei padiglioni tramite l’indirizzo e-mail personale. Gli oltre 500 lavoratori assunti da EXPO SpA tramite l’agenzia Manpower sono stati “invitati” (o meglio, gentilmente obbligati) ad attivare su tablet e telefonini personali un’applicazione con geolocalizzazione in sostituzione alla timbratura del cartellino (o alla strisciata del badge) in entrata e uscita dal sito espositivo. Alla app si accede tramite l’indirizzo di posta elettronica fornito a Manpower in fase di assunzione, cioè la propria e-mail personale; e per farla funzionare è necessario attivare il wi-fi o il Gps, con il rischio che i lavoratori possano essere controllati a distanza in qualsiasi momento, dentro e fuori Expo.
Per la gestione delle presenze dei lavoratori nel sito di Expo, Manpower ha realizzato un sistema digitale di monitoraggio insieme a Microsoft e PeopleLink. L’applicazione People@TimeMap, realizzata da People Link, permette di rilevare i dati di presenza dei dipendenti in movimento. Attraverso lo smartphone, i dipendenti possono inviare, in qualunque luogo si trovino, le timbrature al sistema, che identifica persona, data e ora di ingresso e uscita.
I lavoratori devono tenere il Gps della app sempre acceso e quindi sono controllabili a distanza in ogni momento, dentro e fuori l’area espositiva. I lavoratori assunti a EXPO, in pratica, “timbrano il cartellino” attraverso il proprio smartphone personale quando entrano ed escono dal sito. E per scaricare la app si usa la propria email personale comunicata a Manpower al momento dell’assunzione, fornendo quindi tutti i propri dati, con una flagrante violazione del diritto alla riservatezza del lavoratore.
Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, le tre sigle che nei sindacati confederali si occupano dei lavoratori atipici, in un comunicato congiunto contestano a Manpower la violazione dell’art. 4 dello Statuto dei lavoratori. Manpower si dice disponibile a incontrare dette rappresentanze sindacali, e nel frattempo afferma, negando l’evidenza, che si tratta di “uno strumento che rileva esclusivamente la presenza del lavoratore presso il sito EXPO al momento dell’ingresso nel luogo di lavoro.
In più, “l’adesione a questo sistema di rilevazione della presenza sul luogo di lavoro avviene su base volontaria in quanto a tutti i lavoratori viene lasciata la libertà di scegliere tra l’utilizzo di questa nuova tecnologia oppure di registrare la propria presenza tramite badge attraverso i rilevatori dislocati sul sito EXPO”. Rilevatori, quelli tradizionali, che però non si trovano in tutti i padiglioni di EXPO. Va da sé inoltre che la vantata libertà di scelta che Manpower concede al lavoratore di accettare tale controllo a distanza risulti una farsa di fronte alla libertà padronale di interruzione del rapporto lavorativo qualora non siano accettate dal lavoratore le suddette condizioni di monitoraggio. Il sistema tecnologico, sottolineano da Manpower, è stato tra l’altro “condiviso con Expo e con i sindacati che partecipano all’Osservatorio permanente”. Lo stesso che ha sottoscritto la clausola di moratoria sullo sciopero dei lavoratori EXPO, e che ha dato il via libera ai contratti a tempo determinato senza causalità e agli apprendistati deregolamentati.
Con EXPO Milano 2015 si ha l’anteprima dell’applicazione integrale del Jobs Act renziano e dell’affossamento dello Statuto dei lavoratori a partire dai suoi fondamentali articoli 4, 8 e ovviamente del già deturpato articolo 18; il modello occupazionale, che si avvale delle moderne tecnologie, che il governo Renzi vuole applicare in tutto il Paese.
8 luglio 2015