Renzi la appoggia: “Un capolavoro”
Il neogovernatore campano De Luca vara una giunta di tecnici borghesi e di politicanti a lui fedeli
Il M5S si rintana nei ricorsi ai tribunali, senza chiamare la piazza
non dare tregua alla nuova giunta antipopolare
Redazione di Napoli
Ringalluzzito dalla sospensione del provvedimento con cui veniva bloccata la legge Severino che impedisce già ai condannati in primo grado per reati contro la pubblica amministrazione di poter ricoprire cariche pubbliche, il neogovernatore Vincenzo De Luca ha varato il suo esecutivo il 6 luglio in una conferenza stampa a Palazzo Santa Lucia in Napoli. In attesa della decisione della Corte Costituzionale – in ottobre – sulla legittimità o meno della legge e dell'udienza del 17 luglio prossimo al Tribunale di Napoli sull’accoglimento o meno del ricorso di De Luca, l’ex neopodestà di Salerno si è mosso in tempo, comunque, per la convocazione del primo consiglio il 12 luglio che rischiava lo scioglimento anticipato del consesso e il rinvio a nuove elezioni.
De Luca ha avuto il pieno sostegno di Renzi fin dalla vigilia della conferenza pubblica con cui annunciava la giunta, al punto che il nuovo duce gli conferiva un tributo che non lasciava adito a dubbi: “la giunta è un capolavoro”.
Una giunta antipopolare
Fin dagli esordi i mass media locali e nazionali non solo hanno dedicato pagine intere di servizi, nonché trasmissioni ad hoc per sponsorizzare il nuovo esecutivo targato De Luca, ma hanno elogiato le scelte di De Luca (“una valanga rosa: è la prima volta”) o rivolto critiche blande che non centrano la vera natura borghese della sua composizione, affermando che la giunta sarebbe “salernocentrica”, ossia una replica dei poteri forti già espressi da De Luca quando era neopodestà di Salerno. Si tratta, in realtà, di un esecutivo antipopolare e non tragga in errore la nomina di ben sei assessori donne oppure il solito specchietto per le allodole della presenza di “professionisti e docenti universitari di consolidata esperienza e una serie di figure fresche, persone che hanno cominciato a guadagnare soltanto grazie alla propria fatica”, così come ciancia De Luca. Basti solo pensare alla nomina dell’ex migliorista PCI (poi PDS-DS-PD) Amedeo Lepore, fedelissimo di Giorgio Napolitano, collocato nello strategico assessorato alle attività produttive, settore delicatissimo per il rilancio economico della Campania dopo i disastri della giunta Caldoro. Docente universitario di Storia economica presso la Seconda Università di Napoli, Lepore è stato già assessore all’edilizia della giunta antipopolare della DC Iervolino.
L’importante assessorato al Lavoro e risorse umane viene conferito all’avvocato lavorista Sonia Palmieri che ha già lavorato all’interno delle multinazionali sfruttatrici del lavoro interinale come Adecco, nonché presidente di alcune associazioni no profit. Toccherà alla Palmieri risolvere l’annosa questione dei disoccupati “Bros’” vituperati e perseguitati dall’ex assessore Nappi, noto per la sua gestione fallimentare sul fronte dell’inserimento al lavoro in un altro settore importante come quello della raccolta differenziata porta a porta. All’Ambiente De Luca nomina il suo delfino, Fulvio Bonavitacola, avvocato amministrativista, “mente” del ricorso contro la sospensione del nuovo governatore con un passato di granito nella giunta di Salerno dove ha ricoperto tutte le cariche, da consigliere ad assessore, fino alla vicepresindenza del Consiglio comunale. Bonavitacola è il factotum di De Luca il neogovernatore lo ha nominato alla vicepresidenza della giunta così che, in caso di nuova decisione di sospensione, possa subentrargli direttamente. Chiaramente sul fronte ambientale, al di là della priorità fondamentale della zona della “Terra dei fuochi”, rimane in piedi la questione inceneritore che vede il sostegno convinto di De Luca.
Ai fondi UE, altro settore che ha determinato il fallimento della giunta Caldoro, è stata nominata Serena Angioli, che ha già lavorato con la giunta regionale della Calabria del fascista ripulito e plurinquisito Giuseppe Scopelliti e con l'allora viceministro al Welfare, il fascista Pasquale Viespoli sotto l’ultimo governo del neoduce Berlusconi, dal 2008 al 2010. Nuovo assessore al bilancio è Lidia D’Alessio, ordinaria di Economia aziendale all’Università Roma Tre, già responsabile del controllo interno all’Inps. La commercialista Lucia Fortini è assessore alla scuola e alle politiche sociali ed è già stata consulente degli ex assessori al Lavoro Buffardi (PD) e del trasformista e opportunista Gabriele (ex PRC, poi PD, ora PSI), entrambi nelle giunte guidate dal rinnegato Bassolino sempre nel settore dell’istruzione pubblica.
L’assessore alla Internazionalizzazione e allo “start up” è Valeria Fascione che valuterà i contratti e i programmi regionali, molto vicino all’ex assessore alle attività produttive e fedelissimo di Bassolino, Andrea Cozzolino, si occupa soprattutto di marketing aziendale. La giovane Chiara Marciani è assessore alle pari opportunità e alla formazione, specializzata in programmazione, attuazione e controllo dei fondi europei. A completare la triade salernitana assieme a De Luca e Bonavitacola vi è un altro fedelissimo del governatore, ossia Sergio De Felice, nominato come capo gabinetto, magistrato Tar, già capo ufficio legislativo con quattro ministri. Il nome di De Felice balzò sulle cronache giudiziarie nel 2012 nell’inchiesta della Procura di Napoli sui furti alla sede di piazza Girolamini a Napoli e anche in un’altra inchiesta simile aperta dai pm fiorentini.
Lo scontro con il neopodestà De Magistris
Nella distribuzione delle cariche non è mancato il piglio decisionista di De Luca nell’attribuirsi altre tre cariche (Trasporti, Agricoltura, Sanità) e di nominare una cerchia di uomini con un passato al servizio del regime neofascista. Basti per tutti la presenza di Paolo De Ioanna, neoconsigliere del governatore per la pubblica amministrazione e della programmazione finanziaria e già capo di gabinetto del ministro del Tesoro Ciampi (1996-1998), nonché dell’ex ministro dell’Economia Padoa Schioppa (2006-2008) fino a ricoprire la carica di segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri.
De Luca non ha risparmiato frecciatine all’indirizzo del sindaco di Napoli De Magistris, sia per l’esclusione del presidente del Consiglio comunale Pasquino (vicino all’UDC), sponsorizzato dal neopodestà partenopeo, sia perché è già scoppiata la grana di Bagnoli, atteso che Renzi ora vorrebbe che se ne occupasse l’amico De Luca anziché De Magistris, per dare attuazione celere e piena del famigerato “Sblocca Italia” contestatissimo dai Comitati territoriali e di lotta del quartiere e dell’area flegrea. All’invito dell’ex pm di calendarizzare gli incontri istituzionali, De Luca per ora ha risposto con il silenzio, da una parte, e ha sfruttato l'emittente amica “Canale 21”, e il giornalista stretto compare del nuovo governatore, per iniziare una fitta campagna denigratoria della giunta De Magistris cominciando dai lavori in città e dall’igiene dei quartieri invasi da topi e blatte. Una manovra tesa ad indebolire l’ex pm in vista delle elezioni amministrative del 2016 e a mettere un uomo fedele a Renzi (l’ex PRC Gennaro Migliore?) per contrastare le velleità arancioni.
Lottare contro il capitalismo e per il socialismo
Va detto che il Movimento 5 Stelle ha presentato ricorsi ai tribunali sulla vicenda De Luca ma non ha chiamato la piazza alla lotta.
La Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli del PMLI in un documento del 12 maggio scorso, distribuito in diversi quartieri del capoluogo partenopeo, aveva già smascherato i due volti del regime neofascista, incluso quello del plurinquisto De Luca, ben sponsorizzato dal nuovo duce Renzi. La sua giunta non ha nulla a che vedere con i bisogni immediati o a medio-lungo termine delle masse popolari campane vista la composizione borghese di tecnocrati al servizio dell’imperante regime neofascista.
Le caratteristiche politiche e programmatiche sia dell’esecutivo che del nuovo Consiglio regionale confermano la giustezza delle posizioni politiche del PMLI di lavorare al di fuori delle istituzioni borghesi in camicia nera per creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo fondate sulle Assemblee popolari e sui Comitati popolari.
15 luglio 2015