Dal tribunale di Napoli
Berlusconi condannato a 3 anni. Comprò voto di un senatore
L'8 luglio, dopo diciassette mesi di processo e oltre sei ore di camera di consiglio, Silvio Berlusconi e Valter Lavitola, ex direttore ed editore dell' Avanti!, sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Napoli a 3 anni di carcere e 5 di interdizione per corruzione. Il processo si riferisce alla famigerata “Operazione libertà” architettata da Berlusconi che provocò la caduta del governo Prodi nel 2008 attraverso una scandalosa compravendita di senatori.
I giudici della prima sezione penale, collegio presieduto da Serena Corleto, hanno dunque accolto la tesi del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e dei pm Henry John Woodcock, Fabrizio Vanorio e Alessandro Milita: i magistrati avevano indagato con il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza sui tre milioni di euro, due dei quali in nero, versati tra il 2006 e il 2008 da Berlusconi, attraverso Lavitola, all'ex senatore Sergio De Gregorio, eletto con Italia dei Valori, poi passato con il “centro-destra”, con l'obiettivo di condurre “una guerriglia urbana” contro l'esecutivo di “centro-sinistra” che si reggeva su una maggioranza risicatissima.
“È una sentenza che non ha precedenti – ha commentato il procuratore Giovanni Colangelo - aspettiamo le motivazioni, ma si stabilisce che non si può fare mercimonio della promessa di voto di un parlamentare. Ringrazio i colleghi per la serenità e la qualità professionale con cui hanno portato avanti il processo”.
Ciononostante è praticamente sicuro che anche questa volta Berlusconi la farà franca perché, come è già successo in molti altri processi a suo carico, la prescrizione del reato è dietro l'angolo. Il processo infatti si prescriverà il 6 novembre prossimo.
E pensare che il procuratore aggiunto Piscitelli, nella sua requisitoria, aveva definito l'”Operazione libertà un colossale investimento economico di Berlusconi, ossessionato dal pensiero di mandare a casa il governo Prodi”. Mentre il Pm Woodcock aveva definito quello tra Berlusconi e De Gregorio (che ha confessato e patteggiato 20 mesi di reclusione) “un contratto illecito basato sulla vile pecunia, un baratto tra i soldi e tutto ciò che rientra nella funzione parlamentare”.
L’indagine era cominciata in seguito alle confessioni di De Gregorio che in tre diversi interrogatori raccontò ai giudici di aver ottenuto da Berlusconi la presidenza della commissione difesa del Senato e tre milioni di euro per farlo passare dall’Idv a Forza Italia e far cadere il governo Prodi: «L’accordo si consumò nel 2006 – ha raccontato De Gregorio - con il mio incontro con Berlusconi a palazzo Grazioli che servì a sancire che la mia previsione di cassa. Ho ricevuto 2 milioni in contanti da Lavitola a tranche da 200/300mila euro».
Ma l'”Operazione libertà” è solo uno dei tanti intrecci politico-affaristici tra Berlusconi e Lavitola. Nella famigerata lettera ritrovata nel computer di Carmelo Pintabona, l’imprenditore italo-argentino collaboratore di Lavitola, 20 pagine datate 2011, vengono elencati diversi altri favori che Lavitola ha fatto a Berlusconi oltre all'impegno per comprare i senatori. Fra questi spiccano i 500mila euro pagati da Berlusconi per distruggere Fini e una serie di foto dell’ex premier con alcuni camorristi. Lettera che è già costata nel 2013 a Lavitola una condanna definitiva a un anno e 4 mesi per la tentata estorsione.
15 luglio 2015