Rapporto Cnsu 2015 sulla condizione studentesca
Ucciso in Italia il diritto allo studio
+63% le tasse universitarie negli ultimi 10 anni. -17% gli iscritti. Aumentano le diseguaglianze: 46 mila studenti vincitori di borse di studio non hanno ricevuto alcun finanziamento
"La vecchia scuola dichiarava di voler creare un uomo con una cultura completa, di voler insegnare le scienze in generale. Sappiamo che questo era falso da cima a fondo, perché tutta la società era fondata e si reggeva sulla divisione degli uomini in classi, in sfruttatori e in oppressi . È naturale che tutta la vecchia scuola, imbevuta di spirito di classe, impartisse il sapere soltanto ai figli della borghesia. Ogni sua parola veniva adeguata agli interessi della borghesia. In queste scuole la giovane generazione degli operai e dei contadini non era tanto educata quanto ammaestrata nell'interesse della borghesia. Veniva istruita in modo da poter fornire a essa servi idonei, capaci di procurarle il profitto e che al tempo stesso non turbasse la sua quiete e il suo ozio".
(Lenin, I compiti delle associazioni giovanili, 5-6-7 ottobre 1920 )
Queste illuminanti parole di Lenin già nel 1920 smentivano la borghesia che favoleggiava, sapendo di mentire, che l'istruzione sotto regime capitalista fosse indipendente dalla politica e quindi anche dalle classi sociali e funzionale agli interessi generali, sono la miglior lente d'ingrandimento per analizzare con chiarezza marxista-leninista, come ancora oggi, dopo ben 95 anni l'accesso ai livelli più altri dell'istruzione per i giovani ed i figli della classe operaia e delle masse popolari in Italia è di fatto preclusa mentre solo ai più ricchi è concesso il privilegio di raggiungere i gradi più alti dell'istruzione, formare i futuri quadri e politicanti della classe dominante per perpetuare il dominio della borghesia.
Questa preclusione è ancora più lampante esaminando come negli ultimi anni, con la fascistizzazione dello Stato attraverso il “piano di rinascita democratica” della P2, e i progressivi tagli e controriforme dell'istruzione dei governi della destra e della “sinistra” borghese il progetto di estromissione dei figli del popolo dall'istruzione abbia fatto un ulteriore salto di qualità.
A questo proposito, il rapporto 2015 del consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU) che prende in esame gli ultimi dieci anni di politiche su scuole e università parla chiaro: dai governi Berlusconi, che negli anni hanno tagliato qualcosa come 1,1 miliardi di euro, seguiti dai governi Letta, Monti, con la liberalizzazione delle tasse scolastiche nel 2012 e ultimo, Renzi con la legge sulla “buona scuola”, l'istruzione pubblica e la possibilità di accesso delle fasce medio povere della popolazione studentesca ai livelli più alti di formazione sono stati oggetto di una vera e propria guerra sociale scatenata dalla borghesia contro i figli del proletariato.
Tasse universitarie cresciute del 63% in 10 anni, con un conseguente abbandono degli studi che si aggira al 17%, taglio del fondo di finanziamento ordinario che ha portato gli Atenei ad aumentare le tasse agli studenti, diventando così loro malgrado i maggiori finanziatori per scuole e università, il taglio delle borse di studio per migliaia di studenti (nell'anno 2013/2014 pur avendone diritto 46 mila studenti non hanno ricevuto la borsa di studio a causa dei tagli dello Stato e per le mancate risorse regionali), avendo così senza borsa in media 42.400 studenti ogni anno (le risorse regionali si fermano al 23,6% con percentuali diverse da regione a regione, come ad esempio l'Umbria col 52,9%, Veneto 7% e Piemonte zero euro), il sistema in questo caso resta in vita solo grazie alle tasse regionali versate dagli studenti: il 42,2% di borse esiste grazie a loro.
Un altro gravissimo problema che si pone tra i giovani e il loro diritto all'istruzione è il numero chiuso nelle università.
Oggi si chiude tutto, si sbarrano gli accessi alle facoltà e, soprattutto alle specializzazioni. Anche qui vige la legge borghese della ricchezza come sistema di valutazione per l'accesso all'istruzione, così vengono strette le maglie del numero chiuso (il 54 per cento dei corsi di laurea), senza per questo risolvere il problema dell’accesso alle professioni. Per fare un esempio, un terzo dei circa 10 mila aspiranti medici che di solito passano il test di ammissione alle facoltà di medicina non accederanno alla specializzazione.
Tutti questi aumenti delle tasse e tagli ai servizi, vanno in maniera odiosa a colpire maggiormente quelle studentesse e studenti fuori sede che non appartengono a famiglie abbienti, e che non trovando posti liberi nelle case dello studenti, dovendo pagare affitti esorbitanti per le loro magre tasche sono costretti a lavori part-time molto spesso in nero e con salari da fame.
Insomma dagli idonei senza borsa di studio ai precari fuori corso la vita degli studenti è praticamente un incubo.
I problemi di natura economica e sociale a cui sono esposte le masse studentesche viene subita anche da chi fa un dottorato, il primo gradino per chi vuole fare ricerca. L'introduzione del vincolo di copertura con borsa di almeno il 75% dei posti al bando, adottato dalle “linee guida” su indicazione dell'agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e di ricerca (ANVUR), ha generato una gravissima emorragia. Tra il 2013 e il 2014 si è passati da 12,338 a 9,189 posti, con una diminuzione del 25,5%. Gli atenei hanno ridotto le posizioni invece di aumentare le borse di studio.
Davanti a questo palese tentativo della classe dominante borghese attraverso il nuovo duce Renzi di distruggere completamente gli ultimi residui di libertà nell'accesso all'istruzione per i figli dei lavoratori, le stesse masse giovanili e studentesche devono scendere sul terreno della lotta per reclamare il loro diritto al libero accesso all'istruzione ponendo sul terreno della lotta delle rivendicazioni che oltre all'abrogazione di tutte le leggi antistudentesche degli ultimi decenni, partano da un miglioramento immediato delle proprie condizioni di studenti: 1) Libero accesso a tutte le facoltà per tutti gli studenti; 2) Abolizione del numero chiuso e ogni altra limitazione per gli accessi e il proseguimento degli studi; 3) Abolizione delle tasse universitarie e dei contributi per laboratorio; 4) Gratuità di vitto e alloggio per tutti i fuori sede; 5) L'università deve provvedere ad allestire studentati in numero sufficiente e adeguato alle effettive necessità; 6) Potenziamento delle mense universitarie, gratuite per gli studenti, con cibo di buona qualità; 7) Gratuità per gli studenti del materiale didattico, informatico e di laboratorio e dei mezzi di trasporto pubblici.
22 luglio 2015