Gli ospedali hanno già dato 31 miliardi in 5 anni
Nuovi tagli per 2,3 miliardi di euro alla sanità
Meno prestazioni. Rischio di pagare Tac ed esami. Sanzioni ai medici che si discostano dalla legge
Con la prossima legge di stabilità si prospettano altri tagli per 10 miliardi
Una nuova mannaia di lacrime e sangue si è abbattuta sul proletariato e sulle masse popolari. Ad essere nel mirino della borghesia in camicia nera è questa volta la sanità pubblica di cui il Berlusconi democristiano Renzi e il suo ministro alla salute Beatrice Lorenzin, già Forza Italia ora appartenente al Nuovo centro destra neofascista di Alfano, si apprestano a fare scempio.
I tagli previsti, nell'ordine dei 2,3 miliardi di euro, sono già legge dello stato a seguito della pubblicazione in gazzetta ufficiale, lo scorso 14 agosto, della L 125/15 che ha convertito il Dl 78/15 sugli enti locali, decreto in cui erano contenuti i suddetti tagli. Ridotte a mere aule “sorde e grigie” di mussoliniana memoria le Camere si sono piegate ancora una volta al diktat della fiducia posto dal nuovo duce Renzi e si sono limitate, dopo alcune sterili dimostrazioni da parte delle opposizioni parlamentari, a ratificare la volontà del governo secondo i tempi previsti. Il maxiemendamento sulla sanità prevede un ennesimo scempio ai danni della sanità pubblica, 2,3 miliardi di tagli dopo i 31 miliardi effettuati negli scorsi 5 anni, e sposa appieno la politica delle ultime controriforme sulla sanità. Queste, in pieno ossequio agli interessi delle classe dominante borghese italiana ed europea, a partire dagli anni novanta hanno affossato la sanità pubblica a tutto vantaggio della lucrativa sanità privata.
Il maxiemendamento sulla sanità che ci accingiamo ad esaminare non è che il preludio a nuovi pesantissimi tagli alla sanità pubblica già in fase di definizione e che verranno posti in essere con la prossima legge di stabilità. Si parla a questo riguardo di altri 10 miliardi di tagli per i prossimi 3 anni.
Tagliati servizi e prestazioni
I tagli previsti dal maxiemendamento sulla sanità, già approvato con la legge di conversione e quindi di fatto già in vigore, troveranno applicazione nel mese di settembre con una serie di specifici decreti attuativi in fase di definizione al ministero della salute. Tagliate molte prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali ed esami di laboratorio) ritenute non necessarie. Il ministero della salute provvederà a stilare la lista delle situazioni e delle patologie per cui gli esami saranno dispensati dal Sistema sanitario nazionale. Resta ovviamente valido per questi casi il principio aziendalistico dell'erogazione del servizio solo dietro pagamento del relativo ticket se non si è esenti.
Per tutte le altre situazioni si pagherà invece di tasca propria il costo integrale della prestazione a prescindere dal proprio reddito. Secondo le prime indiscrezioni saranno quasi 200 le prestazioni diagnostiche messe fuori copertura, una vera e propria lista di proscrizione cui medici e operatori sanitari dovranno adeguarsi prima di prescrivere visite o esami. In assenza di gravi e conclamate patologie analisi, visite specialistiche, risonanze magnetiche e tac saranno quindi interamente a carico del cittadino di fatto facendo così venire meno lo stesso Sistema sanitario nazionale (Ssn) che cesserà di esistere, trasformandosi in un mero erogatore di servizi a pagamento. Sono previste drastiche riduzioni ai fondi per le cure dentistiche. La copertura delle prestazioni avverrà solo per i ragazzi fino ai 14 anni di età e per i soggetti poveri. Il compito di fissare le soglie dell’indigenza economica sarà demandato alle Regioni che sulla base di appositi parametri stabiliranno requisiti e modalità di accesso ai servizi, preludio di una ulteriore regionalizzazione di ciò che resta del Sistema sanitario nazionale. Se le Regioni più ricche potranno infatti mantenere una parvenza di servizio, fermo restando il pagamento dei relativi ticket, quelle più povere con tutta probabilità dovranno pressoché azzerare le prestazioni.
Tagli pesantissimi sono previsti per quanto riguarda gli esami di laboratorio. Il maxiemendamento elimina del tutto molte prestazioni, anche quelle per cui era previsto il pagamento del ticket, così da risparmiare sulla parte di costo ancora a carico del Ssn. La tendenza è quella di eliminare i controlli generici in assenza di specifici fattori di rischio come ad esempio familiarità con la patologia in questione, ipertensione, obesità, diabete, malattie cardiache. Gli esami specifici per il colesterolo e i trigliceridi potranno essere ripetuti soltanto ogni tre anni. Controlli più rigidi anche per i test ed i vaccini allergologici che dovranno essere prescritti solo a seguito di visita specialistica (quindi a pagamento) e non più dal medico di base. Quasi dimezzate le prestazioni relative a Tac e risonanze magnetiche per cui verranno introdotti rigidi criteri di appropriatezza. Per quanto riguarda la dialisi il maxiemendamento prevede: che "le condizioni di erogabilità sono riservate alle metodiche di base (domiciliari e ad assistenza limitata) che risultano appropriate solo per pazienti che non presentano complicanze da intolleranza al trattamento e/o che non necessitano di correzione metabolica intensa. Si tratta di 2 prestazioni".
Circa la medicina nucleare (scintigrafia, Pet) la prescrizione adeguata viene confinata a quattro prestazioni di carattere prettamente specialistico (previa, dunque, prescrizione del medico specialista), per le quali sono definite condizioni di erogabilità e indicazioni prioritarie, connesse soprattutto a patologie tumorali. Il maxiemendamento prevede inoltre tutta una serie di sanzioni per i medici che risulteranno inadempienti alle prescrizioni in esso contenute. Per quanto riguarda i ricoveri e le pratiche di riabilitazione è prevista una completa revisione delle prestazioni in base alla appropriatezza e pagamento percentuale oltre i giorni di degenza previsti dalle nuove soglie; controlli e penalizzazioni. Per quanto concerne le strutture ospedaliere è previsto, oltre ad un rigido controllo delle strutture in sofferenza economica, l'azzeramento dei ricoveri nelle case di cura convenzionate con meno di 40 posti letto, la riduzione della spesa del personale a seguito del taglio della rete ospedaliera, la riduzione della degenza media e del tasso di ospedalizzazione. Forte contrazione di spesa anche per quello che riguarda l'acquisto di beni e servizi nel settore sanitario, per dispositivi medici e per farmaci; si punta poi ad una rinegoziazione da parte degli enti ed aziende del Ssn dei contratti in essere con i fornitori dei beni e servizi, con la possibilità, di risolvere il contratto in essere. Il ministero della salute intende poi costituire un osservatorio sui prezzi dei dispositivi medici (apparecchi, impianti, sostanze) per potere effettuare nuovi tagli, se necessario anche riducendo la qualità dei prodotti. Accanto a queste misure c'è la riduzione del prezzo di rimborso dei farmaci da parte del Ssn per raggruppamenti farmaceutici per mezzo di una rinegoziazione con l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco).
Sanzioni ai medici inadempienti
Il maxiemendamento introduce la possibilità di sanzionare economicamente, con tagli anche incisivi sul salario accessorio, i medici inadempienti, vale a dire quei medici che non si adatteranno alle nuove disposizioni relative alle drastiche riduzioni degli esami e delle prestazioni. Con la definizione delle prestazioni specialistiche ed ambulatoriali inappropriate e le rigide condizioni di erogabilità di quelle ammesse verrà di fatto stilato un elenco a cui i medici, in barba a tutti i principi deontologici, dovranno attenersi scrupolosamente, pena pesanti sanzioni di natura economica (il medico potrà arrivare a pagare di tasca propria l’ingiustificata e gratuita erogazione della prestazione) e finanche disciplinare.
Il ministero intende ricattare i medici facendo leva sul concetto di “medicina difensiva”, vale a dire tutte le questioni legate alle responsabilità medico legali conseguenti alle cure prestate. L'accezione di “medicina difensiva” è di fatto un modo per accusare i medici di elargire con eccessiva facilità esami e visite al fine di tutelarsi preventivamente da eventuali vertenze giudiziarie da parte di malati e famigliari. A questo proposito se da un lato si prevedono specifiche sanzioni da attuarsi con decurtazioni stipendiali ai medici dall'altro, a tutela dei medici, tra le soluzioni, che potrebbero essere adottate è prevista la distinzione tra medico dipendente e libero professionista in caso di errore presunto. Nel caso di medico dipendente dal servizio pubblico la responsabilità civile sarà solo di natura extracontrattuale con tempi di prescrizione fissati a cinque anni. Per questi casi verrà inoltre introdotta l'obbligatorietà di una preventiva conciliazione tra il cittadino e le strutture pubbliche.
Tutto ciò costituirà un colpo mortale per i diritti di pazienti e famigliari che si vedranno di fatto azzerate le possibilità per denunciare episodi di malasanità e per ottenere rimborsi economici per i danni subiti.
Le menzogne di Renzi e della Lorenzin
Il maxiemendamento sulla sanità è un colpo mortale per il Servizio sanitario nazionale e per il diritto alla salute. Lo scopo del neoduce Renzi è chiaro, tagliare la spesa sanitaria per poter reperire risorse con cui finanziare il prosieguo dell'elemosina degli 80 euro e per il promesso taglio delle tasse, a tutto vantaggio della borghesia e dei soggetti ad alto reddito. L'obiettivo della “riforma” è stato candidamente ammesso dallo stesso ministro Lorenzin che non ha potuto nascondere le reali intenzioni del governo: “Io mi batto perché le risorse rimangano nel sistema, poi se si riducono le tasse è evidente che questo è un beneficio di tutti. Una parte dei risparmi potrà in effetti essere usata per ridurre le tasse”.
L'arroganza del Berlusconi democristiano non si è limitata al comportamento ducesco tenuto in Aula, piegata ancora una volta dall'ennesimo diktat della fiducia, ma è proseguita in tutta una serie di dichiarazioni a giornali e televisioni nell'ambito di una campagna mediatica di disinformazione a danno delle masse popolari. A fronte di un taglio di 2,3 miliardi (effettuato) e di uno di 10 miliardi (programmato) Renzi ha dichiarato: “No agli allarmismi. Sulla sanità si lavora soprattutto alla razionalizzazione e alla riduzione delle centrali di spesa".
Non da meno è stata il ministro alla salute Lorenzin che, assieme al commissario alla revisione della spesa Yoram Gutgeld, ha garantito che non ci sarebbero stati tagli lineari ma solo un efficientamento del sistema. L'ipocrisia dei politicanti borghesi non ha davvero limite. Parlare di efficienza quando in realtà si tagliano servizi e prestazioni! Le vergognose liste di proscrizione contenenti gli esami ammissibili e quelli non ammissibili (e quindi a pagamento) sarebbero soltanto degli “interventi di buonsenso” per il ministro Lorenzin che nella conferenza stampa dopo l'approvazione del Dl ha dichiarato: “Nelle norme approvate oggi non c’è alcuna volontà di impedire di fare esami diagnostici, ma solo interventi di buonsenso. Nessuno impedisce che quando c’è un sospetto di una malattia si facciano esami. Stiamo intervenendo solo contro gli eccessi di prescrizioni”. Il ministro ha poi proseguito affermando: “Fare di più non significa fare meglio. L
a troppa cautela ha generato la cosiddetta “medicina difensiva”, che ammonta a 13 miliardi di euro l’anno. Esistono degli esami che potrebbero essere evitati perché inefficaci. Vogliamo mettere i medici nella condizione di poter dire ai pazienti che è inutile chiedere determinate prescrizioni”. In buona sostanza da un lato si effettuano i tagli e dall'altro si costringono i medici, pena sanzioni economiche, a non potere più prescrivere esami e prestazioni mediche se non ad intero carico dei pazienti. Per i medici che, in barba ai propri doveri deontologici verso i pazienti, si adatteranno al nuovo corso il ministro garantisce ampie tutele giuridiche così dal non dovere rispondere di eventuali danni causati per non avere svolto gli esami necessari. Non possono davvero esserci dubbi per il proletariato e per le masse popolari che tutto ciò costituisce un tremendo ed ennesimo colpo a danno della sanità pubblica ed al loro sacrosanto diritto alla salute.
Per impedire che il progetto di Renzi, un democristiano dalla vocazione autoritaria degna di Mussolini, vada in porto è necessario costituire un fronte unito che si batta per la difesa del diritto alla salute per tutti, anche per i migranti, e per una sanità pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari.
2 settembre 2015