Dopo aver fatto approvare dal parlamento il memorandum su tagli, licenziamenti, vendita di ferrovie, porti e aeroporti imposto dalla troika
Tsipras si dimette per completare l'assoggettamento della Grecia all'Ue imperialista
La sinistra di Syriza fonda un altro partito. “Il manifesto” trotzkista continua a esaltare il traditore del referendum
Fallito il modello di governo e dell'”Altra sinistra” sostenuti dai riformisti di sinistra italiani e europei
Il governo greco ad interim guidato dalla presidente della Corte di Cassazione di Atene, Vassiliki Thanou, ha giurato il 28 agosto nelle mani del presidente della repubblica Prokopis Pavlopoulos; il suo compito è quello di portare il paese alle elezioni già indette per il 20 settembre, col decreto presidenziale con cui veniva ufficializzato anche lo scioglimento del parlamento. In tempi rapidi si chiude la crisi di governo aperta dalle dimissioni di Alexis Tsipras e del suo esecutivo annunciate il 20 agosto, non appena partito il piano di "aiuti" dell'Unione europea (Ue). Il percorso di ratifica delle misure definite nell’accordo di Bruxelles del 13 luglio scorso portava il 14 agosto all'approvazione finale da parte del parlamento di Atene del terzo memorandum imposto dalla Ue alla Grecia. Il voto favorevole del parlamento alla lunga lista di tagli, licenziamenti, vendita di ferrovie, porti e aeroporti imposta dalla troika, arrivava grazie al contributo dei partiti di centro che compensavano le defezioni della sinistra di Syriza; una situazione che spingeva Tsipras a dimettersi, passare da un nuovo appuntamento elettorale e con l'auspicata nuova maggioranza completare l'assoggettamento della Grecia all'Ue imperialista.
Intascato il primo pacchetto di aiuti di fine luglio, interamente girato alle banche, i negoziatori della troika e del governo di Atene continuavano i negoziati per definire i dettagli completi del terzo memorandum. L'11 agosto l'accordo che definiva tra le altre l'aumento della tassa sugli immobili da settembre, l'eliminazione delle agevolazioni fiscali per le isole e delle agevolazioni fiscali per i carburanti a uso agricolo dalla fine del 2016, la graduale abolizione delle pensioni anticipate e l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni; un taglio alla previdenza sociale per avere un "risparmio" annuale strutturale dello 0,5% del pil; la deregolamentazione del mercato dell'energia e la sua piena liberalizzazione entro il 2018.
Il taglio alle pensioni, e in particolare a quelle più basse, diventava esecutivo in pochi giorni dato che il 17 agosto, in applicazione di una norma precedente che il governo di Syriza non ha toccato, le pensioni minime passavano da 486 a 392,7 euro e con la retroattività della norma dal primo gennaio. Una misura odiosa che colpisce i pensionati più poveri e che la dice lunga sulla sbadierata volontà di Tsipras di difendere i deboli.
Il memorandum era approvato il 14 agosto dal parlamento con 222 sì, 64 no e 11 astensioni; quasi un terzo dei parlamentari di Syryza votava contro e il documento passava come nelle precedenti votazioni, grazie all’appoggio dell’opposizione del "centrodestra" di Nea Democratia, dei socialisti del Pasok e dei centristi di To Potami. Dalle sue file la coalizione di governo di Syriza e della formazione di destra di Anel non raccoglieva nemmeno la maggioranza relativa dei voti; un segnale che spingerà Tsipras a giocare la carta delle nuove elezioni.
Nella stessa seduta il parlamento approvava anche il piano di privatizazioni, ovvero la svendita a vantaggio dei paesi imperialisti più forti. La prima a andare in porto era la cessione della gestione per 40 anni di 14 aeroporti regionali greci che guarda la combinazione è stata assegnata alla società tedesca Fraport; la cessione delle infrastrutture aeroportuali era approvata dal governo di Atene e pubblicata nella Gazzetta ufficiale ellenica il 18 agosto. Berlino punta anche a aumentare la sua presenza in Ote, la compagnia telefonica di Stato dove Deutsche Telekom detiene già il 60%. Gestione di altri moli dello scalo commerciale del Pireo e acquisto dell’ex monopolista ferroviario Trainose per dare corpo in territorio ellenico alla sua nuova via della Seta fanno parte degli interessi della Cina. La Russia di Putin ha agganciato la Grecia con la promessa di farne il futuro sbocco europeo del suo gasdotto Turkish Stream e attraverso la società Gazprom punta a mettere le mani su tutta o una parte importante delle società energetiche greche da Depa a Hellenic Petroleum. E ambisce a avere la possibilità di partecipare allo sfruttamento che si prospetta di grosso valore dei giacimenti di idrocarburi nel Mediterraneo.
“Il pacchetto di riforme è completo e credibile. L’accordo è in linea con la dichiarazione dell’Eurosummit del 13 luglio”, affermavano il 14 agosto la Commissione Ue e la Banca centrale europea (Bce) che preparavano il via libera
dell'eurogruppo al memorandum. Via libera che arrivava solo dopo il voto favorevole di alcuni parlamenti nazionali, fra cui il Bundestag tedesco del 19 agosto. Il giorno seguente arrivava a Atene un finanziamento da 13 miliardi, 3 dei quali erano subito girati alla Bce per interessi maturati al 20 agosto.
A poche ore di distanza dall’avvio ufficiale del piano di salvataggio Alexis Tsipras ha annunciava le proprie dimissioni affermando che "il mandato popolare che ho assunto il 25 gennaio ha esaurito i suoi limiti e ora deve prendere di nuovo la parola il popolo sovrano"; una difesa ipocrita della sua capitolazione alla Ue e del tradimento dei risultati del referendum che aveva bocciato l'intesa per tentare di nascondere il fallimento del suo modello di governo e dell'”Altra sinistra”, sostenuti dai riformisti di sinistra italiani e europei. Che da incalliti imbroglioni continuano a difendere.
Tsipras ha spostato Syriza verso il centro, la sua sinistra sarà coperta dalla nuova formazione di Unione popolare (Up) costituita il 21 agosto e guidata dall'ex ministro dell'Energia Panagiotis Lafazanis. Ne fanno parte una venticinquina di parlamentari di Syriza dei 32 che avevano votato contro il memorandum. Dopo aver condiviso quasi tutte le precedenti mosse di Tsipras. Si distingue proponendo una "uscita ordinata dall'euro, se necessario", ovvero una variante riformista che nega il passaggio encessario dell'uscita casomai dalla Ue e non solo dalla moneta comune.
A favore della posizione di Up si è espresso l’ex leader del Fronte di Sinistra francese Jean Luc Mèlenchon. Con Syriza e Alexis Tsipras restano la maggioranza del gruppo dirigente dello spagnolo Podemos e della tedesca Linke.
In vista delle elezioni Syriza ha recentemente reso noto il suo programma che ha al centro l’applicazione di misure a sostegno delle categorie più deboli su cui ricadranno le conseguenze del "compromesso tattico momentaneo", leggi la capitolazione alla Ue. Con una faccia di bronzo senza pari il partito di Tsipras cercava di cancellare ciò che ha realizzato col suo governo e come una torma di verginelle appena scese nell'agone politico si impegnava a dare battaglia per difendere le leggi sul lavoro e i contratti collettivi, a riformare la pubblica amministrazione senza licenziamenti, a creare un sistema di tassazione equo, che non impoverisca lavoratori e pensionati e a proteggere la prima casa di proprietà dalle vendite all’asta; tutto quello che non ha fatto nel negoziato con la Ue. Nelle sessantotto pagine del suo programma elettorale Syriza cercava di spiegare analiticamente il perché "si può andare solo avanti", certo meglio nascondere cosa già sucecsso, come recita il nuovo slogan del partito. Prontamente ripreso e rilanciato da “Il manifesto” trotzkista che continua a esaltare in modo sfegatato il traditore del referendum e della volontà espressa dal popolo greco.
2 settembre 2015