I giovani militanti del PMLI siano d'esempio nell'applicare le indicazioni di Mao sui marxisti-leninisti
di Federico Picerni*
“Il Bolscevico” ha recentemente pubblicato dieci citazioni di Mao sui marxisti-leninisti. Esse sono molto preziose proprio perché descrivono con vivacità e passione i tratti ideologici, politici, morali e organzzativi che non devono mai mancare ad un marxista-leninista conseguente. Sarebbe perciò un grosso errore sottovalutarne l'importanza, leggerle senza capirle e senza riflettere a fondo sul loro significato. Al contrario, queste indicazioni richiedono la nostra massima attenzione, le dobbiamo studiare, ristudiare, capire, assimilare e applicare, poiché ci impongono riflessioni profonde sul senso e sulle caratteristiche della nostra militanza marxista-leninista.
I giovani militanti del PMLI, ma anche i simpatizzanti e in generale per le ragazze e i ragazzi che si confrontano con noi, hanno un estremo bisogno di abbeverarsi alla fonte del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, perché nella stragrande maggioranza dei casi mancano totalmente di esperienza, oppure, a volte, provengono da altre esperienze non marxiste-leniniste. In entrambi i casi, l'influenza della borghesia – specie di “sinistra” - è molto forte e c'è quindi bisogno che trasformino la loro concezione del significato e dei metodi della militanza marxista-leninista sulla base delle indicazioni di Mao.
I giovani e i giovanissimi sono i più suscettibili ad essere conquistati all'impegno per il socialismo grazie alla loro energia, alla loro voglia di cambiare le cose e alla loro apertura mentale, è però altrettanto vero che le lusinghe culturali (ed economiche) del capitalismo sono molto pesanti su di loro. La borghesia cerca in tutti i modi di intossicarli con l'individualismo, l'edonismo, la cultura del disimpegno, del divertimento sfrenato e dello sballo. I tanti giovani morti per droga nelle discoteche e nelle strade, per citare un esempio drammatico nelle cronache estive, non sono che la conseguenza più tragica ma inevitabile di questi disvalori decadenti. Le lacrime di coccodrillo dei politicanti borghesi reazionari, da Renzi a Giovanardi, non possono nascondere che la strategia è proprio quella di indurre i giovani al disimpegno politico. Quando invece i giovani lottano per il proprio futuro e i propri diritti, scattano la repressione e la criminalizzazione.
Un giovane che entra nel PMLI deve essere consapevole prima di tutto che, per cambiare la società, è necessario trasformare se stesso e la propria concezione del mondo, mediante lo studio assiduo del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la lotta risoluta alle idee e allo stile di vita della borghesia. D'altro canto, i giovani militanti che hanno avuto esperienze passate in altri partiti, organizzazioni studentesche, centri sociali e così via, a loro volta si portano dietro l'influenza ideologica di questi gruppi, principalmente forieri di liberalismo verso se stessi, gli altri e nel lavoro collettivo, legalitarismo, avventurismo, spontaneismo, pacifismo, errate concezioni della lotta di classe, della lotta politica e del partito. Come si legge in una delle indicazioni di Mao: “Un comunista deve essere pieno di vigore, avere una salda volontà rivoluzionaria, essere animato dallo spirito di non temere le difficoltà e di vincerle con una volontà indomabile, deve sbarazzarsi dell'individualismo, del particolarismo, dell'egualitarismo assoluto e del liberalismo: altrimenti non sarà un comunista degno di questo nome”
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“Un comunista”
, precisa ulteriormente Mao, “deve essere franco, leale e attivo, deve mettere gli interessi della rivoluzione al di sopra della sua stessa vita e subordinare gli interessi personali a quelli della rivoluzione; sempre e ovunque, deve essere fedele ai principi giusti e condurre una lotta instancabile contro ogni idea e azione errata, in modo da consolidare la vita collettiva del Partito e rafforzare i legami tra il Partito e le masse; deve pensare più al Partito e alle masse che agli individui, più agli altri che a se stesso”
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Per i nuovi giovani militanti del PMLI, “essere fedele ai principi giusti”
e lottare “contro ogni idea e azione errata”
significa mettersi alla scuola del Partito e trasformare il proprio stile di lavoro e visione del mondo in senso marxista-leninista. L'adesione al Partito insomma non deve essere solo organizzativa e formale ma anche ideologica e politica, saldata sulla forgia del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Metaforicamente si tratta di armarsi di uno scudo rosso contro le “pallottole inzuccherate” della borghesia e dei revisionisti.
I giovani militanti del Partito devono lanciarsi fin da subito in una “maratona rossa” per essere d'esempio nell'applicazione delle indicazioni di Mao sui marxisti-leninisti. Devono essere innanzitutto un modello per i loro coetanei rivoluzionari non membri del PMLI, agli occhi dei quali devono apparire come dei combattenti anticapitalisti d'avanguardia, irreprensibili sotto tutti i punti di vista, dei punti di riferimento assolutamente affidabili, totalmente devoti ai diritti e ai bisogni dei giovani e alla causa del socialismo. Devono essere d' esempio anche nei confronti dei militanti di media età e anziani del Partito, con i quali devono gareggiare per essere i migliori e più coerenti marxisti-leninisti, conformemente al modello di marxista-leninista tracciato da Mao. Tenendo a mente queste sue parole: “Mai in nessun momento e in nessuna circostanza, un comunista deve mettere al primo posto i suoi interessi personali; deve invece subordinarli agli interessi della nazione e delle masse. Perciò l'egoismo, la pigrizia sul lavoro, la corruzione, la smania di mettersi in vista e via dicendo sono di quanto più spregevole esista; mentre l'altruismo, l'ardore nel lavoro, la completa dedizione al dovere pubblico e l'assiduo lavoro impongono rispetto”
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Il PMLI non è né vuole essere un partito di opinione, ma un partito di lotta che richiede ai suoi membri un impegno attivo per trasformare la realtà. Non esistono meriti o premi d'anzianità, quello che conta è la fedeltà alla causa e l'esperienza politica, quindi i giovani militanti al pari dei più anziani sono non semplici iscritti passivi ma i protagonisti della costruzione del PMLI, come tali devono dotarsi di entusiasmo e spirito d'iniziativa e fare la propria parte per dargli un corpo da Gigante Rosso. Questo, da una parte, significa difendere la sua linea politico-organizzativa e contribuire affinché si sviluppi sul solco del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Dall'altra significa “mettere le radici e fiorire in mezzo al popolo”
, cioè legarsi ai giovani del proprio luogo di lavoro, studio e vita, studiare la loro condizione e i loro problemi e partecipare alle loro lotte pratiche. I giovani militanti specie studenti devono sapere che da loro dipende il radicamento del Partito fra le vaste masse giovanili e nel movimento studentesco, perché sono loro a conoscerne meglio e viverne quotidianamente le condizioni, le problematiche, le contraddizioni e le lotte, quindi devono sforzarsi di assimilare e applicare la linea del PMLI in questi ambiti, legandola alla situazione concreta.
Attualmente, secondo quanto detto dal Segretario generale Giovanni Scuderi alla 3a Sessione plenaria del 5° CC del Partito, svoltasi il 3 aprile 2011 e avente per oggetto proprio il lavoro giovanile, la nostra necessità più urgente – ribadita dal compagno Federico Picerni a nome del CC del PMLI nel discorso su Mao e l'istruzione nel socialismo – su questo fondamentale fronte giovanile è lavorare “perché le ragazze e i ragazzi di sinistra appoggino e applichino la linea del PMLI sull'istruzione e sul movimento studentesco”. Ossia lavorare assiduamente fra gli studenti per imprimere un salto di qualità a sinistra al movimento studentesco, che è dove si concentrano maggiormente le forze giovanili più attive e organizzate, e far maturare gradualmente la coscienza della lotta per il socialismo. C'è dunque bisogno di giovani militanti del PMLI rossi dentro e rossi fuori, che studino, capiscano, applichino, sappiano propagandare e argomentare bene il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del Partito.
I giovani marxisti-leninisti non sono “rivoluzionari da tastiera” (come invece si riducono tanti falsi comunisti), ma sono pronti ad “affrontare il mondo e sfidare la tempesta, il grande mondo e la violenta tempesta delle lotte di massa”
, stanno in prima fila nelle lotte concrete dei giovani con lo scopo di conquistarne l'egemonia e orientarle in senso anticapitalista.
I giovani marxisti-leninisti devono rispecchiare quei “buoni compagni”
richiamati da Mao che “lasciano le comodità agli altri e si caricano dei fardelli più pesanti; sono i primi ad affrontare le privazioni e gli ultimi a godere delle comodità”
. In altre parole, facendo affidamento anche sulla loro inesauribile energia giovanile, devono dare il massimo nella costruzione del Partito e per la causa, al posto di combattimento assegnato dal Partito, senza rincorrere la “fama” personale e senza badare alle inevitabili difficoltà e sacrifici, consapevoli che la lotta per il socialismo richiede un ottimo gioco di squadra in cui non è tanto importante chi centra il bersaglio quanto la vittoria della squadra.
Questo non significa assolutamente che i giovani militanti del PMLI debbano tralasciare lo svago, il divertimento, finanche gli affetti, ciò però va visto non come un fine totalizzante ma come un mezzo per recuperare le forze e ricrearsi.
Infine, i giovani militanti sono il futuro del Partito. Se il Partito resterà rosso dopo le sue prime generazioni di dirigenti e militanti, dipende soprattutto da quanto sono rossi i giovani militanti di oggi, i quali devono essere coscienti delle responsabilità che li attendono, ispirandosi allo spirito, alla dedizione e alla fedeltà alla causa dei loro predecessori, in particolare dei primi quattro pionieri del PMLI.
“Dobbiamo aver fiducia nelle masse; dobbiamo aver fiducia nel Partito: si tratta di due principi fondamentali. Se dubitiamo di questi principi, non saremo in grado di realizzare niente”
. Ai giovani militanti va l'augurio di tutto il Partito affinché, tenendo a mente queste parole, raccolgano il loro entusiasmo e la loro carica rivoluzionaria per essere i primi nell'applicare le indicazioni di Mao e mettercela tutta nell'epica lotta per l'Italia unita, rossa e socialista.
*Responsabile della Commissione giovani del CC del PMLI.
16 settembre 2015