Si tratta di Salvo Nastasi, uomo di fiducia del nuovo duce
Renzi impone il suo commissario straordinario a Bagnoli
Plauso di De Luca, scalzato De Magistris che solo ora scopre la natura “neoliberista” del governo

 
Redazione di Napoli
 
È stato un agosto e un settembre caldissimo sul fronte Bagnoli, una delle partite più importanti che si giocano in Campania relativamente al riscatto di tutta l’area Ovest di Napoli per la bonifica e il rilancio di una delle zone più belle del Mezzogiorno. Una pioggia di milioni di euro era in ballo da destinare alla gestione di tutti i lavori di riqualificazione dell’ex area Italsider ponendo fine ad una querelle che durava da un decennio e che vedeva il fallimento politico delle vecchie giunte Bassolino e Iervolino.
Alla fine il governo Renzi decideva per una nomina, Salvo Nastasi, avvenuta giovedì 24 settembre, dopo un anno tribolato in cui lo scontro con la giunta arancione di De Magistris si è fatto via via sempre più acuto per permettere direttamente all’ex pm di gestire la patata bollente di Bagnoli. Nulla di tutto questo. Di sicuro la nomina di Nastasi, sottoscritta formalmente dal viceministro alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ha visto non solo in Renzi ma anche nel suo fido governatore della Campania, Vincenzo De Luca, un ruolo di primo piano - anche se rimasto nell’ombra per non intralciare gli interventi di Renzi e del suo entourage -, diretto alla partecipazione della sua giunta nella cabina di regia per decidere del futuro di Bagnoli. In sostanza, se il 14 agosto 2014 De Magistris gongolava tra le braccia di Renzi per ottenere un ruolo di primo piano per la gestione della zona Ovest di Napoli, questo sospirato “primato solitario” da condividere solo con l’esecutivo nazionale diventava una chimera un anno dopo con il Comune partenopeo che rischia addirittura di uscire fuori dalla parte decisionale relativa a Bagnoli. Tanto che De Magistris ha sottolineato che la nomina del commissario “viola la Costituzione e attenta l’autonomia della città di Napoli: si tratta di una violenza istituzionale ed incisiva protervia alla quale reagiremo in maniera adeguata e proporzionata sul piano istituzionale e politico.
La nomina del commissario è un abuso di potere da parte di Renzi nella sua opera di saldatura di ben individuati centri di potere”. E ancora, richiamandosi al federalismo: “la nomina di Nastasi sarà impugnata in tutte le sedi giudiziarie perché si interviene sui poteri che sono in capo ai sindaci e ai consiglieri comunali in materia urbanistica”. Neanche finisce la conferenza stampa dell’ex pm che giunge immediata la posizione di De Luca che prende le distanze dalla giunta arancione: “non si ritiene utile per Napoli il protrarsi di conflitti istituzionali che rischiano di produrre solo altri intollerabili ritardi. Le decisioni di merito relative al destino di Bagnoli non possono che essere espresse dalle istituzioni del territorio, assieme ai soggetti economici, sociali e culturali presenti a Napoli e in Campania: non è commissariata la volontà democraticamente espressa dai cittadini”.
Insomma sia De Luca che Renzi rilanciano proprio il contenuto dello Sblocca-Italia, fortemente contestato dai Comitati di massa territoriali della Zona Ovest, e in particolare proprio quell’art. 33 che di fatto istituisce l’ennesimo commissario per questioni relative all’ambiente in Campania negli ultimi venti anni. Forti sono i dubbi relativi ai poteri che le diverse istituzioni locali (in primis Comune e Regione) dovrebbero avere all’interno della cabina di regia guidata da Nastasi: decisionali o consultivi, come denuncia De Magistris (“la cabina di regia è solo una cabina di consultazione”)? Sta di fatto che l’ex pm deve incassare il colpo delle dichiarazioni favorevoli al commissariamento fatte dal deputato dell’IDV Nello Formisano: “questa è la politica del realismo a fronte di atteggiamenti demagogici”.
Forti i poteri del commissario Nastasi che verranno tratteggiati con certezza in un decreto che Renzi varerà mercoledì 30 settembre: da una parte egli potrà contare su una società in house, la spa Invitalia (Agenzia nazionale per l’attuazione degli investimenti); da un’altra Nastasi avrà a disposizione ampi poteri per dar via alla sua gestione straordinaria che risponderà soltanto all’attuale governo. Sta di fatto che il fallimento dell’azione sia governativa che delle istituzioni locali in camicia nera (inclusa la giunta antipopolare del neopodestà De Magistris) non hanno risolto un problema dell’ex area industriale.
La bonifica di 200 ettari è praticamente ferma al palo, con una parte dell’area di interesse ex Ilva che è addirittura sotto sequestro dalla Procura di Napoli dall’aprile 2013. Secondo il pubblico ministero Stefania Buda gli interventi di bonifica nell’area avrebbero aggravato la contaminazione dei terreni con 21 persone attualmente sotto inchiesta e altre decine rinviate a giudizio per la questione amianto nella zona ex industriale. Relativamente ai 50 milioni di euro che dovevano far partire la bonifica, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti non ha risposto ai question time avanzati da alcuni deputati campani, affermando solo che vi sono e che probabilmente una parte sono stati congelati in vista del commissariamento. Una risposta che sottolineava la totale sfiducia nei confronti dell’operato quadriennale della giunta arancione che si è ridotta a una battaglia non tanto sul piano politico ma semplicemente proponendo ricorso al Tar su Bagnoli e aspettando i tempi lunghi della giustizia borghese.
Sta di fatto che dopo più di un anno dal varo “Sblocca-Italia” né il governo del neoduce Renzi né le istituzioni locali guidate da De Magistris e da Caldoro hanno saputo affrontare seriamente la bonifica ambientale e la riqualificazione urbana delle aree di rilevante interesse nazionale, e tra queste, in particolare, le disposizioni relative alla disciplina del procedimento di bonifica, al trasferimento delle aree, nonché al procedimento di formazione, approvazione e attuazione del programma di riqualificazione ambientale e di rigenerazione urbana, finalizzato al risanamento ambientale e alla riconversione delle aree dismesse e dei beni immobili pubblici, al superamento del degrado urbanistico ed edilizio, alla dotazione dei servizi personali e reali e dei servizi a rete, alla garanzia della sicurezza urbana. Assolutamente inaccettabile, inoltre, è non aver ascoltato i Comitati e le Assemblee popolari che si sono raccolti nell’assise per Bagnoli, atteso che, come diciamo ormai da tempo noi marxisti-leninisti, spetta proprio alle masse l’ultima parola sul futuro della Zona Ovest di Napoli e non solo. In un quadro desolante che si innesta nel totale abbandono delle periferie napoletane con particolare cecità su quelle che riguardano non solo la zona Ovest ma anche Est di Napoli nonché quartieri o rioni come Forcella e la Sanità, sempre più in mano alla camorra che giorni fa ha reso in fin di vita il poliziotto antiracket Nicola Barbato nell’ennesimo conflitto a fuoco proprio avvenuto a due passi da Bagnoli, nel quartiere Fuorigrotta.

30 settembre 2015