Con alla testa “Il Tempo” e “Il Giornale”
La destra imperialista italiana istiga la magistratura a reprimere il PMLI per essersi schierato con lo Stato islamico
“Il Sole 24 ore”, attraverso Radio24, voleva intervistare Scuderi, ma poi non si è fatto più vivo
Il comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI sulla 5ª Sessione plenaria del Comitato centrale del Partito dell'11 ottobre, riportante attraverso le parole del Segretario generale Giovanni Scuderi la nostra posizione di appoggio allo Stato islamico, è stato in un primo tempo passato sotto silenzio dalla stampa borghese. Mentre invece ha avuto un'immediata risonanza sulla rete, sia su diversi siti e blog italiani sia in alcuni esteri, dove è stato riportato in ampi stralci, talvolta senza commenti e in altri casi per attaccarci, dileggiarci e calunniarci. Solo il quotidiano confindustriale “Il Sole 24 Ore” si è fatto avanti, attraverso Radio24, chiedendo di poter intervistare Scuderi, ma poi quando si è trattato di concretizzare non si è fatto più vivo.
Era comunque un inizio di dibattito, quello che si stava diffondendo in rete, e che rompeva la congiura del silenzio che i media del regime neofascista avevano praticato anche stavolta nei confronti del nostro Partito affinché le sue posizioni non arrivino alle masse, in particolar modo su un tema tabù come la politica imperialista dell'Italia e la guerra allo Stato islamico (IS). É a questo punto che la destra imperialista italiana è venuta allo scoperto per attaccarci ed additarci alla repressione della magistratura. Come hanno fatto il quotidiano fascista “Il Tempo” di Roma e l'organo berlusconiano “Il Giornale” di Milano, che pure avevano già ricevuto da giorni il comunicato stampa del PMLI, come del resto tutti i principali organi di informazione, ma che si sono decisi a citarlo ed attaccarlo solo dopo l'eco che aveva cominciato a destare sul web.
Attacco frontale della destra imperialista
Il 12 ottobre, infatti, sul sito “Il Giornale.it”, con la firma di Matteo Carnieletto e sotto il titolo “I comunisti italiani hanno abbandonato la grigia barba di Marx per quella ben più scura (e inquietante) del Califfo Abu Bakr al Baghdi”, si citano due frasi di Scuderi prese dal comunicato del PMLI, ma senza entrare nel merito del loro contenuto, e cioè che pur esistendo tra noi e lo Stato islamico “un abisso incolmabile sui piani ideologico, culturale, tattico e strategico”, e pur non condividendo “tutti i suoi metodi di lotta, atti e obiettivi”, ci accomuna la “lotta senza quartiere all'imperialismo”; bensì unicamente per poterle liquidare con questo commento truculento e di facile effetto demagogico: “Le decapitazioni e la persecuzione dei cristiani? Quisquilie. Ciò che conta (per il PMLI, ndr) è la lotta all'imperialismo occidentale. Anche al fianco dei tagliagole”.
Ancor più sporca, e per giunta delatoria, è l'operazione firmata dal fascista “Il Tempo”, cartaceo e on line del 15 ottobre (ben 4 giorni dopo la data del comunicato, pur essendo un quotidiano e non un settimanale), che ha pubblicato quasi integralmente il comunicato stampa del PMLI sotto il titolo “I marxisti-leninisti con l'ISIS 'contro l'imperialismo'” e con l'occhiello: “Il caso. Comunicato choc del Pmli: “Divisi sui metodi di lotta, non possiamo che sostenere chi si ribella alla sottomissione dei popoli”. Firmato collettivamente da “Red. Pol”, ossia la Redazione politica, il provocatorio articolo fa una vera e propria segnalazione alla magistratura: “Naturalmente la libertà di opinione e di provocazione vale per tutti. Però se qualche pm volesse dare un'occhiata a questo comunicato forse non farebbe un soldo di danno”.
E c'è anche chi, come il sito “The Horsemoon Post” di tale Vincenzo Scichilone (che tra l'altro fa altezzosamente le bucce grammaticali al nostro comunicato perché secondo lui non si dovrebbe dire “il nostro posto è al fianco”, bensì “a fianco”, salvo poi sbagliare il cognome del Segretario generale del PMLI ribattezzandolo “Scudieri”), arriva addirittura a indicare ai magistrati con quale articolo specifico del codice penale potrebbero incriminarci: il 243, che punisce l'“intelligenza con il nemico” con non meno di 10 anni di carcere; articolo approvato in pieno regime fascista con un regio decreto del 1930, e che nella stesura originale, come ci informa compiaciuto lo stesso Scichilone, in caso di guerra prevedeva anche la pena di morte, poi commutata in ergastolo nel 1944 e confermato nel 1948. “Un'eventualità che al momento non si pone - precisa con tono minaccioso lo scrivente – solo perché il parlamento non ha deliberato lo 'stato di guerra', come prescritto dall'articolo 78 della Costituzione. Che aspetta la procura competente per territorio a mettere sotto inchiesta Giovanni Scudieri (sic), compagno che sbaglia e straparla, ma se la intende – almeno sotto il profilo intellettuale – con il nemico jihadista”?
E meno male che nel “chi siamo?” il suddetto delatore si vanta che il suo sito vuol essere un “cane da guardia della democrazia” e “dare un contributo all’attuazione del principio costituzionale sancito dall’Articolo 21, secondo cui 'tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione'”! Ma forse, per inquadrare il suo rabbioso attacco filoimperialista e fascista al Segretario generale del nostro Partito, basta e avanza la definizione che ha messo a mo' di blasone sotto la sua testata qualunquista e nostalgica: un “webzine libero, liberale, liberista, occidentale e aperto”.
Non manca poi neanche chi, come il sito “Christus Rex”, appartenente a un gruppo di sedicenti “Cattolici Apostolici Romani integrali”, a firma di tale Giorgio Nigra ci accusa direttamente di terrorismo, scrivendo a commento di alcuni stralci del comunicato stampa che “giova ricordare che tesi simili le hanno proposte anche le ben più temibili nuove Br”.
L'ipocrisia della “sinistra” borghese
La “sinistra” borghese interventista, invece, ha preferito continuare ad ignorare ipocritamente il comunicato, perché evidentemente teme il confronto diretto con le nostre posizioni antimperialiste e antinterventiste, e perché non vuole che tra le masse si crei e si estenda un dibattito che possa mettere in dubbio la partecipazione dell'Italia alla guerra al “terrorismo internazionale” e allo Stato islamico, cosa che cerca invece di far passare nell'opinione pubblica in modo subdolo, come un fatto scontato e da non discutere neanche. E comunque la “sinistra” borghese lascia che sia la destra imperialista a fare il lavoro sporco anche per lei, come hanno fatto i summenzionati quotidiani e siti della destra neofascista.
Con una vistosa eccezione, però: quella dell'“Espresso” del Magnate De Benedetti, grande sponsor di Renzi, che nel suo sito online “espresso.repubblica.it”, il 16 ottobre ha pubblicato il brano iniziale del nostro comunicato, non resistendo evidentemente alla tentazione di fare un altro sporco servizio a Renzi. Naturalmente né il Direttore responsabile Luigi Vicinanza, né il Caporedattore Marco Pratellesi, né la Vicecaposervizio Beatrice Dondi, si sono degnati di entrare minimamente in merito alle nostre posizioni espresse nel comunicato, ma lo hanno postato nella rubrica “stupidario” al solo fine di irriderlo; e sbagliando a bella posta il nome del PMLI ribattezzandolo “Partito Comunista Leninista Italiano”: evidentemente per seminare confusione tra quei lettori che, ragionando con la propria testa anziché limitarsi ad abboccare ottusamente all'invito a “votare la dichiarazione più surreale della settimana”, magari avrebbero anche potuto voler ricercare il testo integrale del documento.
Colpita al cuore la politica interventista di Renzi
Queste reazioni rabbiose della destra neofascista, e quelle più subdole della “sinistra” borghese, dimostrano che con la 5ª Sessione del 5° Comitato centrale del PMLI ha colpito al cuore della politica imperialista, guerrafondaia e interventista dell'Italia del nuovo duce Renzi, che l'ha ereditata da Craxi e Berlusconi e la sta portando ancor più avanti sul piano militare in Afghanistan, Iraq e Libia, con una guerra non dichiarata ma tuttavia in piena regola ai movimenti antimperialisti islamici, in particolare contro l'IS.
La posizione antimperialista e antinterventista del PMLI ha cominciato evidentemente a squarciare la cappa di ipocrisia che la destra e la “sinistra” del regime neofascista hanno steso di comune accordo sul nostro Paese attraverso il controllo totale dei mass-media borghesi, per persuadere l'opinione pubblica che i popoli islamici sono di fatto nostri nemici, che le loro lotte per opporsi alla prepotenza e all'aggressione dell'imperialismo e del sionismo sono solo terrorismo, e che pertanto è giusto che i Paesi imperialisti, tra cui l'Italia, uniti in una santa alleanza si ingeriscano con le armi nei loro affari interni fino ad invaderli e bombardarli a loro piacimento, come sta avvenendo in Palestina, Siria, Iraq e Afghanistan.
E guai a coloro che, come il PMLI, osano mettere in dubbio il pensiero unico interventista che è stato imposto al Paese, cercando di aprire gli occhi alle masse affinché si rifiutino di avallare la politica guerrafondaia, neocolonialista e interventista del governo Renzi, e l'aggressione ai popoli e ai movimenti islamici antimperialisti, nonché di fare da carne da cannone per l'imperialismo italiano. Costoro vengono demonizzati dalla destra e dalla “sinistra” del regime neofascista come collusi col “nemico” e additati alla repressione poliziesca e giudiziaria, così come venivano trattati Lenin e i Bolscevichi - che si opponevano alla carneficina della prima guerra mondiale e chiamavano le masse a sabotarla e a disertare - tanto da parte della destra imperialista quanto dai partiti socialdemocratici venduti al capitalismo e all'imperialismo.
O, se si vuole restare a tempi più recenti, come venivano trattati da “nemici della patria” e fiancheggiatori dei “terroristi”, gli intellettuali di sinistra e gli anticolonialisti francesi che si schieravano dalla parte della rivoluzione algerina, nonostante che questa facesse anche ricorso al terrorismo come metodo di lotta; gli intellettuali e i giovani americani che si opponevano alla guerra di aggressione al Vietnam, molti dei quali hanno dovuto affrontare il carcere o espatriare per non fare da carne da cannone per l'imperialismo Usa; e perfino i milioni di pacifisti e antimperialisti italiani e di altri Paesi che scesero in piazza contro l'aggressione imperialista di Bush all'Iraq, che ha innescato il conflitto che incendia da allora tutto il Medio Oriente, e che allora furono tacciati di fare il gioco di Saddam e di Al-Qaida.
21 ottobre 2015