Nuova rubrica

 
Opinioni sulla posizione del PMLI sull'imperialismo e lo Stato Islamico
Con l'intervento di Giorg di Roma, lettore de Il Bolscevico, inauguriamo questa rubrica sull'imperialismo e lo Stato Islamico a completa disposizione dei simpatizzanti e degli amici del PMLI e dei sinceri antimperialisti, nonché di chiunque, a parte i fascisti dichiarati, voglia farci conoscere la sua opinione sul saluto del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, dal titolo “Appoggiamo lo Stato Islamico contro la santa alleanza imperialista”, alla quinta Sessione plenaria del 5° CC del PMLI tenutasi a Firenze l'11 ottobre scorso. Tale intervento va visto in connessione col Rapporto del compagno Erne alla stessa sessione plenaria.
Naturalmente pubblicheremo sia gli interventi a favore che quelli contrari. L'importante è discutere una fondamentale questione di attualità. Nell'interesse esclusivo della lotta antimperialista in Italia e nel mondo.
Grazie anticipate a tutti coloro che parteciperanno al dibattito.
 
Il PMLI appoggia l'antimperialismo dell'IS senza sposarne le concezioni retrograde e antifemminili
L'analisi scientifica della realtà sociale, politica, economica condotta con quel cannocchiale intellettuale che è il marxismo-leninismo unitamente al pensiero di Mao può apparire spietata, un vero pugno nello stomaco destinato a mettere a fuoco le contraddizioni del mondo che stiamo vivendo e contemporaneamente a demistificare quel mondo di favole che sono i valori borghesi spacciati in modo truffaldino per immortali ed eterni.
E' quanto accaduto a seguito della pubblicazione sul nostro sito di alcuni estratti del saluto del compagno Scuderi alla quinta Sessione plenaria del quinto Comitato centrale del Partito marxista-leninista italiano tenutasi lo scorso 11 ottobre, laddove molti articoli della stampa borghese hanno gridato allo scandalo per le parole di sostegno del Segretario generale allo Stato Islamico, senza peraltro comprenderne il chiaro significato e giungendo ad affermare, come fa Matteo Carnieletto su “Il Giornale”, che il nostro Partito avrebbe “abbandonato la grigia barba di Marx per quella ben più scura (ed inquietante) di Abu Bakr al Baghdadi ”.
Ovviamente per noi marxisti-leninisti sia la barba di Marx sia il pizzetto di Lenin, come anche i baffi di Giuseppe Stalin rimangono al loro posto senza possibilità di sostituzione, perché è grazie alla metodologia scientifica del materialismo dialettico che essi, insieme a Engels e a Mao, hanno elaborato teoricamente prima e messo in pratica poi in Stati dalla dimensione continentale, che il nostro Partito è in grado di leggere in modo crudo e spietato quella realtà socioeconomica mondiale nella quale si inserisce quella risposta all'imperialismo - fase suprema del capitalismo, che è sopravvissuto solo grazie a centinaia di milioni di morti a partire dalla prima guerra mondiale fino ai nostri giorni - che è costituito ora, in questo peculiare frangente storico, dallo Stato Islamico.
Il Partito insomma appoggia ora le ragioni dello Stato Islamico così come, compiendo un'analisi degli avvenimenti storici passati, potrebbe salutare nel presidente Washington un campione dell'opposizione all'imperialismo britannico e un fautore dell'autodeterminazione dei popoli coloniali.
Nel primo caso ovviamente, e Scuderi lo ha scritto chiaramente per chi intende capire, non si sposano i principi islamici della poligamia, della sottomissione della donna e del principio per cui tutti i libri vanno distrutti in quanto basta il Corano, così come nel secondo esempio non si esalta la schiavitù dei neri, dal momento che George Washington, insieme ad altre figure di primo piano della Rivoluzione americana, erano proprietari terrieri e schiavisti.
La contraddizione principale nel mondo attuale, come aveva intuito Lenin all'alba del XX secolo e tale analisi è tuttora attuale, è quella dell'imperialismo, ed è grazie ad esso che il sistema capitalista, già in crisi un secolo fa, ha potuto tirare avanti fino ai giorni nostri traendo nuova linfa vitale dallo scatenamento criminale di due guerre mondiali che sono costate all'umanità lutti e distruzioni indicibili.
Imperialismo significa innanzitutto accaparramento delle risorse e delle materie prime da parte degli Stati imperialisti che hanno nei secoli trascorsi sfruttato a mani basse le colonie e ora sfruttano Stati che hanno conquistato formalmente l'indipendenza ma che, come l'Iraq e l'Afghanistan, devono subire l'imposizione di governi fantoccio: è un processo storico che negli ultimi secoli ha avuto una accelerazione esponenziale, a partire dal contrasto tra la Francia e l'Inghilterra iniziato con la guerra dei Sette anni combattuta tra il 1756 e il 1763 in molte parti del mondo e proseguita con le guerre napoleoniche all'inizio del XIX secolo, con la spartizione dell'Africa e di buona parte dell'Asia tra le potenze europee durante lo stesso secolo, con le due guerre mondiali nel XX secolo che hanno progressivamente visto l'ascesa degli Stati Uniti e che ora, all'inizio del XXI secolo, dopo la caduta l'URSS revisionista di Gorbaciov e la restaurazione del capitalismo in Cina, vede nuovi protagonisti del campo imperialisti come la Russia, la Cina e l'Unione Europea.
Lo Stato Islamico è, piaccia o non piaccia, una risposta, sicuramente non la migliore per noi marxisti-leninisti, all'imperialismo, ed è lo stesso Scuderi che lo chiarisce quando afferma che “le alleanze si fanno con le forze che sono in campo, indipendentemente dalle loro caratteristiche, ideologie e strategia. Le quali sono quelle che sono, non possiamo disegnarle come piace a noi, secondo modelli astratti. Dipendono dalle circostanze e dalle contraddizioni principali esistenti in un determinato momento ”. D'altra parte, pur portando in grembo contraddizioni insanabili, lo Stato Islamico non rappresenta nel mondo contemporaneo la contraddizione fondamentale, che è costituita dall'imperialismo, che è la vera madre di tutte le contraddizioni, un ventre sempre gravido di sfruttamento, di guerre, di oppressioni di ogni genere. Infatti, il compagno Scuderi prosegue affermando che “come Stalin si alleò con gli imperialisti americani e inglesi per sconfiggere l’imperialismo aggressore tedesco, come Mao si alleò con i nazionalisti del Kuomintang per cacciare dalla Cina gli aggressori imperialisti giapponesi, così noi dobbiamo necessariamente allearci con lo Stato islamico, altrimenti staremo dalla parte dell’imperialismo aggressore. Un’altra alternativa antimperialista non esiste, nemmeno quella della neutralità. Tra l’altro in una situazione in cui si inaspriscono le contraddizioni interimperialiste per il dominio della Siria e dell’Iraq, che possono portare a una guerra mondiale a cui noi ci opponiamo con tutte le nostre forze ”.
Né i benpensanti borghesi possono cavarsela così a buon mercato dipingendo lo Stato Islamico come il generatore di ogni nefandezza e gli Stati liberaldemocratici come i soli portatori di civiltà: infatti quegli stessi benpensanti imbottiti di ciarpame ideologico borghese sono pronti a incensare, oggi, quegli stessi, identici corpi di polizia e corpi militari che si sono macchiati prima e durante la seconda guerra mondiale di crimini inenarrabili contro gli ebrei e gli antifascisti in Italia, e contro etiopi, libici, slavi, albanesi, greci, sovietici, crimini di guerra di gran lunga peggiori di quelli compiuti dallo Stato Islamico.
Giorg - Roma

21 ottobre 2015