Relazione di Picerni alla Riunione della Commissione Giovani del CC del PMLI
Alla semina seguirà un abbondante e rosso raccolto

Qui di seguito il testo dell'importante e strategica relazione quasi integrale che il compagno Federico Picerni ha presentato alla Commissione Giovani del CC del PMLI, di cui è responsabile, nella riunione plenaria che si è svolta a Firenze presso la Sede centrale del PMLI e de "Il Bolscevico" sabato 10 ottobre 2015.
In essa sono contenute delle indicazioni di lavoro ideologico, politico, organizzativo, giornalistico e di massa, che se saranno applicate con intelligenza, dialettica e perseveranza, soprattutto dalle studentesse e dagli studenti marxisti-leninisti membri e simpatizzanti del PMLI, sicuramente il Partito avanzerà, sia pure un poco alla voltal, sul fronte giovanile e studentesco e ne beneficeranno le masse giovanili e lo sviluppo politico e qualitativo delle lotte studentesche.
 
 
Oggi ci siamo riuniti per discutere fondamentalmente tre punti: la situazione giovanile in Italia in riferimento a lavoro e precariato, istruzione e droghe, la mobilitazione studentesca in corso, il lavoro giovanile e studentesco del PMLI.
Nel nostro piccolo, con questa riunione registriamo un successo politico-organizzativo, principalmente per due motivi. Innanzitutto, data la lontananza geografica dei membri della Commissione e la penuria economica del Partito, non è facile riunirci e confrontarci faccia a faccia. In secondo luogo, è il segnale di un ulteriore sviluppo della vita politica e organizzativa della Commissione giovani, che è di fronte alla necessità di aprire una fase nuova e più matura del suo lavoro.
 
Lavoro e precariato
Dopo un anno e mezzo di governo Renzi, le condizioni di lavoro delle masse giovanili del nostro Paese hanno visto un drastico peggioramento.
Con un tasso di giovani disoccupati oltre il 40%, è chiaro che il “Jobs Act” non ha minimamente risolto il problema della disoccupazione giovanile, non ha dato lavoro stabile ai giovani né ai meno giovani, si è smascherato da solo per quello che è: una legge ad uso e consumo dei padroni per rendere permanente il precariato e cancellare il diritto democratico-borghese del lavoro. Ha poco da pavoneggiarsi Poletti, dal palco accomodante della festa dell'Unità di Milano lo scorso agosto, per il tanto strombazzato “aumento dei contratti a tempo indeterminato” e “calo delle collaborazioni e dei contratti cocopro”. Perché, col “Jobs Act”, nessun contratto è stabile ed è a tempo indeterminato solo finché il padrone non decide di licenziare il lavoratore, il quale non ha alcuna possibilità di appello, né potere contrattuale.
Dice bene l'importantissimo Documento dell'Ufficio politico del 14 marzo 2014 dal titolo: “Lottiamo e formiamo un grande fronte unito per abolire il precariato”: “Il precariato è ormai diventato la norma, non l'eccezione. Esso è un enorme bacino da cui il capitale può attingere lavoro a termine, sottopagato, supersfruttato, cancellando d'un colpo le garanzie e le tutele conquistate con anni di dure e sanguinose lotte da parte del movimento operaio, quali la maternità, le ferie pagate, la malattia, la previdenza sociale. La precarietà non interessa soltanto il lavoro ma la vita stessa del lavoratore precario, il quale fatica a mettere su casa, a creare e mantenere una famiglia, finanche pesando su genitori, parenti e talvolta persino amici per un sostegno economico, specie nei periodi di 'magra'. Dietro la scusa del 'lavoro ai giovani', del loro 'inserimento nel lavoro' e della 'flessibilità del mercato', il precariato ha gettato nella disperazione, nella miseria, nel degrado sociale e nell'incertezza migliaia e migliaia di giovani e meno giovani, ha strappato loro il presente, nei casi più drammatici addirittura portandoli al suicidio, e ha messo seriamente a repentaglio il loro futuro” .
Questo Documento dell'UP è attualmente l'arma più potente di cui disponiamo per quanto riguarda il precariato. Dobbiamo farne ampiamente uso, studiarlo individualmente e collettivamente, citarlo nei nostri articoli, farlo conoscere ai precari con cui entriamo in contatto, stampare l'edizione in PDF e distribuirla ai banchini di propaganda. Sarebbe utile produrre un volantino con le frasi e i punti più significativi e accattivanti.
Noi dobbiamo lottare in via strategica affinché a tutti sia riconosciuto un lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato e per conquistare fin d'ora condizioni più vantaggiose per i lavoratori. Questo comprende abolire tutta la legislazione dietro le tipologie di contratto precario, a partire dal “Jobs Act” e dalle leggi Biagi e Fornero e, nell'immediato, lottare per la stabilizzazione dei precari. Nel caso specifico dei giovani, si tratta di facilitare il loro ingresso nel lavoro con pari diritti e salario, quindi abolire l'apprendistato, lo stage e i tirocini non remunerati, eliminare le “tutele crescenti” e riconoscere a tutti i lavoratori le stesse tutele a prescindere dall'anzianità d'età e di servizio, un'indennità di disoccupazione che non richieda precedenti “settimane contributive accreditate” o “giornate di lavoro effettivo”, requisiti presenti invece nell'attuale Naspi.
Come sintetizza il suddetto Documento dell'UP: “Noi riteniamo che occorra battersi per strappare quante più conquiste possibili per migliorare le condizioni di vita e di lavoro sotto il capitalismo, ma a benvedere, è probabile che il precariato potrà essere abolito solo con l'abbattimento del capitalismo, in quanto è divenuto la forma prediletta dello sfruttamento del lavoro” .
Resta grave inoltre la situazione dei Neet (sigla inglese che sta per “not in education, employment or training”), ossia chi non studia né lavora. Secondo l'Istat, un giovane fra i 15 e i 29 anni su quattro appartiene a questa categoria.
 
Scuola e università
Tramite la legge 107, come abbiamo denunciato in numerosi articoli e documenti sul “Bolscevico”, la scuola è stata fascistizzata, aziendalizzata, irregimentata e verticilizzata secondo il piano della P2. Con l'autonomia scolastica, i presidi-manager, la manodopera gratuita mascherata da alternanza scuola-lavoro, la chiamata diretta dei docenti e la riduzione se non cancellazione degli spazi democratici di studenti e personale Ata, la scuola pubblica è più adatta e confacente alle necessità del regime neofascista e del sistema capitalista.
La borghesia si lecca i baffi pensando ai lucrosi affari che potrà fare sulla scuola ora che la “Buona scuola” ha spalancato le porte di questo enorme mercato. Tant'è che Il Sole 24 ore lo scorso 16 settembre ha pubblicato un inserto monografico per cantare le lodi della “riforma”. Gli effetti nefasti già si vedono, per esempio, a Bologna, dove Unindustria ha stanziato mezzo milione di euro per finanziare il tempo pieno di cinque classi prime della scuola media inferiore, trasformandole in una sorta di “scuole d'avviamento professionale” di mussoliniana memoria tramite l'aumento spropositato delle ore di tecnica e laboratorio, in certi casi senza nemmeno prendersi il disturbo di far votare il piano didattico ai docenti. Proprio sabato scorso un combattivo corteo studentesco ha cercato di portare l'opposizione alla “Buona scuola” sotto la sede di Unindustria, subendo per questo la repressione poliziesca. Renzi sta coi padroni e manganella gli studenti!
Come al solito, la borghesia solleva una pietra per farsela cadere sui piedi. Infatti la “Buona scuola” ha, se non altro, provocato una delle mobilitazioni di studenti, docenti e lavoratori Ata più combattive e, per certi versi, più avanzata nelle rivendicazioni. Ne parleremo meglio.
Ora Renzi e Giannini si stanno preparando ad attaccare anche l'università pubblica. Finora, di certa c'è solo l'intenzione, anche se da tempo si parla di una bozza confidenziale in circolazione sulla “Buona università”. Secondo quanto emerso, cardini della “controriforma” universitaria sarebbero la privatizzazione, l'aziendalizzazione e l'introduzione del “Jobs Act” per i giovani ricercatori. Comunque l'emendamento al decreto legge sulla Pubblica amministrazione proposto e poi ritirato dal deputato piddino Marco Meloni, che istituiva atenei di serie A e di serie B differenziando il valore della laurea in base al “prestigio” dell'università che la rilascia, non fa presagire nulla di buono. Teniamo gli occhi e le orecchie ben aperti e le antenne ben dritte, per intervenire puntualmente e non lasciare tempi e spazi al governo.
 
I giovani e la droga
Quello della droga è un problema che resta purtroppo sempre aperto, sul quale abbiamo già chiarito più volte la posizione del Partito, ma vale la pena tornarci visto che è tornato alla ribalta delle cronache estive.
Il disimpegno, la mercificazione e lo sconforto indotti dal capitalismo sono la ragione culturale e morale primaria per cui non pochi giovani cadono vittime dell'edonismo, dell'individualismo e della ricerca dello sballo. Il termine “vittime” non è esagerato se si pensa ai tanti giovani che affogano nel pantano della droga. Noi siamo convinti che misure come la chiusura della discoteca riccionese Cocoricò dopo la morte del giovanissimo sedicenne Lamberto per overdose di ecstasy a luglio siano del tutto inutili per combattere le cause che generano il mostro della droga, rispondano solamente alla logica neofascista e repressiva ispirata dalla Fini-Giovanardi e, nel caso specifico, finiscano perfino per danneggiare i lavoratori.
In ultima analisi, è colpa del capitalismo se tanti giovani vedono la realtà a fosche tinte, senza nessuna via d'uscita da una vita fatta di sfruttamento, disoccupazione, degrado e miseria. È colpa della cultura marcia e decadente del capitalismo se tanti giovani vengono irretiti dall'illusione dello sballo a tutti i costi per sfuggire da una realtà in cui non riescono a ritrovarsi. C'è da aggiungere che la droga e il mercato che le ruota attorno, oltre ad essere parte integrante dell'economia capitalista internazionale, fonte di profitti favolosi per politicanti, banche e grandi imprese, sono uno strumento attraverso cui la classe dominante borghese può assicurarsi il controllo di migliaia e migliaia di giovani tossicodipendenti, costretti al disimpegno politico e incapaci di lottare contro le cause che li spingono nel baratro della droga. Solo sconfiggendo il capitalismo si sconfiggerà il mostro della droga, nell'immediato gli si possono spuntare gli artigli, innanzitutto legalizzando le droghe leggere e depenalizzando il consumo di quelle pesanti.
 
Le mobilitazioni studentesche
Il nuovo duce Renzi si nasconde dietro ai giovani, di cui si proclama il paladino. Lo ha fatto anche davanti al Gotha dell'industria e della finanza riunito al Forum Ambrosetti di Cernobbio a settembre, affermando che “una nuova generazione è andata al potere, sta cambiando le regole del gioco e niente sarà più come prima”. Ma parla soltanto di una nuova generazione di politicanti borghesi a comporre il comitato d'affari della borghesia, perché tutti i suoi atti governativi in materia di lavoro e istruzione ne fanno il nemico numero 1 dei giovani figli del popolo.
Lo hanno capito le studentesse e gli studenti, che stanno rilanciando alla grande la loro mobilitazione contro la “Buona scuola”, mettendola insieme alla battaglia per il diritto allo studio, falciato ancora di più dal nuovo calcolo ISEE e ISPE. Noi li appoggiamo calorosamente, li sproniamo a non arrendersi e gli auguriamo pieno successo.
Se riuscirà a rilanciare e sviluppare lo spirito combattivo mostrato in primavera, se consoliderà i punti di contatto importanti creati con i docenti progressisti specie precari ed il personale Ata (e l'assemblea di Bologna del 6 settembre va in questo senso), e se estenderà le forme di lotta, fino a occupare le scuole e le università, ha tutte le potenzialità per sconfiggere la “Buona scuola”. Secondo noi farebbe un ulteriore salto di qualità se aprisse una discussione anche sull'organizzazione del movimento studentesco, ma ciò è ancora difficile per via dell'influenza predominante del riformismo, nonché dello spontaneismo, del leaderismo piccolo-borghese e del frazionismo.
L'auspicio ovviamente è che andrà anche più a fondo nelle sue analisi e rivendicazioni. Si tratta anzitutto di capire che la “Buona scuola” è parte integrante del disegno neofascista della P2 teso a cambiare la sovrastruttura del capitalismo. Quindi occorre misurarsi con la questione fondamentale del governo della scuola e dell'università, che ancora sfugge al movimento, anche se si intravedono dei segnali importanti sui quali dobbiamo spingere, come abbiamo fatto nell'articolo “Vogliamo potere” pubblicato sul n. 36 del “Bolscevico”.
Perché si arrivi a questa presa di coscienza, è fondamentale e insostituibile il contributo delle studentesse e degli studenti marxisti-leninisti. Nessuno a parte noi sostiene posizioni tanto avanzate e rivoluzionarie. Non lo diciamo certo per pavoneggiaci, anche perché noi non vogliamo assolutamente l'esclusiva su queste rivendicazioni, anzi speriamo che il movimento nel suo complesso le faccia proprie! Basta però andarsi a leggere i programmi delle organizzazioni studentesche e giovanili di “sinistra”, compreso il FGC (Fronte della Gioventù Comunista del PC di Rizzo), per verificare che nessuno affronta la questione del governo studentesco. Occorre quindi non perdere occasione di far sentire la nostra voce all'interno del movimento. La chiave l'hanno gli studenti marxisti-leninisti nella misura in cui riusciranno a imporsi come leader studenteschi, strappando l'egemonia ai riformisti, opportunisti, movimentisti e “ultrasinistri”. Fa parte del lavoro affinché le ragazze e i ragazzi di sinistra apprezzino e applichino la linea del PMLI sull'istruzione e nel movimento studentesco.
In ogni caso, più i governi borghesi calpestano i diritti degli studenti, più si verifica una graduale crescita della loro coscienza politica, una fiammella su cui noi dobbiamo gettare benzina.
Proprio ieri migliaia di studentesse e studenti hanno assestato un duro colpo al governo Renzi riempiendo nuovamente le piazze per ribadire la loro ferma opposizione alla “Buona scuola”. Nel corso di queste manifestazioni, i marxisti-leninisti hanno dato il meglio di sé diffondendo migliaia di volantini su “Mao e l'istruzione nel socialismo” e facendo conoscere con un colpo solo Mao, il PMLI e la nostra posizione sulla “Buona scuola”. Continuiamo così e lavoriamo fra le masse studentesche per convincerle della giustezza della linea del PMLI sull'istruzione.
“La scuola è vostra, così come vostro è il futuro”, ha detto Mattarella un paio di settimane fa a Napoli, con la faccia tosta di chi pochi mesi prima aveva firmato la legge 107. Noi speriamo proprio che le studentesse e gli studenti vorranno dargli ascolto e agire di conseguenza, rivendicando quel reale potere nelle scuole che gli spetta di diritto, e spazzando via il governo del nuovo duce Renzi che, con l'avvallo di Mattarella, gli ha strappato il futuro.
 
Il lavoro giovanile e studentesco del Partito
Nei due anni e un mese intercorsi dalla sua ricostituzione, avvenuta l'8 settembre 2013 per decisione del CC, la Commissione giovani può andare fiera di ciò che ha fatto. Abbiamo prodotto un numero importante di documenti utili per sviluppare la linea giovanile del Partito e guidare il lavoro dei giovani marxisti-leninisti. Mi riferisco in particolare all'appello “Giovani, date le ali al vostro futuro”, al contributo dato al Documento dell'UP sul precariato, agli articoli “Studiare e intervenire sui problemi dei giovani”, “Lottiamo affinché le scuole siano governate dalle studentesse e dagli studenti”, “I giovani militanti siano d'esempio nell'applicare le indicazioni di Mao sui marxisti-leninisti”, “Vogliamo potere”, al dossier sulla linea giovanile aggiornato al dicembre 2013, alle tante circolari, fino più recentemente al discorso pronunciato dal Responsabile della Commissione alla 39a Commemorazione di Mao a nome del CC del PMLI.
Il discorso e la Commemorazione, come ha rilevato il compagno Giovanni Scuderi, resteranno negli annali del Partito e hanno stimolato grandemente i giovani militanti e simpatizzanti e l'intero Partito. Sul discorso dobbiamo tenere viva l'attenzione, citandolo ripetutamente e ricorrendo ad altre misure che esporrò di seguito. I giovani marxisti-leninisti in particolare, e in generale tutto il Partito, devono studiarlo e ristudiarlo individualmente e collettivamente, capirlo, assimilarlo e applicarlo. I loro pareri pubblicato sul “Bolscevico” sono utili, ricchi di spunti e stimoli. Speriamo che gli effetti benefici di questo bel botto rosso si facciano sentire ancora a lungo e portino frutti, e perché ciò avvenga noi dobbiamo continuare a diffondere il volantino ad hoc, ricercare costantemente il confronto con le masse studentesche in lotta, intervistarle sui loro problemi, invitarle a leggere e ad esprimere il loro parere sul discorso, sottolineando che li riguarda direttamente in quanto parla di istruzione, scuola, università, “Buona scuola”, lotta studentesca.
Il merito del bel lavoro poc'anzi esposto lo dobbiamo soprattutto alla guida costante e illuminante del Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, e all'abnegazione e alla costante crescita politica dei membri della Commissione.
L'ultimo prodotto della Commissione, che vale anche come un bellissimo lavoro collettivo dell'intero Partito visto che ci siamo avvalsi di tutta l'elaborazione fatta fin qui sulla linea studentesca, è il Vademecum delle studentesse e degli studenti marxisti-leninisti, realizzato su proposta del Segretario generale, uno strumento utilissimo, snello, di facile consultazione per impostare correttamente il lavoro studentesco del Partito e singolarmente dei compagni che vi prendono parte diretta. Questo era l'obiettivo che ci eravamo prefissi e credo che l'abbiamo centrato, almeno in generale; possiamo migliorarlo e sicuramente lo faremo, tanto nella capacità di sintesi e nella snellezza della forma, quanto soprattutto nella sostanza, per quest'ultima ci occorre però accumulare nuove esperienze pratiche, per cui serve il lavoro delle studentesse e degli studenti marxisti-leninisti.
Il compagno Alessandro Frezza, svolgendo le funzioni del Responsabile nel periodo di assenza di quest'ultimo per motivi professionali, è la prova vivente della validità dei quadri giovanili nazionali del Partito, dimostrando che non sono semplicemente aiutanti o tantomeno manovali, ma componenti preziose e attive del gioco di squadra, esperti rossi in grado di spaziare su vasti campi. A lui dobbiamo tutto l'intervento del Partito sulla “Buona scuola” fin qui, che ha affrontato con grande padronanza ed esperienza pur essendo lui un operaio e quindi teoricamente meno vicino alle problematiche concrete degli studenti.
Ci pare dunque di poter essere tranquilli e soddisfatti riguardo l'elaborazione della linea giovanile e studentesca del Partito, che costituisce il primo dei tre elementi per il successo del lavoro del Partito su questo fondamentale fronte. Passiamo ora al secondo elemento: il lavoro della Commissione rispettando e sviluppando tale linea.
Tutto il Partito ci guarda con speranza e fiducia e noi dobbiamo lavorare per essere all'altezza del ruolo di Commissione modello, un ruolo riconosciutoci dalla 4a Sessione plenaria del CC del 5 aprile dell'anno scorso. Si tratta di fare un bilancio critico e autocritico del lavoro svolto sin qui e passare ad una fase ancora più matura del lavoro di Commissione, tenendo a mente che a noi spetta il peso maggiore dell'intervento su uno dei due fronti principali per lo sviluppo del PMLI. Ma questo non può spaventarci se siamo animati dallo stesso spirito di Mao, il quale ci incoraggia con queste parole: “Un lavoro duro è come un fardello posto davanti a noi: è una sfida a caricarcelo sulle spalle. Certi preferiscono i fardelli leggeri a quelli pesanti; prendono i primi e lasciano i secondi agli altri. Questo non è un atteggiamento corretto. Alcuni compagni si comportano diversamente: lasciano le comodità agli altri e si caricano dei fardelli più pesanti; sono i primi ad affrontare le privazioni e gli ultimi a godere delle comodità. Essi sono buoni compagni. Dobbiamo tutti imparare dal loro spirito comunista”.
La chiave principale per fare questo nuovo passo in avanti consiste nel miglioramento della nostra vita interna e nel rafforzamento del gioco di squadra. Ciascun compagno deve essere responsabilizzato su un'area specifica e avere compiti prioritari e secondari ben precisi sui quali impostare il proprio lavoro. Ciò significa che ogni compagno deve impegnarsi per seguire le questioni che riguardano la sua area di lavoro; studiare i documenti rilevanti e, se del caso, segnalarli alla Commissione e al Partito; proporre e produrre articoli, comunicati stampa, documenti, volantini, cercando di avere sempre meno bisogno della spinta del Centro o del Responsabile di Commissione. Possiamo e dobbiamo proporre anche parole d'ordine e manifesti, su questo punto finora non abbiamo fatto nulla e ringraziamo vivamente la Commissione centrale di Stampa e Propaganda per il suo contributo e sensibilità. Tutti noi dobbiamo inoltre studiare di più i programmi delle organizzazioni giovanili e studentesche e curare maggiormente il monitoraggio dei loro siti e delle loro iniziative, perché troppo spesso capita che arriviamo in ritardo e non riusciamo ad intervenire tempestivamente. Parallelamente dobbiamo dedicare più cura ai comunicati stampa.
Il salto di qualità della vita interna della Commissione dipende ancora di più dal miglioramento dei rapporti fra noi che ne siamo i componenti. Le occasioni per riunirci in seduta plenaria sono estremamente esigue, quindi fin da domani dobbiamo coltivare maggiormente i rapporti regolari nella forma di colloqui telefonici e corrispondenza. Sentiamoci spesso, confrontiamoci su tutte le questioni che ci troviamo ad affrontare.
[...]
Le bozze di circolari, comunicati stampa, documenti, volantini, parole d'ordine e manifesti devono essere ovviamente sottoposte all'approvazione della Commissione, la quale deve inoltre essere tenuta collegialmente informata degli affari che la riguardano. L'unica deroga va ai comunicati stampa più urgenti.
A tale proposito, il sottoscritto coglie l'occasione per autocriticarsi perché, mosso dalla necessità di farla uscire in tempi brevi, ha inviato la circolare del 22 settembre senza prima consultare il resto della Commissione.
Questa divisione dei compiti deve essere flessibile, nel senso che potrà essere modificata se così non funziona, se sopraggiungono nuovi fatti che richiedono la nostra attenzione immediata, o per altre ragioni. Inoltre vi sono altri problemi (periferie urbane, droga, centri sociali, giovani migranti, giovani lgbt) che dovranno essere assegnati man mano che si creeranno le condizioni per affrontarli, ma che al momento sono secondari rispetto alle priorità sulle quali dobbiamo concentrarci. Contiamo anche sull'emergere di nuovi quadri giovanili nazionali che potranno affiancare gli attuali membri della Commissione ed estendere così il raggio d'azione di quest'ultima.
C'è poi una lista di altri compiti specifici da assolvere, che in parte ricalca la lista già esposta all'incontro con il Segretario generale del 13 luglio 2014, con alcuni aggiornamenti e che ora espongo:
- fare fuoco e fiamme sui problemi del lavoro ai giovani; tenere monitorati e intervenire puntualmente sui provvedimenti governativi in merito, rilanciare la piattaforma per il lavoro ai giovani contenuta nel Programma d'azione e nel Documento sul precariato;
- bombardare i provvedimenti di Renzi e Giannini sulla scuola e sull'università, in particolare i decreti attuativi sulla “Buona scuola” e la paventata legge sulla “Buona università”;
- seguire, partecipare e intervenire nel dibattito in corso nel movimento studentesco e acquisire gradualmente la capacità di fare altrettanto negli altri movimenti giovanili, a partire da quello dei precari;
- approfondire le parti inedite o semi-inedite del discorso alla Commemorazione di Mao;
- approfondire e intervenire sulla “teoria gender” nelle scuole;
- realizzare un approfondimento sulla questione Neet;
- realizzare uno studio sulla parola d'ordine del “potere studentesco”.
Quest'ultimo studio sul “potere studentesco” è già stato assegnato, ma spero che oggi si potranno suddividere anche altri compiti in questo ambito. Di certo, in via prioritaria, bisognerebbe intervenire sulle parti inedite o semi-inedite del discorso alla Commemorazione di Mao, anche per tenerlo vivo e presente sul “Bolscevico”, nell'ambito della campagna per diffonderlo fra gli studenti. Grazie ai suggerimenti del Segretario generale, mi sembra che sia necessario approfondire la proposta degli organi di governo alternativi da creare subito (ne abbiamo riparlato in “Vogliamo potere”), la rivoluzionarizzazione del rapporto studenti-insegnanti, il diritto di libera frequentazione per gli studenti, l'abolizione dei vincoli d'accesso e degli esami che include poi tutto un discorso sulla meritocrazia; un approfondimento lo merita anche la questione del valore legale della laurea, su cui c'è confusione. Gli articoli dovranno essere sintetici, asciutti e mirati, andare dritti al punto senza troppi fronzoli, concentrarsi sul tema senza divagare. Meglio se non supereranno le 6000 battute (mezza pagina del “Bolscevico”). Meglio ancora se stabiliremo un piano per pubblicarne uno ogni settimana od ogni due settimane. Possiamo ispirarci agli articoli pubblicati a firma della Commissione centrale di Organizzazione dopo la sua ultima riunione plenaria per tornare su certi singoli passaggi dell'importante relazione presentata dal Responsabile, compagno Dario Granito.
Lo stesso si potrebbe fare per alcune tematiche inedite o particolarmente importanti tali da necessitare un approfondimento contenute nel Documento dell'UP sul precariato, sulle quali dovremo ragionare. Già ora possiamo dire che andrebbe sviluppata la parte sui movimenti dei precari.
La questione della cosiddetta “teoria gender” nelle scuole è all'ordine del giorno perché al centro di una forte campagna mediatica cattolica, omofoba e reazionaria e dobbiamo al più presto chiarire la posizione dei marxisti-leninisti italiani. Lo studio sul fenomeno Neet è una necessità di lunga data, purtroppo tanti compiti prioritari sopraggiunti nel frattempo ci hanno finora impedito di prenderlo seriamente in considerazione.
Di carne al fuoco ce n'è tanta. Per cuocerla bene e non perderci per strada, dobbiamo individuare le priorità, sbrogliare le questioni più attuali, quindi via via passare a quelle secondarie, col nostro passo e senza forzare i tempi. D'altra parte, meglio produrre un documento o un articolo rosso e completo su una questione attuale e scottante per la lotta di classe, piuttosto che affrontarla pressappoco giusto per poter arrivare in fondo alla lista.
C'è poi un altro aspetto che dobbiamo curare ed è il rapporto diretto con le compagne ed i compagni studenti, sia militanti che simpatizzanti, dei quali dobbiamo orientare e guidare il lavoro che svolgono nella propria scuola, università e nel movimento studentesco. Questa è una necessità che abbiamo da tempo, ma che non siamo mai stati capaci di affrontare in modo soddisfacente, adesso sembra che le cose stiano cambiando. Da parte nostra non dobbiamo mollare la presa ma continuare a dedicare una parte importante delle nostre energie, della nostra attenzione e del nostro tempo politici a questo compito fondamentale, anche perché si tratta nella stragrande maggioranza di nuovi militanti che hanno maggiormente bisogno di una mano. Da parte delle compagne e dei compagni di base, ci aspettiamo invece disponibilità e spirito di collaborazione verso la nostra Commissione, puntualità nei rapporti (senza intralciare i loro impegni scolastici e universitari) e l'impegno ad acquisire piena coscienza del loro ruolo e funzione.
Ciò ci porta ad affrontare il terzo e ultimo elemento del lavoro giovanile, ossia l'mpegno coerente e perseverante del Partito, a cominciare dai suoi giovani militanti, ad applicare la linea.
Quest'ultimo è da tempo il punto debole del lavoro giovanile e studentesco del Partito, anche se la situazione sta dando segni di miglioramento che ci fanno ben sperare. Soprattutto siamo ancora molto indietro per quel che riguarda il botta e risposta fra la Commissione e le Istanze intermedie e di base. Questo rapporto è per noi insostituibile per capire se i nostri interventi sono efficaci, incontrano il sostegno del Partito e se le nostre valutazioni su certe questioni corrispondono alla realtà. Inoltre, rientra nel centralismo democratico e nel corretto stile di lavoro del Partito, e risponde alla necessità generale di migliorare la qualità del lavoro politico e la vita interna.
Alcune istanze mostrano di aver capito i contenuti delle nostre circolari con le loro iniziative pratiche, e di questo non finiremo mai di ringraziarle, ma non ci spieghiamo per quale motivo altre sottovalutino la comunicazione con noi, anche se telegrafica. Molto meno giustificabili sono quelle Istanze che, essendo prevalentemente o esclusivamente a composizione giovanile o studentesca, ignorano le circolari che le riguardano direttamente. Dobbiamo creare le condizioni per cui queste Istanze e questi compagni intervengano di loro iniziativa non solo in risposta alle circolari, ma anche sugli articoli che li riguardano direttamente e indirettamente. Qui entra in gioco il nostro rapporto diretto con le compagne e i compagni giovani e impegnati nel lavoro studentesco, infatti la Commissione di recente ha chiesto a tre studenti marxisti-leninisti di esprimere la loro opinione sul discorso alla Commemorazione di Mao, e ad un giovane operaio e ad una cellula composta da giovani di scrivere il loro parere sull'articolo “I giovani militanti siano d'esempio...”. I pareri pubblicati sul “Bolscevico” dai tre studenti marxisti-leninisti sono importantissimi, profondi e stimolanti, ma soprattutto autorevoli in quanto provengono da compagne e compagni che vivono quotidianamente l'istruzione e che sono impegnati in prima fila nel lavoro di massa studentesco. Speriamo che tante altre compagne e tanti altri compagni studenti, ma non solo, seguiranno il loro esempio.
C'è poi sullo sfondo la questione dei responsabili locali del lavoro giovanile. Noi l'anno scorso abbiamo messo più volte la pulce nell'orecchio, in termini sempre più espliciti, ci chiediamo però se le Istanze vi abbiano riflettuto veramente. A noi sembra che certe cellule potrebbero già individuare al loro interno un responsabile del lavoro giovanile, ma forse ci sbagliamo; certo non possiamo saperlo se queste cellule non comunicano con noi o non entrano nel merito di questa nostra proposta. Di sicuro a noi sembra che ciascuna istanza beneficerebbe dall'avere una compagna o un compagno che si occupa specificamene di questo settore, nell'ambito della responsabilizzazione dei membri dell'istanza.
Le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti devono assolutamente impegnarsi in via prioritaria a padroneggiare la linea scolastica e universitaria del Partito e ad applicarla nei loro luoghi di studio, negli organismi di massa di cui fanno parte e nel movimento studentesco. Particolare cura va dedicata allo studio della situazione concreta ed al lavoro di fronte unito per attirarsi la fiducia e il consenso delle masse studentesche e non esserne emarginati. Abbiamo un gran bisogno di esperienze modello da poter estendere a tutto il Partito, che possono essere realizzate anche dai simpatizzanti studenti. Senza conquistare tanti altri militanti e simpatizzanti studenti, non riusciremo mai ad aprirci le porte del movimento studentesco. Non va dimenticato che quest'ultimo, essendo il luogo dove vi è la maggiore concentrazione di giovani, spesso ad alto tasso di combattività e in certi casi di coscienza, è il fulcro del nostro lavoro giovanile.
Si potrebbe prendere in considerazione, un giorno non eccessivamente lontano, una riunione tematica della Commissione giovani allargata a certi compagni di base distintisi nel lavoro studentesco.
 
Conclusioni
Come insegna Mao: “La causa rivoluzionaria non può vincere se non ci sono i giovani” . Questo semplice ma essenziale principio deve guidare in ogni momento il lavoro giovanile e studentesco del Partito. C'è tanto lavoro da fare, i numerosi compiti che abbiamo elencato e analizzato sono di nostra competenza, spetta a noi risolverli e non possiamo demandarli a nessun altro. Questo può servire anche come stimolo per migliorarci, elevare la nostra coscienza politica e il nostro senso di responsabilità, aiutarci a superare i nostri limiti. Sforziamoci di acquisire le caratteristiche dei marxisti-leninisti indicate da Mao, mettiamoci alla scuola del Partito, lavoriamo secondo lo stile marxista-leninista e facendo squadra, concentriamoci sulle priorità, bandiamo fretta e irrequietudine, diamo il massimo in base alle nostre possibilità, e senza dubbio alla semina seguirà un abbonante e rosso raccolto.
Lavoriamo affinché le ragazze e i ragazzi di sinistra apprezzino e applichino la linea del PMLI sull'istruzione e sul movimento studentesco!
Con i Maestri e il PMLI vinceremo!

21 ottobre 2015