Alla Manifestazione contro la Nato a Napoli e a quella in appoggio all’Intifada a Roma
FALSI COMUNISTI AGGREDISCONO MILITANTI DEL PMLI
Falsi comunisti aggrediscono verbalmente e fisicamente militanti del PMLI. E’ accaduto, con significativa coincidenza, sia a Napoli che a Roma, a distanza di soli due giorni, in due seppur distinte manifestazioni antimperialiste e prendendo a pretesto la stessa motivazione: la posizione del Partito sullo Stato islamico.
L’aggressione più grave e vigliacca è avvenuta sabato 24 ottobre a Napoli durante la manifestazione nazionale contro l’esercitazione della Nato imperialista “Trident Juncture 2015”. I compagni della Cellula “Vesuvio Rosso” di Napoli sono stati oggetto di ripetute provocazioni e aggressioni tanto più vigliacche e intollerabili perché iniziate quando ancora era presente in piazza un solo compagno al quale è stato intimato prima di ripiegare la bandiera e in un secondo momento, quando gli aggressori sono diventati addirittura sette, gli sono state strappate due bandiere del Partito, facendone sparire una e sputando sull’altra. Un gesto che svela la reale natura anticomunista di questi falsi comunisti, perché mai e poi mai un comunista autentico può sputare su una bandiera rossa con impressa la falce e martello e l’effige di Mao.
Fatti altrettanto gravi sono accaduti a Roma il 22 ottobre durante la manifestazione promossa nel pomeriggio in solidarietà con l’Intifada palestinese. Qui i compagni della Cellula “Rivoluzione d’Ottobre”, appena indossati i corpetti con le parole d’ordine “Palestina libera! Uno Stato due popoli” sono stati avvicinati da un militante di Rifondazione comunista che li ha accusati di essere dei “pazzi” per la posizione del Partito sull’IS e irriso ad altre posizioni del Partito come l’astensionismo elettorale. Ma non è finita lì. Dopo circa un’ora, questa volta quattro individui si sono avvicinati con toni polemici e arroganti pretendendo che i compagni definissero una “cazzata” il Comunicato dell’Ufficio stampa del Partito sulla 5ª Sessione plenaria del Comitato centrale del Partito, riportante attraverso le parole del Segretario generale Giovanni Scuderi la nostra posizione di appoggio allo Stato islamico. Non si è trattato di uno scambio di opinioni, ma di una vera e propria aggressione verbale che mirava a provocare uno scontro anche fisico con i nostri compagni. I provocatori hanno infatti continuato con ridicole accuse come quella che il Partito sarebbe pagato dal Qatar e dagli Emirati Arabi, per passare poi a delle vere e proprie intimidazioni minacciando di espellere i nostri compagni dal sit-in in corso e più in generale dalla città di Roma, di toglier loro con la forza i corpetti, per finire con l’ultimatum finale: “O ritrattate la vostra posizione oppure verrete esclusi dalle prossime manifestazioni e state attenti che i curdi non saranno teneri con voi”.
Temono il confronto
Si tratta di atti fascisti e antiPMLI senza precedenti. Ci contestano la nostra posizione sull’IS, ma non la discutono con il nostro Partito, non entrano in merito alla nostra analisi, alle nostre argomentazioni. E’ segno di una estrema debolezza ideologica e politica e dell’incapacità di queste forze di sostenere le proprie posizioni e argomentazioni. Anche perché hanno paura di essere smascherati come servi dell’imperialismo russo. Ricorrono in modo sistematico e premeditato alle falsificazioni e alle distorsioni della linea del nostro Partito. E’ eclatante oltreché vigliacco il tentativo di scatenare i militanti curdi contro il PMLI, deformando volutamente le nostre posizioni, e nascondendo che il nostro Partito è da sempre schierato col popolo curdo e la sua sacrosanta battaglia per l’autonomia e l’autodeterminazione e perciò non ha esitato a condannare apertamente gli attacchi dell’IS su Kobane e a schierarsi apertamente con la legittima richiesta dei curdi siriani di avere uno Stato autonomo.
Noi non imponiamo a nessuno la nostra linea ideologica e politica, tanto meno attraverso provocazioni e minacce verbali e fisiche. Non lo abbiamo mai fatto, ma esigiamo il rispetto delle nostre posizioni, esigiamo che esse non vengano volutamente e provocatoriamente travisate e manipolate in modo tale da far apparire il Partito per quello che non è. Noi siamo aperti al confronto dialettico anche aspro con chiunque abbia a cuore la lotta antimperialista. Non abbiamo nulla da nascondere. Abbiamo espresso in modo aperto ed esplicito la nostra posizione sull’IS proprio perché se ne potesse discutere e si ponesse a livello di massa la questione cruciale, nel momento in cui si stanno inasprendo le contraddizioni imperialiste che possono portare a una guerra mondiale e al coinvolgimento dell’Italia in una guerra contro il “terrorismo internazionale”. E tale questione cruciale è: con chi schierarsi? Con la santa alleanza imperialista o con chi combatte l’imperialismo, che oggettivamente sul campo di battaglia è rappresentato dallo Stato Islamico? Senza lasciarsi abbagliare, frastornare e fuorviare dall'abisso incolmabile ideologico, culturale e strategico che ci divide da esso. Si sta dalla parte degli aggressori imperialisti, guerrafondai e interventisti, tra cui spicca l’Italia del nuovo duce Renzi, o si sta con la guerra di resistenza antimperialista dei movimenti islamici? Tertium non datur.
Quanti scelgono di non scegliere tra questi due soggetti in campo, finiscono per coprire gli aggressori, per giustificarli quando si spacciano per gli esportatori della civiltà contro la barbarie islamica, in una sorta di crociata del terzo millennio.
Se non si entra nemmeno in merito a questa posizione come è avvenuto a Napoli e a Roma è perché in realtà l’unico obiettivo dei falsi comunisti, all'interno di Rifondazione, Rete dei comunisti, partiti e gruppi nominalmente comunisti, “autonomi”, “ultrasinistri” trotzkisti è quello di estromettere il PMLI dalle manifestazioni, intimidirlo, tappargli la bocca e impedirgli di far giungere alle masse la propria voce antimperialista.
Hanno preso a pretesto la posizione del Partito sullo Stato islamico pensando di essere favoriti e avere le spalle coperte, giocando sul fatto che la posizione del Partito è ancora troppo recente, non conosciuta nella sua completezza e non sufficientemente dibattuta e digerita a livello di massa, tanto da far discutere e suscitare perplessità in chi per la prima volta ne viene a conoscenza. In questo modo pensano di aver vita facile a fomentare e pompare a livello di massa, nei centri sociali, nei movimenti, sui social, un rifiuto se non un vero e proprio livore antimarxista-leninista e antiPMLI. Ecco perché chiediamo a tutti coloro che sono in buona fede, non vogliono gettare il loro cervello all'ammasso né ridursi a ciechi strumenti dei provocatori antimarxisti-leninisti, di sottrarsi alla logica dello scontro preferendogli la dialettica delle idee affinché prevalga tra le masse una linea autenticamente antimperialista. Con la rubrica “Opinioni sulla posizione del PMLI sull'imperialismo e lo Stato Islamico”, “Il Bolscevico” ha già aperto le sue pagine a tutti coloro che vogliono dibatterla, e qui vogliamo rinnovare l'invito “ai sinceri antimperialisti, nonché a chiunque, a parte i fascisti dichiarati, voglia farci conoscere la sua opinione sul saluto del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, dal titolo “Appoggiamo lo Stato Islamico contro la santa alleanza imperialista”, alla quinta Sessione plenaria del 5° CC del PMLI tenutasi a Firenze l'11 ottobre scorso. ...Naturalmente pubblicheremo sia gli interventi a favore che quelli contrari. L'importante è discutere una fondamentale questione di attualità. Nell'interesse esclusivo della lotta antimperialista in Italia e nel mondo.”
Convergenza con la destra imperialista
Così facendo i falsi comunisti convergono oggettivamente e fanno il gioco della destra imperialista italiana, con alla testa il quotidiano fascista “Il Tempo” di Roma e l’organo berlusconiano “Il Giornale” di Milano, che a proposito del comunicato dell’Ufficio stampa del PMLI, hanno violentemente attaccato il Partito e istigato la magistratura a reprimerlo.
Di fatto, gli uni e gli altri, destra e “sinistra” borghese stanno coprendo e sostenendo la politica imperialista, guerrafondaia e interventista dell’Italia del nuovo duce Renzi soffocando l’unica voce, il PMLI, che in Italia si sta opponendo all’omologante e martellante campagna governativa che vuol persuadere l’opinione pubblica della necessità di partecipare alla guerra contro il “terrorismo internazionale”, ossia lo Stato islamico.
Le aggressioni subite dai compagni napoletani e romani ricordano molto da vicino quelle subite, fin dagli ultimi mesi del 1967 e per tutti gli anni ottanta, da noi marxisti-leninisti quando denunciavamo il tradimento del vertice revisionista del PCI e quando mettevamo in guardia dalla natura nera delle cosiddette “Brigate rosse” e dalle azioni provocatorie dei terroristi, degli “autonomi” e degli “ultrasinistri”. Anche allora non vi era alcuna possibilità di discussione perché volavano fin da subito violente invettive e aggressioni fisiche persino con i bastoni con la precisa volontà di tapparci la bocca e tarpare le ali al Partito. Hanno subito un simile trattamento anche i primi quattro pionieri del Partito, compreso il Segretario generale del Partito, Giovanni Scuderi. Vista la fine impietosa del PCI revisionista che ha finito per dar vita ai noistri giorni al nuovo duce Renzi, gli avvenimenti hanno poi dato ampiamente ragione al nostro Partito. Ed è ciò che succederà inevitabilmente anche stavolta.
La storia del nostro Partito è costellata di episodi di aggressioni verbali e fisiche da parte degli anticomunisti mascherati che sono andate di pari passo con le repressioni poliziesche e della magistratura. Ma le une e le altre hanno finito col rafforzare i militanti e i dirigenti del Partito più forti e messo a nudo l’inconsistenza di quelli più deboli, che alla fine hanno abbandonato il campo di battaglia.
I nostri compagni napoletani e romani, come ha riconosciuto il Centro del Partito in una lettera di solidarietà inviata alle due istanze di base coinvolte, si sono “comportati correttamente, coraggiosamente ed esemplarmente nelle aggressioni subite”, a voi, si aggiunge nella lettera, che “siete stati i primi a essere investiti politicamente e fisicamente dall’odio antiPMLI e anticomunista dei falsi comunisti, va l’incondizionata, fraterna, riconoscente e militante solidarietà di classe dei dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi e di tutto il Partito. Non ci scorderemo mai dell’affronto, della provocazione e dell’aggressione che avete subito per difendere il Partito e la sua linea antimperialista”.
Altri messaggi di solidarietà stanno giungendo ai compagni napoletani e romani da istanze intermedie e di base del Partito. Una prima indiretta risposta all’appello finale della lettera del Centro: “Che nessuno barcolli, che tutti si rimanga in cordata. Stretti l’uno all’altro, sostenendoci reciprocamente, tenendo ben alta la bandiera antimperialista. Coi Maestri e il PMLI vinceremo!”.
28 ottobre 2015