Su iniziativa del Comitato lombardo del PMLI
Militante commemorazione della Rivoluzione d'Ottobre a Milano
Proiettato il video del PMLI. Discorso di Urgo. Dibattute la via universale dell’Ottobre e la posizione antimperialista del PMLI sullo Stato islamico. Espressa solidarietà ai compagni napoletani e romani aggrediti da falsi comunisti
Dal corrispondente del Comitato lombardo del PMLI
Per celebrare in modo militante il 98° Anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, immortale opera dei marxisti-leninisti e del proletariato russi guidati da Lenin e Stalin, il Comitato lombardo del PMLI ha organizzato una riunione di studio collettivo tra militanti, simpatizzanti e amici del Partito svoltasi nel pomeriggio di sabato 7 Novembre presso la Sede milanese del PMLI.
L’iniziativa è cominciata con un discorso introduttivo pronunciato dal Segretario regionale, compagno Angelo Urgo, dopo poi si è proiettato il video “Seguiamo la via dell’Ottobre, per l’Italia unita, rossa e socialista” – realizzato nel 2007 dalla Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del CC del PMLI – al quale è seguito un dibattito fra gli invitati sui temi inerenti la Rivoluzione d’Ottobre ma anche aperto a riflessioni sulla linea del Partito, soprattutto su quella internazionale antimperialista.
Nel suo discorso introduttivo Urgo ha ribadito l’importanza storica e gli insegnamenti della Rivoluzione d’Ottobre, sottolineando alcuni suoi frangenti storico-politici di fondamentale importanza, dando ai militanti un'occasione per rinfrescarsi la memoria, rinverdire lo spirito proletario rivoluzionario e marxista-leninista e rinnovare l'impegno a proseguire, con slancio e vigore, sulla via dell'Ottobre; ai simpatizzanti la possibilità di avere un quadro completo dell'evento storico che ha aperto una nuova epoca della storia del mondo; e ai nuovi amici del Partito l’opportunità di chiarirsi le idee sulla Rivoluzione russa e valutare se non sia il caso di seguire quella strada in Italia.
Urgo ha dedicato la seconda parte del discorso a spiegare gli insegnamenti antimperialisti di Lenin e Stalin - insegnamenti che sono stati parte integrante della strategia e della tattica bolscevica che ha portato alla vittoria rivoluzionaria dell’Ottobre e alla difesa delle sue conquiste – dimostrando quindi da questi la ferrea coerenza marxista-leninista della linea antimperialista del nostro Partito sulla complessa situazione internazionale odierna così com’è stata delineata in modo chiaro e articolato dalla storica 5ª Sessione plenaria del 5° CC del PMLI con il discorso del compagno Scuderi, Segretario generale del Partito, e col Rapporto del compagno Erne.
Quando Urgo ha ribadito la solidarietà ai compagni napoletani e romani, vilmente aggrediti durante manifestazioni di piazza dai falsi comunisti per il nostro appoggio antimperialista allo Stato islamico, tutti i compagni hanno risposto con un prolungato applauso.
In conclusione il Segretario lombardo del Partito ha affermato che “l'imperialismo è nemico di tutti i popoli e quindi deve essere combattuto da tutti gli antimperialisti del mondo, non solo dai popoli direttamente interessati. Il contributo più grande che può dare il popolo italiano è quello di combattere il proprio imperialismo” sottolineando che “la lotta contro il governo Renzi - e contro il regime neofascista che sta completando secondo i dettami piduisti - rientra in quest'ottica antimperialista e si inserisce appieno nella nostra strategia della via universale rivoluzionaria dell’Ottobre per la conquista del socialismo in Italia!”.
Dopo la proiezione del video è stato aperto il dibattito.
Il compagno Stefano ha ribadito che la rivoluzione proletaria vinse in Russia non solo perché quel Paese si rivelò l’anello più debole del capitalismo internazionale - in cui si concentrarono le più acute contraddizioni politiche e di classe – ma anche perché lì vi era un vero Partito marxista fautore del socialismo, l’unico Partito che grazie al grande Lenin aveva aggiornato il marxismo all’epoca dell’imperialismo con una conseguente politica internazionale antimperialista. Dal Partito bolscevico il PMLI prende esempio distinguendosi a livello internazionale nell’applicare scientificamente il marxismo-leninismo-pensiero di Mao sia sul piano anticapitalista per il socialismo, sia sul piano antimperialista nel sostegno alla lotta di indipendenza d’ogni Paese sottomesso e di ogni movimento di liberazione delle nazioni e dei popoli sfruttati ed oppressi, indipendentemente dal carattere progressista o meno di chi tali masse in lotta hanno riconosciuto alla loro guida sulla base del loro reale livello di coscienza attuale.
Nel dibattito sono state chiarite quali sono le condizioni critiche peculiari per cui si crea una situazione rivoluzionaria in cui gli oppressi e gli sfruttati non vogliono più vivere come prima e sono disposti a battersi con le armi in pugno per liberarsi dalla schiavitù salariata e gli oppressori e gli sfruttatori non possono più governare con i vecchi metodi e non riescono ad avere il consenso per via pacifica e parlamentare delle classi subalterne. È molto probabile – si è riflettuto nella discussione - che bisognerà aspettare quel critico contesto, nazionale e internazionale, per vedere il PMLI egemonizzare la classe operaia e le masse lavoratrici e popolari italiane, così come fu per i bolscevichi che ebbero tale egemonia solo dopo il luglio del 1917, a solo qualche mese dalla Rivoluzione d’Ottobre. Esperienze storicamente e geograficamente vicine alla rivoluzione sovietica, come quelle in Germania e in Ungheria, dimostrarono come una crisi rivoluzionaria non porta spontaneamente alla rivoluzione socialista se il Partito del proletariato rivoluzionario non ha una teoria ed una pratica conseguentemente marxiste-leniniste. Tale mancanza disarma inoltre il proletariato e i rivoluzionari di fronte alla controrivoluzione della borghesia reazionaria e dell’imperialismo, ed anche di fronte alla sua più feroce repressione come insegnano anche i tragici fatti d’Indonesia del 1965 e del Cile nel 1973. Perciò occorre che il PMLI si mantenga sempre rosso e curi prima la qualità che la quantità dei suoi militanti.
In merito al nostro sostegno antimperialista allo Stato islamico si è ribadito che esso va appoggiato indipendentemente dal fatto che non condividiamo le concezioni politico-religiose espresse dai suoi leader e dai suoi combattenti. Tale appoggio non è ovviamente strategico e incondizionato bensì tattico e dialettico, e quindi gestito applicando correttamente la linea del Fronte unito antimperialista del Partito. I popoli oppressi di osservanza musulmana sunnita vogliono liberarsi dall'imperialismo che li opprime e li aggredisce e per questo lo Stato islamico che attualmente sostengono deve conquistare la piena sovranità politica, economica e giuridica. Ottenuta l'indipendenza saranno i popoli interessati ad affrontare col Califfato le loro contraddizioni che inevitabilmente sorgeranno, e quindi a fare i conti con le locali classi sfruttatrici.
Nel dibattito si è anche detto che il PMLI, in merito agli atti compiuti dall’IS, non condivide le rappresaglie terroristiche su civili innocenti solo perché cittadini degli Stati imperialisti aggressori, come non condivide l’aggressione agli autonomisti kurdi di Rojava e non condivide la distruzione dei siti archeologici. Ma non per questo perde di mira la contraddizione principale che rimane quella tra l’imperialismo e chi vi si oppone, seppur con metodi tatticamente errati (che compromettono una più vasta solidarietà antimperialista) ed ancora politicamente immaturi.
Ma va anche detto - ha aggiunto in merito il compagno Urgo - che il vasto appoggio di massa della maggioritaria comunità arabo-sunnita allo Stato islamico si basa su cose concrete dato che le istituzioni - restaurate e ricostruite - stanno fornendo servizi; che la diga di Al-Raqqa, in Siria, continua a fornire acqua ed energia elettrica che vengono erogate a tutti gratuitamente 24 ore su 24 (bombardamenti imperialisti permettendo); che vengono forniti i servizi di welfare e viene praticato il controllo dei prezzi; che ai benestanti vengono imposte tasse personali mentre mensilmente una fornitura alimentare completa viene data ai meno abbienti; che le visite mediche e i farmaci sono gratuiti. A qualcuno tutto ciò potrebbe sembrar poco, invece è tanto per quei popoli se si considera che tutto questo per loro non c’era nell’Iraq governato dal fantoccio “sciita” degli americani Al Maliki e nemmeno sotto il regime del Baath “socialista” degli Assad che per 40 anni ha concentrato le risorse della Siria a beneficio della sola borghesia alawita ed ha privilegiato in tutti i campi gli appartenenti alla minoritaria comunità religiosa sciita mentre opprimeva, reprimeva e sfruttava quella maggioritaria sunnita.
A conclusione di questo tema Urgo ha detto che un conto è non condividere taluni atti dello Stato islamico e un altro è prendere per buone tutte le calunnie che gli vengono attribuite dalla propaganda guerrafondaia dell’imperialismo sempre fervida di infondate storie dell’orrore per convincere le masse sulla giustezza della sua “guerra santa” e “civilizzatrice” contro “il male assoluto del terrorismo”.
L’iniziativa si è conclusa con la soddisfazione di tutti, in un clima fraterno e di coesione nel più convinto sentimento antimperialista e nel condiviso spirito proletario rivoluzionario nell’onorare la memoria del radioso Ottobre Rosso che rischiara il nostro cammino verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Al servizio del Partito!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
11 novembre 2015