Vertice a Vienna tra Usa, Russia, Ue, Arabia Saudita e Iran
La santa alleanza imperialista contro lo Stato islamico lavora per un governo di transizione in Siria

 
Il documento finale del vertice di Vienna del 30 ottobre sulla crisi siriana assegna all'Onu il compito di convocare "il governo siriano e l'opposizione per avviare un processo politico che porti a una governance credibile e non settaria, seguito da una nuova costituzione e da elezioni" che si dovranno svolgere sotto la supervisione delle Nazioni Unite e saranno aperte "alla diaspora" e ai rifugiati. I tempi e i modi per costruire questo governo di transizione siriano non sono stati definiti e i partecipanti al vertice si sono dati appuntamento per continuare la discussione, probabilmente a Ginevra dopo la metà di novembre.
Nel testo del documento si sottolinea inoltre che restano "fondamentali l'unità, l'indipendenza, l'integrità territoriale e il carattere secolare" della Siria come se il paese non fosse nato dopo la prima guerra mondiale da una spartizione a tavolino tra le allora potenze coloniali Francia e Inghilterra, quei confini fatti saltare dalla nascita dello Stato islamico. Da notare che nel documento non si cita mai espressamente il nome del presidente Bashar al Assad, sulla cui sorte si gioca la soluzione alla crisi siriana iniziata con le rivolte contro il suo regime quasi cinque anni fa, e non solo.
Potrebbe sembrare davvero singolare che al vertice fossero stati presenti i maggiori protagonisti della crisi, eccetto i siriani sia quelli del governo di Damasco che quelli delle opposizioni, i diretti interessati. Invece è la dimostrazione pratica sia sul tavolo non c'erano i diritti del popolo siriano a cominciare da quello all'autodeterminazione ma gli interessi imperialisti delle potenze egemoniche mondiali e locali. Per la quali la crisi siriana è uno degli aspetti della crisi regionale, quella dove da più di un anno è entrato in gioco lo Stato islamico (Is) e si è formata la santa alleanza imperialista per combatterlo.
Alla discussione a Vienna hanno preso parte i rappresentanti di stati e organismi internazionali, da quelli dei paesi della regione con la presenza per la prima volta a un vertice di questo genere dell'Iran sdoganato da Obama con l'accordo sul nucleare a quelli delle immancabili potenze imperialiste e ex potenze coloniali, Inghilterra e Francia, più Germania e Italia, Unione Europea e Onu. Una presenza significativa è stata quella della Cina coi socialimperialisti di Pechino che seguono con attenzione anche le vicende nel Medio Oriente e nel Mediterraneo. "L'importante è che siano presenti tutti i protagonisti", aveva spiegato l'alto rappresentante della politica estera europea, l'italiana Federica Mogherini. Ma sopratutto il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov e il collega segretario di Stato americano, John Kerry, che hanno condotto le danze.
Così era Lavrov a spiegare che "abbiamo concordato che le elezioni in Siria saranno tenute con la partecipazione attiva e il controllo dell'Onu, e che debbano prendevi parte tutti i cittadini siriani indipendentemente da dove si trovino, inclusi i profughi negli Stati vicini" mentre Kerry precisava che "la posizione degli Usa non è cambiata. Assad non può unire la Siria. Le divergenze tra Stati Uniti e la Russia rimangono ma non possiamo permettere alle differenze di interferire con una soluzione della crisi".
Fra i partecipanti, il ministro degli Esteri italiano, il crociato Paolo Gentiloni che precisava come "non si sono superate le differenze ma si è convenuto sul punto che la via da seguire non è militare. Occorre una transizione politica che porti all’uscita di Assad, un processo che inevitabilmente andrà in quella direzione. Ma restano da decidere modalità e tempi".
Meno male che la soluzione "non è militare" eppure dal 30 settembre Putin ha dato il via ai bombardamenti in Siria per combattere l'Is e intanto puntellare il regime di Assad e non perdere le strategiche basi che ha nel paese; Obama dopo aver inviato uomini delle forze speciali e aerei nella base turca di Incirlik e intensificato l'assistenza militare a Giordania e Libano e proprio in occasione del vertice di Vienna annunciava l'invio di "consiglieri militari" in Siria a supporto delle formazioni dell'opposizione che combattono contro lo Stato islamico. La soluzione militare è in campo e diretta soprattutto contro lo Stato islamico.
Le divergenze a Vienna hanno riguardato il fatto che Russia e Iran, e Cina, puntano a tenere in piedi il regime di Assad che cura i loro interessi imperialisti nel paese per continuare la guerra all'Is mentre gli Usa, gli altri paesi imperialisi e i paesi arabi reazionari danno la precedenza alla caduta di Assad. In ogni caso, se ci sarà stabilità in Siria, con Assad o più probabilmente con un governo di transizione, la santa alleanza imperialista pensa di poter lanciare la campagna militare per poter andare a chiudere il conto con l'Is.

11 novembre 2015