Appello della Commissione giovani del CC del PMLI
Insegnanti e studenti, unitevi contro la “buona scuola” neofascista e il sapere borghese
Non solo le masse studentesche sono vittime del nuovo sistema scolastico neofascista della “Buona scuola” imposto dal nuovo duce Renzi, ma anche gli insegnanti, che pur avendo avuto fino ad oggi maggior “potere” e un peso più rilevante negli “organi collegiali”, rispetto agli studenti, con la “Buona scuola”, si vedranno succubi degli enormi poteri concessi ai presidi-manager, i quali potranno persino licenziare gli insegnanti scomodi e non allineati al regime.
Come possono gli insegnanti progressisti e antifascisti opporsi a questa fascistizzazione della scuola che li vuole servi obbedienti e riverenti nei confronti dell'autorità superiore (il preside-manager) che li giudicherà, valuterà e utilizzerà a proprio piacimento e di quello dei capitalisti, padroni degli istituti?
La risposta è una, e una soltanto, unirsi al movimento studentesco lottando per affossare completamente la “Buona scuola”. Gli insegnanti devono capire che solo sostenendo in maniera attiva le masse studentesche in lotta nelle scuole e nelle piazze contro la distruzione della scuola pubblica troveranno a loro volta negli studenti un formidabile alleato per portare a vittoria anche le proprie rivendicazioni, quali la fine del precariato scolastico e accademico e il superamento dell'odiosa distinzione fra docenti di ruolo e di fatto attraverso un piano di stabilizzazione, da affiancare al rinnovo del contratto nazionale di categoria.
È vero, può essere difficile per alcuni insegnanti accettare di porsi al pari e al servizio delle masse studentesche, ma è anche vero che non c'è altra strada per contrastare l'attacco alla scuola pubblica se non prendendo coscienza che, come nella generale lotta di classe il proletariato è la classe d'avanguardia alla testa delle masse popolari (incluse le masse studentesche) che lottano contro il sistema capitalistico, così le masse studentesche sono l'avanguardia alla quale docenti e personale ATA devono dare il loro appoggio nella lotta contro la fascistizzazione e l'aziendalizzazione della scuola pubblica.
Gli insegnanti devono perciò impegnarsi a far fronte comune con le masse studentesche nella lotta contro la “Buona scuola” e lottare per costruire il governo alternativo delle scuole e delle università. Quest'ultimo deve essere il contraltare degli “organi collegiali”, controbattere colpo su colpo ai provvedimenti delle autorità scolastiche e accademiche che non condividono, elaborare proprie proposte da imporre alle autorità con la lotta e la mobilitazione, compresi i piani formativi, e lottare per conquistare gradualmente il diritto di autogestire i servizi scolastici e d'ateneo, quindi aule, biblioteche, mense, laboratori, palestre, alloggi, ecc. Si può e si deve pretendere che nessuna decisione venga presa dalle autorità scolastiche e universitarie se non è approvata dal governo alternativo e lottare affinché le vostre rivendicazioni di studenti, insegnanti e lavoratori ATA vengano invece realizzate. Gli insegnati dovrebbero dare vita alla loro assemblea generale per definire democraticamente i programmi, le rivendicazioni e gli indirizzi della lotta e per eleggere i rappresentanti, revocabili in qualsiasi momento se non fanno il loro dovere, nel governo alternativo, quando ci sarà.
Gli insegnanti devono partecipare attivamente, insieme agli studenti, alla battaglia per la partecipazione studentesca alla didattica. Oggi, la didattica e l'insegnamento sono regno inespugnabile del professore secondo i canoni governativi e gli indirizzi accademici, gli studenti non hanno nessuna voce in capitolo rispetto alle materie di studio e ai metodi con cui esse vengono impartite agli studenti. Per altro con l'introduzione della “Buona scuola” del nuovo duce Renzi ci ritroveremo davanti ad un peggioramento del piano di offerta formativa (POF) che verrà deciso dal preside e condizionato dai capitalisti, tagliando fuori così non solo gli studenti già esclusi tutt'ora da queste decisioni, ma anche il corpo docente, basti per tutti l'esempio recente di alcune scuole di Bologna dove Unindustria ha stanziato mezzo milione di euro per finanziare il tempo pieno di cinque classi prime della scuola media inferiore, trasformandole in una sorta di “scuole d'avviamento professionale” di mussoliniana memoria tramite l'aumento spropositato delle ore di tecnica e laboratorio, in certi casi senza nemmeno prendersi il disturbo di far votare il piano didattico ai docenti, un esempio di “Buona scuola” neofascista all'opera! Lo studente invece deve avere un ruolo attivo e non passivo, paritario e non subordinato rispetto al docente. Occorre che gli insegnanti adottino efficaci metodi d'istruzione in contrasto al nocivo metodo nozionistico che non sviluppa la creatività e l'intelletto degli studenti ma al contrario mira a renderli schematici e privi di opinione propria, esattamente ciò che vuole la borghesia.
Ne consegue che la didattica, i metodi d'insegnamento così come i voti devono essere decisi da studenti e insegnanti insieme attraverso la discussione, il confronto e se non si raggiunge l'unanimità allora a maggioranza. Gli studenti devono avere il permesso di criticare e dire la loro sui metodi, i programmi e gli insegnamenti impartiti. Ciò richiede il contributo attivo dei docenti progressisti e antifascisti, ai quali facciamo appello affinché facciano propria e mettano in pratica questo rivoluzionario sistema di rapporto didattico con le masse studentesche e aiutino gli studenti ad opporsi alla fascistizzazione ed a conquistare il potere nelle scuole e nelle università, ma anche perché si aprano al marxismo-leninismo-pensiero di Mao ed alla cultura del proletariato e li usino nell'insegnamento per combattere il potere borghese. Solo se le insegnanti e gli insegnanti prenderanno coscienza che non basta battersi contro l'ennesima controriforma dell'ennesimo governo antipopolare, ma che occorre anche un cambiamento radicale e rivoluzionario nella cultura e nei valori che vengono insegnati alle masse studentesche, potrà avvenire un cambiamento radicale e rivoluzionario nelle scuole e nell'istruzione. Ciò può avvenire solo se essi avranno il coraggio di mettere in discussione i valori e la cultura borghese di cui sono, consapevoli o meno, inoculatori nella mente dei giovani. Una cultura basata sulla metafisica, l'individualismo, l'egoismo, l'arrivismo, la ricerca sfrenata del benessere, l'edonismo. Una cultura che tutela il capitalismo e l'imperialismo e cerca di convincere il popolo e le masse giovanili in particolare che essi sono i sistemi più giusti e democratici del mondo e della storia e gli unici possibili.
Per contro gli insegnanti che vogliono cambiare veramente la scuola e l'Italia devono fare propria e far conoscere agli studenti un'altra cultura, da sempre tenuta nascosta e repressa dalla classe dominante borghese, quella del proletariato, che mette in discussione i valori marci e corrotti del capitalismo e dell'imperialismo, una cultura antiborghese, anticapitalista, antimperialista, anticolonialista, antifascista, antinazista, antirazzista, antiriformista e antiparlamentarista che combatte lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, l'ingiustizia sociale e spinge nella direzione della rivoluzione socialista, unica via affinché la società tutta così come la scuola, l'istruzione, la cultura, l'arte, ecc. siano controllare dal popolo e al servizio del popolo.
La Commissione giovani del CC del PMLI
11 novembre 2015